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Era la fine di Dicembre, l'aria gelida colpiva i volti delle persone che aspettavano la nascita del nuovo erede della casata Kim,le porte a fisarmonica di legno celavano la nobil donna che all'interno, con la fronte imperlata di sudore, faceva nascere il suo terzo figlio, le levatrici aiutavano la donna nell'impresa mentre il marito, aspettava nel proprio studio la notizia.
Poi, un pianto nella notte squarció anche l'aria e poi urla di festa che dicevano: “È un maschietto, il nuovo erede è un maschietto!” si sentí per prima cosa, poi, con estremo stupore di tutti uscì una donna da lì, escalmando:“Ha i capelli biondi, sembra un angelo” che fece sorridere tutti i lavoratori di casa Kim.

Così era nato il soprannome, che aveva fatto il giro di mezza Corea ʼL'angelo Daeguʼ.
Crescendo, Taehyung, così l'avevano chiamano i suoi genitori, che significava prosperoso e di grande ricchezza, era diventato sempre più bello e ribelle, a quattro anni aveva iniziato a correre via dai barbieri di corte che volevano tagliargli i capelli, facendoseli crescere a caschetto, così che  che la madre dovesse sempre legarli a codino per mantenere un po' di decoro.
A sei, scorrazzava per i giardini reali, scappando dai maestri che volevano fargli imparare l'hangul, a sette si rifugiava nella cabina armadio della madre, rovinando diversi trucchi dopo averli messi in faccia.
A otto, si rifiutava di mettere vestiti propriamente maschili, iniziando a vestire con toni più calmi, come il viola o il bianco,giocando con le bambole di pezza, assieme a Iseul la secondogenita, uguale a lui in tutto, tranne per i capelli, lei li aveva mori.

Ai quattordici anni del ragazzo, i genitori iniziarono più che mai a rendersi conto che il loro figlio, era diverso da tutti gli altri, non parlava mai di ragazzine, elogiava solo i ragazzi della sua età e più grandi che vincevano le gare di aquiloni o di caccia, ormai i capelli da anni, li teneva sciolti, a caschetto, mossi e liberi, i vestiti, sempre larghi e di colori che variavano dal rosa, bianco e viola.

“Nostro figlio si comporta come una ragazza ” disse il padre, Kang-Dae, con tono preoccupato a Young-Jae, l'amata moglie “Lo so, caro, ma cosa possiamo farci noi oltre a tenerlo al più segreto possibile?” domandó pettinando i lunghi capelli neri con una spazzola che valeva più di una casa di qualche contadino.

Quando Taehyung aveva compiuto sedici anni, suo fratello, il primogenito, si era sposato con una nobil donna di un paese delle vicinanze, si era fatta una grande festa dove tutti i più grandi esponenti della Corea si erano uniti, e in quell'occasione Taehyung si mostrò nel suo vero splendore, con un Hanbok di linea uomo, ma con colori e ricami femminili.
Amici e nemici erano presenti alla grande festa di corte, festeggiando animatamente, e per quanto amasse le feste, si mise in disparte, uscendo nel giardinetto reale dove aveva passato tutta la sua infanzia, sedendosi su una panchina.

Aveva abbassato il grande cappello nero sul volto, così che la luce lunare non lo colpisse in pieno.
Fuori, lontani dalla festa, i festeggiamenti si sentivano in lontananza, accompagnati dalle cicale che cantavano, quando sentí dei passi sul sentiero di pietra, non si spaventó, rimanendo in quella posizione; sentí un lieve peso sulla panchina, alla sua destra, un calore estraneo proveniva da esso, si sentiva al sicuro, come se sapesse che quella persona non gli avrebbe fatto del male.

Sospirò appena, aprendo bocca per parlare, ma non fece in tempo che sentí delle labbra morbide, sulle sue.
Si muovevano, esperte, trascinandolo in quel bacio che sapeva di qualcosa, ma Taehyung non sapeva identificare cosa.

La persona poi, si staccó con uno schiocco, lasciando Taehyung di stucco,e  com'era venuta, era andata anche via.

Il ragazzo si alzò subito la visiera per vedere se ci fosse ancora traccia di quella persona, trovando solamente un nastro nero per terra, di raso.
Lo prese in mano, cercando qualche marchio, ma nulla;lo mise in tasca, pensando che un giorno avrebbe scoperto chi era stato il suo primo bacio.

Jeon Jeongguk era il secondo genito di Jeon Josik, l'aristocratico che governava Busan.
La madre era morta durante il parto per complicanze, lasciando l'uomo con un bambino di due anni e uno appena nato, così, subito, li affidò alla governante Somi che alla fine,  aveva fatto ad entrambi da madre.

I due fratelli erano i totali opposti, come il sole e la luna, il fratello, Changbin era il sole, con sempre quei vestiti bianchi e la passione per la musica, Jeongguk, invece era come la luna, nei modi, quasi freddo e calcolatore e  i vestiti sempre sui toni scuri, rossi o neri, la caccia era la sua passione, sin da quando era bambino.
Mostrava raramente affetto verso il prossimo, lasciando che questo velo cadesse su di lui, nominandolo 'Luna rossa'.

“Dovresti trovare moglie, Jeongguk, ora che hai ventitré anni, sei nei tuoi anni migliori, lo sai” gli disse il padre, accarezzando i due cani al suo fianco, enormi cani da caccia.
“Non voglio una moglie, anzi, non voglio nessuno” rispose con voce bassa, tenendo le mani dietro la schiena in una posizione rigida.
“E come dovremmo fare? Non puoi mica sposare un'asino!” esclamò massaggiandosi il ponte del naso.
“Io, a dir la verità avrei una soluzione,padre” rispose, accennando un piccolo ghigno che non presagiava nulla di buono,l'uomo, lo intimó di continuare facendo un gesto con la mano.
“Sapete il regno dei Kim? Sono nostri nemici..” iniziò, catturando l'attenzione di Josik.
“Vuoi sposare Iseul? Credo sia già promessa in sposa a dir la verità..” disse guardandolo, prima che Jeongguk scuotesse la testa.
“Ho sentito dire che l'ultimo figlio, l'angelo della Corea, ha dei modi..effemminati” rispose facendo un paio di passi.
“Se ci combinassimo a nozze, si formerebbe un'alleanza tra i due popoli, rendendoci più ricchi” si voltò a guardarlo per constatare che approvasse.

“Penseranno tu sia sodomita, Jeongguk” lo avvisó “Padre, di questo non devi preoccuparti, non toccheró mai, nemmeno con un dito quel ragazzo, é molto conveniente per entrambi, se si pensate, i Kim non dovranno soffrire di vergogna e noi, diventeremo più ricchi e un giorno ingrandire il nostro dominio” concluse il discorso con un sorriso soddisfatto “Ovviamente dovrete dire che è stata una vostra idea, tralasciando il fattore della vergogna”.
Aveva già calcolato tutto, ma aveva dimenticato una piccola cosa;Taehyung.
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Ho ripubblicato questa storia dopo un po' di tempo, perché credo meriti.
Vorrei ricordavi che quello che avete letto è frutto della mia immaginazione, e spero che nessuno copi o così via.
Ricordate, non è tutt oro ciò che luccica,quindi..state attenti ad alcuni personaggi.
Qui vi lascio anche delle immagini dei paesaggi e dei vestiti.
-Hera

 -Hera

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