-È meglio che ti faccia respirare un po' d'aria fresca, sei d'accordo?- ho chiesto. Celestìne, ridacchiando, ha annuito, sebbene protestasse, mentre la trascinavo fuori dal cafè.
Era un bene anche per me. Avevo bisogno del cielo blu della città, del vento e di qualcosa da disprezzare. Così, ho dato la mancia al cameriere e mi sono dato alla ritirata.
Parigi era cambiata un bel po', da quando ero tornato a Charleville. Attorno a me era calato il silenzio indifferente di un giorno come l'altro; non percepivo neanche un sottile odore di sangue mischiato alla polvere; i cadaveri dei combattenti? Gettati nel cimitero e ripudiati. Che fine aveva fatto la Comune? Che fine aveva fatto il motivo di quei sacrifici umani?
Se fossi ritornato in quei momenti, avrei di nuovo indossato l'uniforme, scambiato qualche parolaccia con il generale di turno e difeso la Libertà ad ogni costo. Come avevo fatto quella volta. Il passato è passato, giusto? Per me non è così. E sentirlo ogni giorno è una rottura di palle. Per me, dobbiamo ancora lottare! Bismarck si è ritirato, gli italiani -da quanto ho letto sul giornale- si sono impossessati di Roma e noi stiamo ancora con le mani in mano. Sono molto contrariato e deluso. I francesi, certe volte, non li capisco.
Percorrendo le stradine del campo di battaglia di un tempo, ho intravisto una panchina e mi sono seduto con lei. Osservandola, ho ripensato al bacio nel treno e alla sua anima: un'anima pura, angelica, che se stringo troppo forte potrei spaccarla in mille pezzi.
Quei pezzi, se non sto attento, potrebbero galleggiare in acque sbagliate.Deve essere stato molto coraggioso da parte sua sacrificare la sua reputazione per me e e per la Libertà. Credo di essere in debito con lei. Io non so come ripagarla. Non so come amarla.
Per tutti questi sedici anni di vita, non ho fatto altro che guardare dall'alto in basso le persone che io ritenevo indegne di rispetto; le ho sempre umiliate con la mia Arte; ho sempre costruito un mondo estraneo a questi mortali imbecilli; adesso mi sono innamorato di una di loro. Ho avverito nell'anima sua un' inquietudine così forte, lancinante, che l'ho portata nel mio baratro.
Tra i sussurri della fata verde, l'ignoto costruito dalle droghe e l'oscurità della Musica non so se rimarrà stabile. La difenderò e le insegnerò come destreggiarsi in questo mondo intriso di veleno.
Dopo un po' di minuti, la mia amica è tornata in sè e mi ha osservato. La sua faccia da "post ubriacatura" mi ha divertito. Sembrava una bambina che si è svegliata dal sonnellino pomeridiano.
-Che è successo?- ha mormorato
-Ti sei ubriacata- ho risposto. -L'assenzio fa brutti scherzi ai novellini -
-Ah. Comunque, non ricordo cosa ho fatto.-
-Penso che tu abbia riso in modo sguaiato e urlato 'A noi due, a noi due!'-
-Davvero questo ho urlato?-
Ho annuito. Celestìne, arrossita, si è nascosta il viso con le mani, non sapendo se ridere o piangere per la vergogna .
-È normale, tranquilla. Quando mi sono ubriacato per la prima volta, ho fatto di peggio. Sono salito sul tavolo e ho ballato.- le ho raccontato
-Non ci credo-
-Invece sì! Ho anche detto molte parolaccie senza motivo.-A ripercorrere quel giorno, mi è salito sulle labbra un risolino.
-I miei amici si sono vergognati di me- ho soggiunto. Entrambi, ci siamo messi a ridere. Com'era incantevole Celestìne con il sole che le abbracciava il corpo, rendendola somigliante ad un essere etereo!Ho continuato a ridacchiare, finché non è arrivata una cameriera. Chissà che voleva...
Era una donna di quarant'anni, con il grasso fasciato malamente dalla divisa e tutta sudata.
-Signor Voult, signor Voult!- ha gridato, vedendomi incontro.
-Che succede?- ho domandato, prendendo la mano della mia ragazza, che si era ricomposta.
-Il signor Levrau vorrebbe invitarvi a pranzo. Ha letto le vostre poesie e, ammirato, ha richiesto la vostra presenza.-
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𝓑𝓸𝓷𝓳𝓸𝓾𝓻, 𝓪𝓶𝓸𝓾𝓻!
General FictionNel 1870, Celestìne si trasferisce a Charleville con suo fratello maggiore Claude, troppo schiacciati dai ricordi dei loro defunti genitori e del fortissimo odore di lavanda della Provenza. Tuttavia, a causa della loro situazione economica precaria...