Capitolo 0.1

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POV READER
Quel giorno morii. Incredibile vero? Non accettarono alcuna parola da parte mia, anche se avevo un asso nella manica, e il mio asso arrivò in ritardo, si é una storia abbastanza tragica, ma giuro che fa ridere alla fine, andò poi o meno così:

Flashback
Mi costrinsero a inginocchiarmi. Avevo le mani incatenate, ero legata in modo da non potermi muovere e avevo vari lividi e ferite su tutto il corpo, oltre che sigilli vari per tenere a bada la mia energia malefica, consistevano nel non manifestarla, in pratica potevo fare solo incantesimi su me stessa. Quelle settimane non andarono per niente bene. Venni torturata, costretta a confessare che fossi uno stregone nero e che dovessi essere giustiziata e meritavo di morire per i miei crimini... Inutile dire che non dissi una parola, mi rifiutai persino di chiedere pietà o aiuto o di smettere di infliggermi le peggio torture. Ero troppo orgogliosa per poter cedere al volere di stregoni ottusi e bigotti.
Ero nel mezzo di un cerchio fatto dagli stregoni anziani, insomma dei vecchi idioti che coordinano tutta la baracca e la faccenda: stregone buono e stregone cattivo da fare fuori. "[T/n] sei accusata di stregoneria Nera, di praticare arti proibite, di aver ucciso una persona e di aver tentato di uccidere due stregoni, oltre che una persona che avresti dovuto proteggere ed innumerevoli capi di accusa" disse una voce abbastanza fastidiosa "ti dichiari colpevole?" Chiesero di nuovo "no. Non andò così. Non é andata per niente così! Mi state dando la colpa perché sono una donna che controlla un potere troppo alto. Voi non eravate lì, non avete idea di quello che ho visto." Dissi solamente, dopo giorni di silenzio strazianti "bene, era l'ultima possibilità di redimerti, giustiziatela." Disse un'altra voce altrettanto fastidiosa. Avrei potuto ribellarmi, uccidere tutti, ma non lo feci, mi fece solo ridere quella parola: -redenzione-, che io avessi confessato o meno sarei stata giustiziata in ogni caso. Avevo un piano ben preciso, o meglio mi ero messa d'accordo con una persona che avrebbe dovuto aiutarmi.
Aspettai, aspettai, aspettai ancora, ma non accadde nulla. Uno stregone aveva preso la katana e me la Puntò alla gola alzandomi la testa per far in modo che vedessero. Per loro ero uno stupido spettacolino. Guardai davanti a me con aria apatica. Ci furono secondi strazianti e poi sentii caldo. Una sensazione sgradevole di caldo che mi percorreva la gola, la mia voce non riusciva più ad uscire dalla bocca, sentivo il fiato mancare e in bocca avevo il sapore metallico del sangue. L'aria sapeva di sangue, la bocca era intrisa di ferro, stavo soffocando nel mio stesso sangue. Sentivo la pelle diventare sempre più fredda, non sentivo più le mani, poi le gambe e poi fu come sfiorare le porte dell'inferno. Non vidi nessuno e riuscii a fare l'unica cosa che avrebbe potuto salvarmi.
Ci fu silenzio, vuoto, non vedevo più nulla, non sentivo niente e i polmoni erano vuoti, senza aria.
Non so per quanto rimasi così, ma ricordo che poi aprii gli occhi di nuovo e feci un fortissimo respiro che gonfiò immediatamente i polmoni. Tossii, sputando sangue guardandomi attorno, alzai lo sguardo vedendo Il mio asso nella manica "sei in ritardo Satoru" dissi a bassa voce. Il mio incantesimo di inversione non era ancora completo. Ci sarebbe voluto un pochino prima che io riprendessi a parlare come si deve e che mi curassi del tutto dalla ferita mortale "Scusa, ma almeno sei viva! E poi ho parlato con i signori e sono giunto ad una conclusione" disse allegramente. Mi tirai in piedi a fatica "certo... Perché tu c'eri e sai che sono innocente" sussurrai respirando a fatica sentendomi però a mano a mano meglio "Certo che c'ero e so che sei innocente" disse aiutandomi a stare in piedi "[t/n] hai praticato comunque incantesimi proibiti, non potrai più combattere se non con stretta sorveglianza di uno stregone di primo livello speciale. Questa é la sentenza. Se userai la stregoneria verrai giustiziata e sta volta ci assicureremo che tu non possa più respirare." Disse una voce più profonda "bene" sussurrai alzando lo sguardo sentendomi privata di quello che sono e di quello che sono nata per essere. Guardai il bianco che abbassò lo sguardo quasi nervoso dalla sentenza "mi dispiace" riuscì solo a dire prima di portarmi via e condurmi verso quella che sarebbe stata la mia prigione.
Fine flashback

Da allora vissi fuori Tokyo in una villa molto grande che non mi faceva mancare nulla, potevo andare a molti templi vicini e potevo fare passeggiate nella natura, insomma ero confinata da tutto e tutti. Convissi con la mia solitudine e di quel giorno mi rimase solo una cicatrice sul collo. Vivevo la mia vita in tranquillità, convivendo col fardello di non poter usare le mie abilità.
Fino a quel giorno.
Quel magico giorno in cui la causa della mia prigionia graziata, fu anche la causa della mia libertà.

🩵HEHEHE🩵
CIAOOOO
non ho ancora iniziato e già ho fatto un casino, vi tengo un po' sulle spine✨

Spero che il capitolo vi sia piaciuto

A presto
ALIX 💜

il vuoto dell'infinito [Gojo x Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora