20 ottobre, 1870
Caro Diario,
A volte il cuore è molto influenzato dal comportamento di una persona. Anche se cerca di fare la cosa più giusta secondo i suoi principi etici, si lascia guidare da chi è diverso e ha una filosofia sua, anomala e incompresa.
Non importa se questo individuo è autodistruttivo o indolente, tanto il cuore quanto l'anima cadrà ai suoi piedi, per non rialzarsi più.Oggi è stato il compleanno del mio amico. Da un lato ero contenta, dall'altro non sapevo se il mio regalo gli sarebbe piaciuto. Ti ricordi il rosario che mi ha dato la mamma prima di andarsene in Paradiso? Glielo voglio dare: un rosario è in grado di proteggere le persone, giusto? Nè il fuoco o il sussurro abbietto di Satana può scalfirle grazie alle perle in legno con cui si invoca la grazia di Maria.
Gli ho preparato una torta di mele che dovrebbero apprezzare tutti gli ospiti. Prima di andare, ho pregato Gesù affinché andasse tutto bene.
Giunta alla dimora dei Voult, ho notato che non erano venuti molti invitati. Anzi, c'erano solo mamma Voult e i suoi fratelli. Jean era con loro e, scorgendomi dal vetro appannato della finestra, mi ha fatto un cenno, come per invitarmi.
Dopo aver sospirato, stringendo tra le mani il dolce coperto da un panno bianco, sono entrata e ho fatto una riverenza.
-Buon pomeriggio Madame Voult- ho detto educatamente -mio fratello è in ritardo, ma mi ha detto che mi raggiungerà a breve.- poi, ho soggiunto sorridendo-Jean, buon compleanno-Il giovane, sorridendo, ha messo in mostra di nuovo il suo canino scintillante. Esternamente non si vedeva, ma dentro il vestito azzurro che ho indossato per l'occasione, tra le corde segrete del mio io si agitava il mare e si alzava il vento. Ho calmato questa tempesta, facendo un altro inchino.
-Dove posso mettere la torta?- ho domandato. La vecchia con il mento ha indicato un tavolino bianco al centro e su di esso ho lasciato il dolce.
Dopo un quarto d'ora di silenzio, il festeggiato ha detto a sua madre con indifferenza:-io e la mia amica andiamo nella mia stanza. Voglio mostrarle una cosa.-
Avrei voluto restare con gli ospiti, ma non ho protestato. Ero troppo in subbuglio. Mi aveva stretto la mano e, trascinandomi per le scale di legno scricchiolanti, ho pensato che mi avrebbe portato nella Geena.
Invece siamo andati nella sua stanza. Era piccola, con pareti dipinte di blu, il pavimento di legno permeato dalla polvere e un letto spoglio, un letto dalle lenzuola bianche e uno scaffale pieno di libri. Il ragazzo mi ha portato verso quest'ultimo.
C'erano dei titoli strani, che da un lato volevo rifuggire e dall'altro desideravo prendere e custodire sotto il pavimento, per trasgredire nel cuore della notte e per non sentire le urla di mio fratello, se mi avesse scoperto.
I fiori del male ,di Baudelaire
I miserabili ,di Victor Hugo
Notre-Dame de Paris,di Victor Hugo
Poesie Saturnine, di Paul Levrau
Feste Galanti, di Paul Levrau
Madame Bovary, di Gaston Lescaut
Il pomeriggio di un fauno, di Stephane MallarmèErano così tanti libri, tanti versi estranei alla mia realtà, che sapevano di oscurità, di trasgressione...di libertà. Era come se gli autori, occupandosi della stesura dei loro tesori, avessero provato a far capire a tutti come fosse per davvero il mondo, con le sue brutture e la sua crudeltà. La mia testa diceva di prenderli, eppure la mia coscienza mi rammentava di cosa avrebbe pensato di me se mi avesse scoperto con quelle "porcherie" in mano.
-Leggi "Notre Dame de Paris" e "I fiori del male". Ti mostreranno molte cose- il moro si era fatto serio e la sua voce, nel formulare quell'ordine, si era raffreddata e incupita. -Non te ne pentirai- ha aggiunto
Meccanicamente, ho preso la raccolta di poesie e il romanzo, mettendole nella mia borsa.
-Ti ringrazio, Jean...spero che non ti dispiaccia...-
-No. Leggili. Te lo ordina il tuo Vate- ha scherzatoMi sono messa a ridacchiare. Intanto dai passi pesanti che risuonavano sul parquet, ho percepito l'arrivo di Claude , il suo chiedere perdono per il ritardo e la cortesia con cui metteva da qualche parte il suo regalo.
-Ti ho regalato una cosa.- ho detto, fingendo di non avere paura del mio consanguineo.
-Ah, grazie-
Ho preso il rosario e gliel'ho messo tra le mani callose. -Ti proteggerà- ho provato a spiegare.
-Non ho bisogno di Maria. So badare a me stesso. Piuttosto, dammi le tue poesie. Voglio leggerle.-È da lì che si è spento il mondo. È da lì che ho intravisto la fine della mia riservatezza e la nascita della mia scarsa pudicizia e malvagità
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𝓑𝓸𝓷𝓳𝓸𝓾𝓻, 𝓪𝓶𝓸𝓾𝓻!
General FictionNel 1870, Celestìne si trasferisce a Charleville con suo fratello maggiore Claude, troppo schiacciati dai ricordi dei loro defunti genitori e del fortissimo odore di lavanda della Provenza. Tuttavia, a causa della loro situazione economica precaria...