11 Novembre, 1870
Oggi, verso le undici di un freddissimo martedì, Claude mi ha chiamato nel suo studio per comunicarmi una notizia eclatante. Non sapevo che cosa volesse da me. O voleva redarguirmi per non aver rammendato i suoi calzoni, o voleva che io aiutassi i vicini con il raccolto. In cuor mio, onestamente, presagivo qualcosa che era meglio non sapere.
Sono entrata. Scaffali imponenti di salice sembrano soffocarmi con l'odore di polvere, carte strappate dalle fauci dei tarli, apatia di stupidi eruditi e egoismo di chi non ha voluto condividere il suo sapere agli altri.
Una pelle di orso è stata sistemata al centro del parquet. Gli occhi vuoti dell'animale solleticano il mio senso d'inquietudine, come quelli delle bambole di porcellana: vitrei.
Davanti a me, il fratellone è seduto su un trono di velluto rosso, accerchiato, annientato da scartoffie, documenti, appunti e volumi dove i numeri si susseguono senza nessuna logica. Mi è sembrato angustiato.
Non ho saputo se rompere il ghiaccio oppure no. Per fortuna, Claude ha districato la matassa dell'imbarazzo.
-In questo periodo, non siamo messi bene con i soldi. Dopo la morte di mamma e papà, sono stato in grado di pagare la tua retta scolastica e le tue lezioni di pianoforte. Eppure, i debiti, come parassiti, si sono moltiplicati e non ho potuto pagare il prezzo. Allora ho licenziato le serve.-
-Questo lo so, fratello caro.- ho ammesso, sospirando. Mio fratello aveva la voce rotta, ridotta all'ultimo sprazzo d'acqua di un fiume che si sta prosciugando. La sua anima si stava disperando, si stava strappando i capelli, lo sentivo.
-Mi sei stata di grande aiuto, sai? Ho ammirato la tua forza. Sebbene tu avessi smesso di studiare, non ti sei mai lamentata, hai lavorato sodo e ci hai mantenuti entrambi vivi. Ti sei sacrificata per ben quattro anni! Ora, devo chiederti di fare una cosa spiacevole....- Claude si stava sentendo un verme.
Con lo sguardo, gli ho intimato di continuare.
-Ieri pomeriggio, ho incontrato un uomo dabbene. Si chiama Luis De Ville. Lui mi ha fatto entrare in casa sua. È piuttosto ampia! Praticamente, è costituita da corridoi molto lunghi. Pensa che sopra ogni quadro è appeso un crocifisso! Ho pensato che doveva essere molto religioso. E così era. Ogniqualvolta interrompevamo una conversazione, faceva grandi segni della croce. Dalla sua bocca, è colata una cascata di sermoni su Gesù, la Madonna e San Giovanni Battista. Non sapevo come interrompere quel parolaio! Per fortuna, ho approffitato di un attimo morto per raccontargli la nostra situazione.
Mi ha ascoltato attentamente e....ha proposto di sposarti.--E hai accettato?- ho mormorato, soffocando la voglia di urlare, piangere o attuare qualcos'altro di disdicevole.
Lui ha annuito.
-Cosa potevo fare? Non potevo lasciarti fare la prostituta in mezzo a una strada, nè badare ad un anziano demente. Non ho avuto altra scelta. Spero che tu mi possa comprendere.-All'improvviso, ho pensato che grosse macchie di fango mi avrebbero accecato gli occhi e che sarebbero potute diventare gocce, gocce che mi avrebbero macchiato il cuore.
Ho tremato come una foglia. Stringevo i lembi del mio vestito e una lacrima è calata sul mio viso.
Se fossi stata una ragazza normale, avrei pianto. Io no. Per non contrariare Claude, ho congelato la mia tristezza e il mio dolore. Mi sono soffocata.
Ho cominciato ad indietreggiare e a mormorare:- Mi hai deluso, mi hai deluso...- il mio tono era impercettibile.
Mi hai deluso
Mi hai deluso
Mi hai deluso
Mi hai deluso
Mi hai delusoRiuscivo solo a mormorare questa frase. Adesso che devo fare, diario? Uccidermi? Prostituirmi? Scappare? Scappare sarebbe una buona idea, ma non ho mai preso un treno in vita mia, da come ricordo. Inoltre non so dove andare, nè a chi rivolgermi. Sono senza parenti. Claude mi troverebbe subito e mi darebbe una punizione esemplare!
Se non posso scappare fisicamente, posso scappare con l'immaginazione. Forse Jean e la "cosa" che mi vuole far vedere potrebbero essere un balsamo per il mio cuore.
Arrivo, amico mio!
Ciao, lettori miei! Questo è un capitolo molto spiacevole:(
Se commentate qua sotto, ditemi che cosa ne pensate di quello che ha fatto Claude
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𝓑𝓸𝓷𝓳𝓸𝓾𝓻, 𝓪𝓶𝓸𝓾𝓻!
General FictionNel 1870, Celestìne si trasferisce a Charleville con suo fratello maggiore Claude, troppo schiacciati dai ricordi dei loro defunti genitori e del fortissimo odore di lavanda della Provenza. Tuttavia, a causa della loro situazione economica precaria...