Ricordo di un sogno. Finalmente l'entrata!

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-Mamma, mamma, anche io voglio vedere i Re del Mare!- una bambina, probabilmente ha poco più di tre anni, tira la gonna della donna -sua madre- seduta su una sedia a dondolo, lei in risposta sorride, un sorriso carico di nostalgia. Ha lunghi capelli neri, sottili, con qualche sfumatura di blu, la pelle è ruvida e piena di macchie, probabilmente causate dalla troppa esposizione al sole, la luce del tramonto contorna le braccia muscolose e il profilo appuntito, è molto bella.

-Io no! Mi fanno paura Mimi!-  c'è anche un bambino, è seduto in braccio alla donna e tiene strette le sue piccole mani attorno al braccio della madre, che adesso lo stringe ancora di più al suo petto.

-E dai Aito, sei un fifone! Fi-fo-ne!- il bambino dai ricci neri incomincia a piangere per una innocua linguaccia. 

-Su, su... Le cose che non conosciamo ci fanno sempre paura, è naturale, mio piccolo Aito...- da un bacio sulla fronte del figlio.

-M-ma sono mostri mamma!- dice tra le lacrime. La sorella chiede insistentemente alla donna di essere presa in braccia, così da potersi sedere anche lei sulle sue gambe.

-Hai ragione...- la donna sembra rendersi conto solo ora di star parlando con un bambino, che come ogni bambino deve avere paura di creature mostruose come i giganteschi serpenti marini delle sue storie. Il suo sorriso sparisce, per assumere un'espressione più rassicurante -Non tutto quello che ha un aspetto mostruoso è per forza cattivo, ricordatelo Aito. Ma è normale che all'inizio ti faccia paura. Chi non ha paura, commette azione impulsive e pericolose, capito mia impavida Umi? La paura è il modo di comunicare del nostro istinto di sopravvivenza.-

-Ma io non ho paura mamma! Vuol dire che sono la più forte! Allora posso venire con te?- la donna la prende finalmente in braccio. La sua espressione sembra rilassata, eppure ha un qualcosa di triste. 

-Ah ah, lo so che la mia piccola conquistatrice dei mari è molto forte, ma dovrebbe dare ascolto alla mamma più spesso... La Rotta Maggiore non è un parco giochi, è un posto reale, pericoloso, nessuno può affrontarlo da solo, per questo che i pira/, i navigatori, viaggiano su grandi navi con la loro ciurma. Ma non sempre basta, è giusto che Aito abbia paura, perchè non sempre si è certi di sopravvivere.- il bambino fa la linguaccia alla sorella, che in risposta mette il broncio ad entrambi. 

-Umi, io sono la tua mamma. Credi che sarei contenta di sapere che stai navigando in un mare così pericoloso?-

-Però, però tu ci sei stata! Non è giusto! Anche io voglio vedere i giganti, le isole piene di neve, le sirene, e tutte quelle cose che ci hai raccontato!- nell'espressione della donna si legge chiaramente il rimpianto, difficile è capire se sia riferito all'aver raccontato quelle cose ai figli, o ad altro, a qualcosa accaduto molto tempo prima.

-Umi sei una scemotta!- urla il bambino.

-Come scusa? Tu lo sei di più!- un'altra linguaccia rivolta al fratello.

-Tu non hai nè la barca nè la ciurma, e hai sentito la mamma, senza non si può andare!- la bambina sembra rifletterci un po' su. Davvero poco. Qualche secondo dopo si alza in piedi, cercando di trovare un punto d'appoggio sulle cosce della donna.

-Possiamo usare la barca di papà! A te piace giocare con il timone, quindi sarai il tizio del timone! Papà sarà il tizio delle vele, la mamma può cucinare e indicarci la direzione!-

-E tu?- chiede il bambino mentre guarda affascinato, e un po' titubante, la sorella.

-Io sarò il capitano ovviamente! E con la mia spada vi difenderò dai mostri del mare! Ma solo da quelli cattivi! Con quelli buoni ci farò amicizia! Ora possiamo andare mamma?- la donna scoppia a ridere, non ho mai udito una risata più triste. 

Io non sono un pirata! (One piece x OC) SOSPESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora