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-Una settimana dopo-

Taehyung era appoggiato a guardare il piccolo laghetto che passava sotto al ponte, dove si trovava in quel momento.
Le carpe, nuotavano libere mentre mangiava i semi di fiore di loto, appena raccolti, bianchi e succosi.
L'aria primaverile iniziava a farsi sentire e così, anche l'odore di fiori.

"Signorino Taehyung,suo padre le vuole parlare" si avvicinò una domestica, più piccola di lui, nata e cresciuta la dentro.
"Arrivo subito" rispose, finendo l'ultimo seme, camminando lentamente verso lo studio di suo padre.
Era uno grandissimo, circondato da manoscritti e regole varie.
Taehyung fece la sua entrata, facendo poi un breve inchino.
"Mi avete chiamato, padre?" domandó, vedendo che al suo fianco sedeva la madre;pensó subito fosse cosa di estrema importanza per avere entrambi i genitori riuniti.

"Si, figliolo, siediti" indicó il cuscinetto davanti a lui, facendo sì che Taehyung si inginocchiasse lì.
"Hai da qualche mese compiuto vent'anni e ancora non hai trovato una moglie.." iniziò l'uomo "Anche se sappiamo i tuoi gusti, Taehyung" si affrettò a dire Young-Jae, annuendo appena,facendo alzare un sopracciglio a Taehyung.
"I miei..gusti?" domandó aggrottando le sopracciglia definite.
Odiava dare etichette, e in quel momento i genitori lo stavano facendo.

"Sì, sei più propenso al genere maschile, mi sembra, no?" domandó poi Kang-Dae, sistemandosi i vestiti ricamati.
"E con questo? Volete mandarmi via di casa?" chiese, facendo per alzarsi.

"Tra una settimana incontrerai il tuo sposo, Taehyung" si lasciò sfuggire la donna, lasciando il ragazzo di stucco.

Il suo sposo?

Subito riprese interesse, volevano darlo per caso a qualche vecchio con degli istinti repressi?
"Conosci i Jeon di Busan,nostri nemici da anni ormai" sospirò appena l'uomo, passandogli una lettera aperta che subito prese in mano per leggerla:

"Caro Kim Kang-Dae, qui è Jeon Josik che scrive,dopo giorni intensi a rimuginare sulla nostra inimicizia che dura ormai da troppo tempo, sono giunto ad una conclusione su cui vorrei ci pensasse su:mio figlio minore, Jeon Jeongguk di ventitré anni non ha intenzione di trovare una donna, e sentendo le voci che circolano su vostro figlio minore, credo che nemmeno lui sia intenzionato ad averne una.
Con questo non intendo offenderla in nessun modo.
I nostri due figli, se vorrà, si sposeranno.
Distinti saluti,
Jeon Josik"

"State scherzando, spero" mormorò, lievemente scioccato, Taehyung, posando sulla scrivania di legno massiccio la lettera.
"Io non mi sposerò con quello che chiamano Luna rossa! Il 'dio della caccia' e chissà cos'altro!" alzò di poco la voce, facendo sbattere al padre la mano sul tavolo.
"Non alzare la voce con me, signorino! Se tu fossi normale non saremmo in questa situazione" gli disse facendolo infuriare; come potevano dire quello del loro stesso figlio?
"Bene, allora io me ne andrò, non vi farò vergognare di avere un figlio anormale"rispsoe a tono, stringendo i pugni.
"Taehyung, non farlo, ti prego.." si alzò subito la madre, prendendolo per un braccio.
"Anche se sposati potrete avere le vostre relazioni, al di fuori, lui se vorrà avere una donna o tu un uomo come te, potrete averlo, ma ti prego, non andare via, accetta questo matrimonio.." gli chiese la madre con occhi pieni di lacrime.

Taehyung alzò bene il viso, pensandoci qualche secondo.

"Preparate un banchetto, voglio incontrarlo" disse prima di andarsene, col suo solito passo lento.
"É stato più..semplice del solito" disse Kang-Dae facendo ridacchiare appena la donna.
"Ti sbagli caro, sta solo pianificando il suo piano" rispose la donna, saggiamente, accarezzando il volto del marito.

"Un banchetto? É questo che vuole?" domandó Jeongguk leggendo la lettera che era arrivata dopo qualche giorno.
"Vorrà prima conoscerti, probabilmente.." rispose mesto l'uomo mentre guardava il figlio.
"Dovrò fare bella figura, allora" piegò la testa di lato, prendendo lui stesso carta, calamaio e pennino.
"Gli scriverò io stesso, penseranno sia più serio, in questo modo".

"Caro Kim Kang-Dae, sono Jeon Jeongguk, il vostro futuro, spero, genero.
Sono felice che suo figlio abbia proposto questo banchetto per iniziare il nostro viaggio.
Attendo sue ripose;
JJ"

Scrisse brevemente, con la faccia seria,la fece revisionare velocemente dal padre prima di spedirla con un messaggero.
"Dovremmo portare dei doni" pensò l'uomo quando il messaggero uscì dalla stanza, lasciandoli di nuovo da soli.
"Lo penso anch'io, ma cosa? Qualche collana o fermacapelli?" sospirò appena, toccandosi il mento liscio.
"Un gioiello di tua madre, ad esempio" propose l'uomo, facendo voltare subito il ragazzo, che lo guardò come se fosse impazzito.
"Cosa state dicendo, padre?" si alzò "Solo un anello abbiamo dato alla moglie di mio fratello, ma lui, un uomo, non può indossare i gioielli di mia madre" si impuntó diventando quasi rosso in volto.

"È per la facciata, Jeongguk, capisci" rispose intimandolo con lo sguardo di sedersi,ma il ragazzo non pensò nemmeno per un secondo di sedersi e riprendere il controllo.
"Capisco troppo bene, padre, perciò ora scenderò in paese e comprerò un gioiello" rispose sistemando i vestiti neri.
"Con permesso" uscì velocemente dallo studio, con faccia indifferente, ma dentro ribolliva di rabbia, come aveva potuto pensare solo per un secondo di donare un gioiello della sua defunta madre ad un uomo che sposava solo per il bene del suo paese?

Si avvicinò alla stalla per prendere il suo puro sangue nero.
"Signorino, Saetta ha appena mangiato" lo avvertì subito lo stalliere facendo un inchino.
"Va bene, andrò piano" rispose camminando dritto, senza fermarsi prima di aprire il portoncino di legno dove si trovava l'animale,gli accarezzó il muso, accennando un sorriso, uno dei pochissimi che rivolgeva.
"Andiamo in paese, piccolo.." mormorò continuando ad accarezzarlo prima di sistemare tutto e montare a cavallo.
Il palazzo dove si trovavano era più in collina, i due scesero lentamente da lì;
Jeongguk continuava a parlare con l'animale, come se potesse sentirlo e rispondergli.
"Sposerò l'angelo della Corea, ma non penso che sia reale la facciata dell'angelo, forse dietro si nasconde un diavolo che si scontrerà con me, sarà divertente però, stuzzicare la pazienza di qualcuno come lui, vero Saetta?" domandó, ricevendo in risposta un nitrito da parte sua,mentre si addentrava nella città.

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Siamo giunti alla fine del secondo capitolo, all'inizio forse è un po' lenta ma le cose cambieranno, spero di riuscire a fare una storia più strutturata rispetto alle altre, più completa.
-Hera.

♚Angel|jjk;kthDove le storie prendono vita. Scoprilo ora