23 - Un vecchio dolore

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Mathias Lurtz aveva assistito all'incidente dei tori senza intervenire, nascosto su un tetto insieme ad altri quattro uomini. Quando la polvere si era posata nuovamente sulla strada e i tori erano spariti chissà dove, accompagnati da urla terrorizzate, aveva ordinato ai suoi di ritrovare il ragazzo e il Cercatore mentre lui si sarebbe occupato della giovane donna.

Non aveva fatto fatica a trovarla, sdraiata per terra, svenuta.

Aveva pensato di prenderla in quel momento ma lei si era risvegliata all'improvviso e lui aveva deciso di attendere ancora un po'.

Si era alzata, incerta sulle gambe, e aveva cominciato a camminare per le viuzze di Bethel come se stesse seguendo qualcuno anche se, come Mathias Lurtz poteva vedere dalla sua posizione privilegiata, non c'era nessuno a parte loro in quella zona.

Incuriosito, aveva continuato a seguirla, saltando di tetto in tetto, silenzioso come un gatto, fino a quando non era entrata in un giardino abbandonato e si era fermata di fronte a una vecchia fontana.

Lì era successo qualcosa di strano. Mathias Lurtz aveva sentito rizzarsi i peli sul collo e aveva capito che la ragazza stava usando il Dono. Doveva essere davvero potente se pure lui, un semplice essere umano, poteva avvertirlo da così distante.

Acquattato sul tetto del palazzo più alto, la osservò mentre s'immobilizzava, come in preda a uno stato di trance. 

Gli occhi spalancati a fissare il vuoto, la bocca dischiusa che mormorava parole incomprensibili, il corpo rigido, la mano sinistra che sembrava artigliare l'aria in preda a spasmi di dolore... 

Improvvisamente, il corpo della ragazza tornò normale, così come il suo viso e lei si riscosse. Si guardò attorno, confusa, e fece per uscire dal giardino ma Mathias Lurtz aveva altri piani per lei.

🏰

Il Cercatore s'inoltrò nella folla.

Una funerea sagoma circondata da luce e colori vivaci. 

Nulla sembrava sfiorarlo, non la gioia, l'entusiasmo, i sorrisi di quei volti a lui estranei, quasi odiosi.

Nulla poteva distrarlo dal suo obiettivo.

Nemmeno il venir meno ai suoi doveri, nemmeno il pensiero che i due giovani contadini potessero finire nelle mani del Tempio.

Ormai i suoi piani erano andati in malora, tanto valeva approfittarne.

Doveva sapere, doveva vedere con i suoi occhi.

Lei...

Raggiunse la piazza ormai gremita.

I banchi dei mercanti come isole in un mare di teste e cappelli colorati. 

Oltre quella distesa tumultuosa, stagliato contro la collina sulla quale sorgeva il palazzo reale, c'era il palco. 

Alto, imponente, decorato con statue e stucchi dorati.

Poltrone dagli alti schienali erano poste sopra di esso, riparate da un baldacchino di pesante broccato rosso, mosso appena dal vento.

Una fila di guardie armate, in alta uniforme, separava quello spazio sacro, quella parte di mondo irraggiungibile, dalla folla in attesa.

Il Cercatore avanzò verso il palco, costeggiando le case che si affacciavano sulla piazza.

Si fermò dietro a un carro che trasportava barili, in un punto che gli consentiva divedere con chiarezza senza essere visto.

La sua ferita cominciò a pulsare.

Il Bastone del Verbo - Libro Primo (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora