Prendi fiato e ricomincia

630 21 7
                                    

Il vento è nei capelli, il sole sta sorgendo tra le montagne e io sto ricominciando.
Sono in macchina con Ginevra che guida.
Le valigie sono pronte.
Io no.
Dimenticare quello che è successo non sarà una battaglia facile.
È dalla prima volta che ho incontrato Valentino che la mia vita è drasticamente cambiata.
Ora sto solo tornando a casa.
Il posto dove sono nata e stata per ben oltre quindici anni.
Lui. Mi manca. Lo voglio. Ma non posso.
Lui non prova niente, non ha ricambiato.

-Hey, mettiamo un po' di musica per staccare la spina dai pensieri-
Ginevra mi parla e cerca di aiutarmi, è una ragazza fantastica, eccezionale al dire il vero. Mi ha supportata sempre e sempre io la supporterò.
Ci siamo conosciute in una serata al mio Nightclub, quando lei era stata drogata da uno dei mie fratelli e le stava per fare tutto quello che nessuno vorrebbe immaginarsi. Così la presi in tempo e la trascinai fuori, a quel tempo non sapevo ancora guidare, avevo appena 16 anni e quando la caricai fuori sul marciapiede cercando di risvegliarla. A casa la protrano le guardie di mio padre e da lì abbiamo iniziato a stingere in amicizia.

-Eilàaa! Terra chiama Cricket!- schiocca le dita e mi guarda con lo specchietto retrovisore interno. I suoi occhi intensi e chiari alla luce del sole mi osservano con attenzione e poi ricadono sulla strada. Mi ha sempre chiamato Cricket, il motivo non lo conosco, ma credo che non bisogna dare sempre una motivazione o risposta a tutto.

-Ginevra, non so a che pensare. Ha scelto Arianna-

-Eh dai non pensarci, tu sei molto meglio, ma le regole vostre le conosci. Se la sposerà e basta...-

-Appunto, se la sposa e basta-
Non so perché mi sto preoccupando, seriamente, in realtà non mi interessa.
Già, non mi interessa...

-Va bene, lascia perdere, comunque apri il cofanetto e guarda-
Faccio come dice alzando le spalle e corrugando la fronte mentre apro il cofanetto difronte a me, appena aperto noto una busta trasparente con all'interno un telefono.

-Ma è il mio! Come l'hai riavuto?-

-Valentino me l'ha ridato-

-Ah ok- dico solo alzando le spallucce.

Lo tiro fuori dalla busta e lo riaccendo; quando il logo del telefono appare sullo schermo noto che non è molto scarico, ma ha bisogno sicuramente di una bella ripresa.

Questo telefono sarà caduto un centinaio di volte, come faccia ad essere ancora vivo non lo so. Io non posso tenere in mano un telefono, per questo cerco di impegnarmi a non prendere quello degli altri.

Quando finalmente la foto sfondo di me e Ginevra allo specchio appare sullo schermo, digito la password e si sblocca.

-Ho pensato che domani sera potremmo andare a farci una bella serata, niente padri, niente pressioni, niente di niente- Ginevra mi sorride a 32 denti e poi mi guarda con due guance rosse e rose.

-No non ciò voglia- insisto. Conosco le sue serate, causano troppi problemi. Come quella all'Omnia...
Quella serata è stato un trauma per entrambe.
Tra l'altro è morto mio padre, che è stato sempre presente e mi ha supportato quando avevo bisogno. Non sono triste, anzi lo preferisco morto piuttosto che vedere gente povera sdebitare i loro debiti con la morte... uccideva la gente con l'acido, o meglio, obbligava alle vittime di berlo. In altre circostanze accoppiava due fratelli, di cui una rimaneva incinta e poi uccisa con il bambino; naturante queste cose non le conoscevo, solo che i mie fratelli piace rovinarmi l'infanzia, quindi le so. Non capisco come mia madre e mio padre si amino così profondamente... come si può amare un sociopatico? Ci vuole coraggio per amare uno stupratore, maniaco, assassino, depravato.
Beh un po' mi manca, non sento la sua presenza, non sento nulla, ma l'amore paterno c'è stato, non lo nego.
Forse Ginevra con questa serata ha ragione, dovrei svagarmi e divertirmi con chiunque. Non dovrei sovraffaticarmi con questi inutili pensieri, ora lui è morto.

𝑀𝑎𝑓𝑖𝑎: 𝐹𝑖𝑛𝑜 𝑎𝑙𝑙'𝐸𝑡𝑒𝑟𝑛𝑖𝑡𝑎̀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora