I maglioni furono i primi ad essere scaraventati per terra, vittime di un turbinio feroce di sensazioni. Poi fu il turno della maglietta sgualcita di Harry, impietosamente accartocciata sul comodino. Dita inesperte e trepidanti sbottonarono la camicia azzurra di Draco, svelando parte dell'esile torace. Una domanda inespressa aleggiava su di loro, mozzando i respiri. Posso?
Timidamente, Harry insinuò una mano tremante sotto il tessuto, incontrando con le dita le cicatrici dell'altro. Trattenne il respiro e represse l'istinto di ritrarre i polpastrelli. Quelle ferite rimarginate avevano zampillato sangue, un tempo. Per colpa sua. Draco aveva rischiato di perdere la vita, di morire a causa sua. Come poteva convivere con quel pensiero fisso? Tutte le volte che scorgeva quel arabesco di pelle rattoppata, si sentiva schiacciato dai sensi di colpa. Non ne avevano mai parlato. Era già abbastanza difficile sopravvivere nel presente, per avere il lusso di indugiare nel passato. Harry riprese ad accarezzare il busto esangue di Draco, beandosi della sua espressione rilassata e tranquilla.
Negli ultimi giorni, la sua vita aveva preso una piega decisamente inaspettata che non sapeva dove lo avrebbe condotto. Harry non sapeva esattamente che cosa fosse accaduto due sere prima, quando si era presentato alla sua porta, in compagnia di un improbabile animale domestico. Immaginava che la questione riguardasse il rapporto conflittuale con i genitori, ma Draco non aveva mai espresso il desiderio di parlarne né lui aveva avuto il coraggio di chiedere spiegazioni.
Repentinamente e con grande naturalezza, si era insediato nella sua vita e nelle sue abitudini. Si destreggiava tra le sue cose come se non avesse fatto altro per anni. Trascorrevano molte ore insieme nella tranquillità della casa, ed erano felici. Bastavano a se stessi e non avvertivano neppure l'esigenza di uscire di casa, di vedere gente. Ai suoi amici aveva detto di essere molto impegnato, paventando scuse assurde a cui - miracolosamente - sembravano aver creduto. Hermione doveva senza dubbio aver captato qualcosa, ma fortunatamente aveva deciso di rimanere in disparte.
Harry scacciò quei pensieri inappropriati, insediatisi nella sua mente come uno stormo di rapaci fastidiosamente gracchianti. Intendeva godersi ogni singolo istante: lui e Draco non erano mai stati tanto vicini. Ad uno sguardo esterno, non sarebbe stato possibile distinguere con certezza il proprietario di un braccio, di una gamba, di un piede. I loro corpi ancora adolescenziali si protendevano l'uno verso l'altro, alla ricerca della propria metà perduta. Ad Harry parve il momento perfetto per agire. Respirò a fondo, raccogliendo il coraggio necessario per andare oltre. Lanciò un'occhiata al ragazzo sotto di lui, alla disperata ricerca di conferme e rassicurazioni, senza successo. Draco aveva gli occhi chiusi, i capelli spettinati ed un adorabile rossore gli tingeva il viso. Non dava segni di disagio od incertezza, per questo Harry decise. Rozzamente, cercò di sfilare i boxer a Draco, che prontamente si irrigidì, allarmato. L'equilibrio che tanto faticosamente avevano costruito nel corso di quei mesi fu crudelmente lacerato da quel gesto, nota stonata in un'armonia altrimenti perfetta.
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IN TREATMENT
Fanfiction"Draco" lo chiamò sorridendogli. "Sì, Madre" rispose automaticamente lui, rivolgendole uno sguardo interrogativo. "Penso che sia arrivato il momento di parlare del tuo piccolo ... disturbo notturno" Il diciottenne si irrigidì immediatamente, mentre...