Rei-Rei no mi

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-Allora caro spadaccino... vuoi farmi quella domanda o sei venuto qui solo per proteggere una damigella sola dai pericoli della notte?-

-Non sono come quel cuoco libertino...- improvvisamente la sua faccia è troppo vicina alla mia, credo che essere paragonato a Sanji, il suo acerrimo nemico, non gli abbia fatto piacere, ma avere i suoi sottili occhi verdi puntati nei miei non è piacevole. Si sente benissimo anche l'alito di alcool, sono certa che quella bottiglia di sakè non sia servita solo per le ferite.

-Ho notato.- silenzio. Mi volto dall'altro lato a fissare l'oceano. Azzarderei a dire che è un di quei silenzi imbarazzanti, se solo il mio interlocutore non fosse lui. Però per qualche strana ragione ci impegna un po' prima di parlare di nuovo.

-Il fantasma di Yumo ha ucciso tutti gli abitanti del suo villaggio natale. Karma gli ha vendicati.- ancora silenzio. Un'onda si infrange sullo scafo della nave. Istintivamente porto la mano sul fianco destro.

-Mi sono sempre chiesto come sia possibile che la stessa persona sia contemporaneamente il buono e il cattivo della storia. Hai una gemella segreta per caso?-

-Un gemello. E direi che non è affatto segreto, è un sergente della marina fiero del suo cognome e dei suoi principi di giustizia.- mi accendo una sigaretta.

-Ah, non mi aspettavo questa risposta... Comunque, a Loguetown era certamente il Fantasma di Yumo, qui sei sempre stata Karma, e il duello mi ha tolto ogni dubbio. Ma sono ancora curioso.- passo la sigaretta allo spadaccino che la rifiuta gentilmente.

-Perché dovrei soddisfare la curiosità di un uomo che conosco da pochi giorni, che per di più ha cercato di uccidermi poche ore fa?-

-Non devi. Ma avrei vinto io il duello. E questo sarebbe stato il mio premio.-

-Ah ah! Sai, non sei poi così male, Rononoa Zoro... Quando ero piccola ho mangiato il frutto Rei-Rei...-

...uno stupido cadetto lo aveva rubato da uno dei magazzini e lo aveva esposto in mensa, credeva fossero dicerie quelle sull'esistenza dei frutti del diavolo, ma non aveva il coraggio di provare sulla sua pelle. Non sei ben accetto nei ranghi inferiori sei hai abilità soprannaturali, e i superiori ti guardano male e con sospetto, così nessuno si sarebbe azzardato a mangiare quel frutto. Io e mio fratello eravamo costantemente presi in giro per il nostro passato, quella volta non era diversa ed eravamo stati presi in ostaggio dai quei cadetti -a pensarci oggi erano dei veri e propri bulli, ma all'epoca dovevamo tenere la testa basta, era un privilegio essere solo ancora vivi, figuriamoci nell'accademia- così mangiai io il frutto, lo avrebbero fatto mangiare ad Aito facendo leva sul suo stupido senso del sacrificio, usandomi come mezzo di contrattazione. E lui ci credeva dannatamente troppo nella marina perché io gli lasciassi bruciare la sua carriera per una buona a nulla come me. Poi quello stupido cadetto mi gettò in acqua e io stavo per affogare, nonostante fino a qualche istante prima ero certa di essere una bravissima nuotatrice -dopotutto mia madre era una pirata-. Nessuno sapeva di che frutto si trattasse, Johnny ha dovuto chiedere un paio di favori per facilitarmi la scoperta dei miei poteri, così che potessi allenarli. Ha dovuto chiedere altrettanti favori perché quel piccolo incidente in mensa non diventasse un colossale problema.

-Fantasma-fantasma?-

-Insomma, diciamo che dovrei essere un fantasma si. Il frutto è meglio conosciuto come "frutto non-morto".- o così hanno detto il pirata e il professore dell'accademia che Johnny ha consultato per me. Non ho mai rimpianto di aver mangiato quel frutto, gli altri cadetti da quel giorno iniziarono a guardarmi male per un motivo diverso dalla famiglia in cui ero nata, sono sicura che qualcuno avesse finalmente un po' paura di me, e che qualcun altro pregasse il suo dio perché venissi sbattuta fuori dall'accademia per quel gesto avventato. Ovviamente non è mai successo, anzi, il frutto mi aveva dato un nuovo stimolo per sopportare quella tortura che era rispettare il codice che aveva ucciso mio padre. Certo, la gente generalmente scappa o urla quando mi vede usare i miei poteri, ma sono abituata ad essere evitata da tutta la vita.

-Mh, quindi, in sostanza sei immortale?- per qualche strana ragione lo spadaccino accanto a me non ha né urlato, né è scappato via. Nessuno su questa nave -ok, Nami e Usopp hanno urlato- mi ha guardata male una sola volta. Forse sono semplicemente talmente tanto abituati alle stranezze da essere diventati immuni agli strani poteri che conferiscono i frutti del diavolo.

-Ah ah, magari. Credi che sarei qui ora? Probabilmente non sarebbe nemmeno vivo quel Rufy...-

-Questo lo vedo impossibile!- il tono della voce è sicuro e chiaro, deve nutrire una fiducia smisurata in quel pazzo per aver deciso di seguirlo fino alla Rotta Maggiore.

-Chissà! Prima o poi morirò anche io, per fortuna aggiungerei, ma fondamentalmente il mio corpo è più simile a quello di una persona che è morta da poco tempo, il sangue è tiepido e così denso da non sgorgare fuori nemmeno dopo un'amputazione, i legamenti e i muscoli sono estremamente flessibile, abbastanza da poter staccare e attaccare gli arti a mio piacimento. Non mangio cervelli però!- sembra fin troppo attento alle mie parole, e contemporaneamente sembra essere così annoiato da essere sul punto di addormentarsi.

-Deve essere comodo avere un corpo aggiustabile...- nessuno aveva mai usato quel termine, ma mi fa ridere. -E perché fantasma allora? I fantasmi non sono trasparenti? Non che ci creda, ai fantasmi...- si guarda attorno.

-Nemmeno io capisco completamente il mio frutto. Un vecchio pirata mi ha raccontato che la mia vita o la mia morte dipendono da quanto io sia concentrata, dal controllo, a seconda di questo posso decidere se essere umana, non del tutto morta, o un fantasma. Non che ci riesca a pieno, ma dovrei essere capace di fluttuare, diventare intangibile e cose simili stando alle sue parole... ha parlato di "abilità speciali" o qualcosa con la G... per ora sono capace di fare solo questo- stacco e riattacco la mano, lui ride. Non credevo avrei mai potuto avere una conversazione così lunga con una persona, fino a poco tempo fa credevo di non potere sopportare la presenza di altri umani, eppure sono comunque circondata da pirati -e che pirati!-

Il destino si prende gioco di me! Da sempre...

-Aspetta, aspetta! Cazzo quanto è complicato! Non ho capito niente ah ah! Scusa!- sembra più divertito di quello che dovrebbe essere, non ho nemmeno usato grandi paroloni. Forse va d'accordo con Rufy perché condividono la stessa intelligenza, si capiscono perfettamente.

-Ah! C'è un tizio alla marina che usa un frutto spaventosamente simile. Anche se forse è completamente diverso...- aggiunge dopo un po'.

-Non ti seguo-

-Si, c'è un sergente che può dare vita alle cose morte.- il mio cuore perde un battito.

-Sarebbe l'esatto opposto del mio frutto.-

-Ci sono arrivato anche io. Vi assomigliate molto ecco perché me ne sono ricordato. Non era stogranchè come soldato, e non faceva che blaterare di giustizia. Ci credi che ha provato a tagliarmi la testa? E a trafiggermi il petto! Povero...- sento i brividi correre lungo tutto il mio corpo. Credo di aver incomiciato a sudare freddo.

-Non ricordo il nome... mmm, forse era Ado? Ito? Toa? Tao?- ricordo di dover respirare.

-Aito?-

-Ah! Si! Esatto! Lui! Lo conosci?- non può essere vero! Non può essere lui! Deve essere una coincidenza!

-Lo hai u-ucciso!?-

-Nah, non uccido i soldati della marina senza un motivo. Si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato, ma fortunatamente quel capitano, Doppia J, lo ha portato via prima che perdessi la pazienza e rispondessi al suo patetico tentativo di uccidermi.- non sento più il cuore battere, ma tiro un sospiro di sollievo.

-Aito Miracle, sergente e vice-capitano della flotta del capitano di vascello Doppia J, Johnny J. Yatamomo.- silenzio. Dovrei essere infuriata, lo spadaccino di fronte a me ha ferito mio fratello, eppure l'unica cosa a cui riesco a pensare è che abbia mangiato un dannato frutto del diavolo. Lui odiava i possessori dei frutti nella marina. Io ho mangiato quel frutto perché non dovesse farlo lui e odiarsi a vita.

-Mi sono rovinata la vita per niente...- devo averlo detto ad alta voce, perché ho di nuovo gli occhi verdi dello spadaccino fissi sui miei. Mi colpisce la fronte con la sua e poi si alza.

-Aito, significa "oceano" nel dialetto dell'ovest... e "Umi" significa mare... i vostri genitori dovevano essere dei tipi davvero strani, ma divertenti!- rientra sottocoperta mentre ride a crepapelle. Per qualche strana ragione la rabbia e la delusione che provavo fino a qualche secondo fa sono sparite nel nulla.

Anche tu sei proprio strano, spadaccino!

Io non sono un pirata! (One piece x OC) SOSPESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora