27 - Un nuovo amico

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"Fermi!"

Il Cercatore li fece arrestare all'improvviso.

Corha e Fergus si guardarono senza capire e sbirciarono oltre la loro nera guida per capire cosa l'avesse indotto a fermarsi.

"Passeremo per il sentiero che taglia il bosco" disse infine il Cercatore, dopo aver riflettuto per qualche minuto. Fece girare lo stallone e imboccò una stradina che s'inoltrava tra gli alberi, a destra della comoda via in terra battuta.

Quando Corha spronò in avanti la sua cavalla, scorse, nella piazza del villaggio verso il quale stavano viaggiando, un manipolo di cavalieri dai mantelli bianchi, la croce rossa ben visibile sulle loro schiene.

Fergus le si accostò senza capire.

"Chi sono quelli?"

"Soldati del Tempio, il Cercatore mi ha spiegato che non è il caso d'incrociare il loro cammino"

"E quando te l'avrebbe spiegato?"

"La notte scorsa, mentre dormivi"

"Avete parlato senza saltarvi alla gola? Sul serio?"

Fergus era sinceramente stupito e Corha, nonostante avesse gradito assai poco il commento, decise di non dirgli nulla. Le faceva piacere vederlo di nuovo in sé dopo le giornate appena trascorse.

"Muovetevi!"

La voce del Cercatore li fece sussultare. Spronarono i cavalli e lo raggiunsero.

Come avevano immaginato, il sentiero che attraversava il bosco gli avrebbe fatto perdere più tempo del previsto senza contare che le provviste cominciavano a scarseggiare e avevano già pregustato l'idea di un pasto caldo consumato in una locanda il che non migliorava certo il loro umore.

Avanzarono lentamente fino a quando non udirono l'allegro frusciare di un corso d'acqua.

Giunsero in riva a un fiumiciattolo, largo qualche metro e poco profondo ma abbastanza invitante da spingerli a fermarsi per abbeverare i cavalli e per riposare.

Corha scivolò goffamente giù dalla sella e si tolse il mantello. Quella era la prima vera giornata calda della stagione, il sole era alto nel cielo azzurro, gli uccellini cinguettavano allegri e le foglie delle betulle frusciavano melodiose.

Alti cespugli di mirto tendevano i loro rami verso il cielo in cerca di sole mentre ai loro piedi fiorivano margherite gialle e violette.

Corha lasciò che Grey brucasse libera l'erbetta verde e si sedette in riva al fiumiciattolo, sbocconcellando un tozzo di pane ormai raffermo.

Per la prima volta da giorni, si sentiva rilassata e tranquilla, nonostante il viaggio fosse ancora lungo e irto d'incognite.

In quel momento non le importava.

Si slacciò la giubba e si sdraiò, le braccia incrociate sotto la testa.

"Fa questo effetto anche a me" commentò Fergus sedendosi accanto a lei. Fissò il suo viso baciato dal sole primaverile, le labbra piegate in un leggero sorriso, gli occhi chiusi.

Avrebbe tanto voluto baciarla...

"Non possiamo fermarci troppo"

La voce del Cercatore lo fece sussultare. Si mise a rovistare nella sua sacca da viaggio sperando che la loro scorbutica guida non l'avesse sorpreso mentre si perdeva in quelle fantasie.

Mangiò qualcosa e si sdraiò accanto a lei, sbirciandola di tanto in tanto con la coda dell'occhio. Quel posto gli ricordava casa, gli ricordava un tempo che ormai sembrava lontanissimo, un'altra vita.

Il Bastone del Verbo - Libro Primo (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora