Alghe e Fumo. Pesce e sale

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A Loguetown

- Questa città sa sempre di alghe e fumo. È rassicurante sapere che certe cose non cambiano, anche in un posto come questo, pieno di stravaganti e avventati pirati...-

- E già mia cara... Nemmeno tu sembri cambiare... non fraintendermi, ora sei donna nell'aspetto, ma hai la stessa espressione corrucciata della prima volta che sei venuta nel mio bar!- ride, e qualche goccia di rum cade sul bancone del "Gold Roger".

-Farò finta di non essermela presa. Che fai, dov'è la tua bottiglia?- Raoul mi passa la bottiglia e tiene per se il bicchiere.

-Sono fatto vecchio per bere, il mio fegato potrebbe esplodere.-

-Mollusco.-

-Sono ferito.- ride ancora, portandosi teatralmente una mano al petto. La sua risata assomiglia a quella di un cattivissimo pirata, ma la sua faccia non incute assolutamente paura, piuttosto le rughe sembrano aver addolcito i suoi lineamenti. Raoul era una specie di istituzione qui a Loguetown, almeno fino all'inizio dell'Era dei Pirati, non c'era pirata che non si fermasse a bere qualcosa e a raccontare la sua ultima avventura per mare a chiunque fosse seduto lì, per poi ripartire. Poi il comandante Smoker ha iniziato ad arrestare i pirati prima che potessero avere sete e i pochi che arrivavano al bar erano "ciarlatani coperti di salsedine" -sue testuali parole- e indegni di entrare nel bar dove il re dei pirati aveva bevuto l'ultimo goccio prima di affrontare la Rotta Maggiore.

La Rotta Maggiore... Mia madre ci raccontava sempre dell'anno passato nel mare più inospitale del pianeta, ma nonostante quei racconti di mostri marini e pirati impazziti fossero così spaventosi, lei rideva, sempre, e noi non potevano che sorridere e chiedere di continuare. Credo che quella curiosità non l'abbia mai persa, ancora oggi mi piacerebbe vedere con i miei occhi quello di cui tanto parlava mia madre. Ma la marina non si avventura in quelle acque senza una buona ragione, e non sono folle come un pirata. E certamente non potrei salpare da sola con la mia barchetta blu.

-Nonostante non ci siano più clienti ti ostini a tener aperto. Non capisco se tu sia cocciuto o stupido.-

-Hai la stessa lingua tagliente di tua madre ragazzina.-

-Ti prego...- gioco con le goccioline di liquore cadute sul bancone.

-Credo di non aver ancora perso le speranza che un pirata come Gold Roger prima o poi entrerà da quella porta. O forse sono davvero un idiota.- ride ancora, ma i suoi occhi fissi sulla porta sono malinconici. -E tu non pensare di uscire di qui senza pagare, non faccio mica la carità!-

-Si si...- prendo un'altra bottiglia dallo scaffale.

-Che ci fai qui? Un incarico della marina?-

-Non chiamarlo così, o sembra che sia una di loro.-

-Oh scusa, scusa. Un lavoro?- rimpiazza con una nuova bottiglia di rum il posto ora vuoto sullo scaffale.

-C'è un pirata con una grossa taglia che presto approderà qui... e che devo uccidere.- sbuffo.

-Ti pagano bene?-

-Tranquillo, posso pagare le due bottiglie.- lancio due monete d'oro sul bancone, prendo il cappello, accendo una sigaretta ed esco dal locale. Il vento soffia dal mare e porta con sé l'odore di pesce e di sale, credo di essermici abituata, ma non lo identificherei come profumo, e continuo a preferire l'odore di terra asciutta. Detesto il mare. Divertente no? La figlia di un pirata che odia il mare. In realtà la mia intera esistenza è un bel paradosso, alquanto esilarante in effetti. Mio padre era comandante di vascello della marina, Miracle il Grande del West. La sua flotta contava decine di navi, era la più grande del mare occidentale, ma ad essere più grande era la sua reputazione, al suo titolo corrispondevano oltre trecento esecuzioni di pirati, il numero più alto nella storia degli ultimi cinquant'anni nei registri della Marina. E mia madre si, era una pirata. Lei era una grande piratessa, comandante di una flotta composta da una dozzina di navi, la maggior parte guidate da donne, era imbattuta della parte meridionale del mare occidentale ed era rispettata perché aveva attraverso una parte della Rotta Maggiore ed era riuscita a ritornare illesa con il numero minimo di perdite. Bella O'Malley era davvero una grande piratessa, fino a quando non ha abbandonato la sua Jolly Roger per un soldato della Marina, lo stesso che la inseguiva da anni. Sembra una di quelle sdolcinate storie d'amore impossibile, ed in fin dei conti è proprio così. Nonostante i loro ruoli, il loro passato, si amavano tanto da sposarsi e mettere su famiglia, ignorando le regole non scritte della nostra società. Poi siamo nati io e mio fratello Aito e tutto era perfetto, come i nostri genitori non facevano che ripetere. E indovinate? Non era tutto perfetto, non lo era affatto. E alla fine entrambi sono morti, lui condannato a morte dalla Marina, lei uccisa dalla sua vecchia ciurma durante un assalto pirata alla nave dove si trovava. E io e mio fratello siamo stati lasciati a terra, affidati da mio padre al suo migliore amico, il vice-capitano John J. Yatamomo. Il resto della storia cerco di dimenticarlo.

4 ANNI PRIMA

-Nostro padre era un uomo egoista ed egocentrico, parlava di giustizia ma gli importava del suo nome più di qualsiasi cosa, nostra madre era un'idiota, ha lasciato il mare e tradito la sua ciurma per una prigione dorata e per un uomo che alla fine si è fatto ammazzare dai suoi stessi ideali incrollabili!-

-Non ti permetto di parlare così dei nostri genitori! Hanno perso tutto, è vero, ma per amore!-

-Per amore? AHAH. Sarà anche la verità, ma cosa conta di più? L'amore o la vita? Siamo a questo punto per colpa loro! Non capisci che a pagare per le loro maledette ambizioni siamo stati e saremo solo noi?- lo schiaffo sulla mia guancia risuona in tutta la stanza.

-Sarebbe stato meglio non nascere stai dicendo?!-

-Non alzare più le mani contro di me Aito, o le perderai.- sfioro l'elsa delle mia katana.

-Ora minacci anche il tuo gemello? Io sto cercando di farti ragionare, non puoi davvero voler diventare un pirata! E tutti gli allenamenti faticosi all'accademia della marina? Nostro padre ci ha affidato a Johnny perché crescessimo con dei sani valori e continuassimo a lottare per lui! Perché non si ripeta più una tragedia come quella che è successa a noi!- spingo via le sua mani strette sulle mie spalle.

-Un pirata? Io? Non puoi pensarlo devvero. Io odio i pirati, hanno ucciso mia madre, che tanto li rispettava. E la marina, ha ucciso mio padre, l'eroe che credi e probabilmente era davvero, per un infondato sospetto, per un tradimento che non è mai esistito, lui amava la sua divisa, ucciso per evitare mutamenti nel controllato ordine sociale stabilito dai capi. Ho accettato di frequentare l'accademia perché era il desiderio di Johnny ed ero in debito con lui per averci salvato la vita. Il diploma salda il debito. Ora sono libera.-

-Non puoi essere seria...- una lacrima scivola veloce sulla sua guancia, ma fa in fretta ad asciugarla.

-Lo sono. Ho mangiato quel frutto del diavolo del mare, e non sprecherò i suoi benefici e tutto il sudore di questi anni, diventerò una mercenaria, ucciderò e guadagnerò ricchezze per me stessa e secondo i miei principi. Tu diventa un bravo soldato, il migliore, e poi un capitano, diventa quello che hai sempre sognato. Ci rincontreremo e sarai sempre mio fratello. Ma le nostre vite si separano qui. Buona fortuna Aito!- supero la porta senza voltarmi indietro.

Io non sono un pirata! (One piece x OC) SOSPESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora