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“Signorino Jeon, questo è un bellissimo gioiello da regalare ad una persona amata, la prego, veda” disse l'uomo che vendeva dei gioielli costosi, fatti interamente a mano.
Gli aveva porso una collana con un ciondolo blu,talmente brillante da accecare gli occhi delle persone.

“Va bene, lo prendo” rispose prendendo una piccola sacca, piena di monete d'oro.
“Signorino, scusi l'insolenza, ma chi è la fortunata? Si conosce in paese?” domandó l'uomo, dopo aver preso il denaro.
“Questo sarà un dono, se accetterà lo saprete subito in paese” rispose brevemente, racchiudendo il ciondolo in un sacchetto di seta,prima di lasciare il negozio.
Tenne in mano il ciondolo camminando verso il suo cavallo,si sentí tirare l'hanbok e subito mise una mano sulla spada, che portava sempre con sé.
“Ggukie, sono io” rispose prontamente la ragazza, più bassa di circa venti centimetri, la figura esile coperta da dei vestiti pregiati e ricamati, i lunghi capelli neri raccolti in una treccia.
“Hara, cosa fai?” domandó Jeongguk, guardandola dall'alto, con uno sguardo interrogativo.
“Sono venuta a Busan, a breve sarei passata a palazzo per salutarti” rispose sorridendo con quelle labbra tinte di rosso.
“Ti potevo far provare nuove cose che ho imparato, sai..” mormorò a bassa voce, facendogli un occhiolino.

Hara, era una prostituta di alti livelli, conosciuta verso la capitale.
“Non ne ho bisogno, ora se non ti dispiace..” rispose con sguardo e volto ben piazzato in alto.
“Non vuoi farti vedere con me, vero?” accennò una piccola risatina seducente.
“Mi sposerò, quindi almeno per la facciata devo essere pulito, ora hai capito?” domandó alzando un sopracciglio.
Jeongguk, sin da bambino, aveva un aurea spaventosa, quasi tenebrosa, data dal suo vestire sempre scuro o dalla faccia sempre seria.
“Il nostro Jeonggukie si sposerà, e chi sarà la fortunata?” domandó mettendo le mani dietro la schiena.
“È un ragazzo” rispose brevemente, facendo diventare pallida la ragazza, che cercò di parlare senza riuscirci.
“No, non mi piacciono gli uomini, é per la facciata”sospirò appena Jeongguk, voltando lo sguardo verso Saetta che aspettava impaziente il padrone.
“Mi era quasi venuto un infarto, pensavo fossi-” stava per dire prima che Jeongguk, senza aspettare oltre, andasse via, lasciandola sola.
“Guarda quel ragazzino” borbottó scuotendo appena la testa prima che un signore gli facesse un fischio.
                         

“Quindi arriveranno stasera, padre?” domandó Taehyung, dopo aver posato il cucchiaio di ceramica dentro una zuppa di tofu e verdure.
“Si, verso le nove, secondo i miei calcoli,gli mostreremo le camere e domani ci sarà il banchetto” rispose annuendo.
L'uomo, dopo aver ricevuto la lettura, l'aveva fatta leggere subito al figlio che aveva solo accennato una risatina.
La risposta, era arrivata al palazzo Jeon dopo due giorni, e dopo altri due, Josik aveva scritto la data e ora di partenza.
“Se la prendono con comodo, a quanto pare” borbottó il ragazzo, mettendo in bocca un quadrato di tofu.
“Sono più di due giorni di cammino intenso, saranno stanchi quando arriveranno qui” rispose la madre, mettendo una mano sulla schiena del figlio, accarezzandola.
In realtà, Taehyung aveva proposto quel banchetto per tentare di frenare la voglia di sposarlo, senza riuscirci.
“Lo so, per questo accoglieró per bene il mio maritino” accennò un piccolo sorriso ironico, il biondo, prima di continuare a mangiare la cena.
                         

“Quello è il palazzo Kim, giusto padre?” domandó Jeongguk, guardando in lontananza un palazzo che sembrava celestiale.
C'era stato solo una volta, al matrimonio di uno dei figli di Kim Kang-Dae.
“Esattamente, guarda, lanterne da per tutto, e sono solo le nove passate” rispose cavalcando col suo cavallo bianco.
“Il loro dominio è più vasto del nostro, padre, sono anche più ricchi” constató Jeongguk tenendo bene le redini di Saetta che galoppava a passo fiero accanto l'altro purosangue bianco.
Il messaggero, davanti a loro, era già andato ad annunciare i Kim del loro imminente arrivo.
“Mi raccomando, comportati bene, fa finta di adularlo, ti do il mio permesso” gli disse prima di varcare le cancellate enormi, bianche.

Quel posto era davvero paradisiaco, immerso nel verde, pieno di laghi o fiumiciattoli,come a trasmettere tutta la calma che quel posto poteva donare.
“Buonasera, signori Jeon” li accolse una donna anziana  dai capelli bianchi e un hanbok marrone,facendo un inchino.
“La famiglia Kim stava aspettando nella sala da the, desiderate anche voi del the con dei biscotti?”domandó cortesemente, l'uomo annuì, per poi farsi accompagnare verso la sala decorata d'oro.
“Jeon Josik, che piacere vederti” li accolse la voce dell'uomo, senza nemmeno un filo di barba in faccia.
Dietro di lui, la moglie che si era alzata per salutare e infine l'angelo , seduto composto per terra, con la schiena dritta e lo sguardo rivolto verso la tazzina che aveva in mano.
“Kim Kang-Dae, piacere mio” rispose facendo un breve inchino.
“Piacere, Jeon Jeongguk, secondo nella linea di successione Jeon” disse Jeongguk, sistemando lì dove aveva la spada, con un lieve sorriso di cortesia verso i più adulti.
“Taehyung, vieni a presentarti” lo incitó il padre, facendo alzare il ragazzo, sistemarsi gli abiti e alzare lo sguardo verso i due ospiti.
“Kim Taehyung” abbassò la testa,con voce inaspettatamente più bassa e mascolina di quanto Jeongguk ricordasse.
I loro occhi si scontrarono per qualche secondo, come a sfiorarsi e bruciarsi.
“Incantato” annuì Jeongguk, avvicinandosi per prendere una sua mano e baciarla, una mano  grande e lunga , adornata da diversi anelli fini ed eleganti.
L'aveva baciata come se fosse davvero la mano della sua futura sposa.

In quel momento, si potevano sentire solo loro due e così, con nonchalance, Taehyung disse “Se pensi sia così facile, hai sbagliato persona..ti farò pentire di questa tua scelta, Jeon Jeongguk” mormorò, con un finto sorriso sul volto.
“Sono pronto, Kim Taehyung” alzò lo sguardo sul suo, annuendo appena.

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Fine del capitolo tre, i futuri sposi si sono incontrati, o meglio, rincontrati.
Pareri sulla storia? E ricordatevi di commentare, ok?
-Hera

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