25 - Il viaggio prosegue

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Il silenzio continuava a regnare tra loro e quelle ore di viaggio, tra stretti sentieri, gole e folate di vento gelido, trascorsero lente e sfiancanti.

La Corona di Spine era ormai alle loro spalle, un'ombra scura inghiottita dalla sera.

Bethel e tutto ciò che lì era accaduto erano ricordi, resi meno vividi dalla stanchezza che cominciava ad aggredirli.

Fergus e Corha, nonostante avessero passato quasi ogni minuto degli ultimi dieci giorni in sella a un cavallo, consumando pasti frugali e dormendo spesso per terra, non erano ancora abituati a quel tipo di vita. Senza contare che la pausa a casa di Judith aveva fatto emergere una serie di lividi sul sedere e nella parte interna delle cosce che adesso facevano più male che mai.

Non erano pronti ad affrontare quel viaggio, né nel corpo né nello spirito ma era troppo tardi per tornare indietro.

Anche volendo, Corha non avrebbe potuto perché non aveva più un posto al quale fare ritorno mentre Fergus, con molta probabilità, non sarebbe stato accolto con dei festeggiamenti se avesse mostrato nuovamente la sua faccia a casa.

Fergus sospirò, ripensando alla madre, alla sorella e al fratellino che non aveva conosciuto. Si ripeteva ormai da giorni di aver preso la decisione giusta andandosene in quel modo ma non ne era affatto convinto.

D'altro canto, come avrebbe potuto lasciar scivolare via Corha dalla sua vita come se non contasse nulla per lui?

La voce dell'amica lo riportò alla realtà.

"La cena è pronta" esclamò, porgendogli una ciotola con dentro una zuppa composta da verdure disidratate e acqua.

Fergus fece una smorfia.

"Almeno è calda, purtroppo mi devo arrangiare con quello che ho" si giustificò Corha, notando l'espressione dell'amico.

"Scusa, la zuppa non è così male..."

Il silenzio calò nuovamente come una fastidiosa coperta logora mentre sorbivano la pietanza assorti nei loro pensieri. Corha studiò Fergus attraverso il vapore della zuppa, gli stava lasciando del tempo per decidersi a raccontare cosa fosse accaduto a Bethel di preciso ma cominciava a perdere la pazienza.

"Finalmente hai messo via il coltello" commentò distrattamente, fissando il fuoco.

Fergus ebbe un sussulto e si portò d'istinto una mano al fianco, nel punto in cui aveva sistemato il pugnale, fissato alla cintura dei pantaloni.

Corha si pentì subito di averlo stuzzicato, era evidente che non fosse ancora pronto a parlarne. Doveva imparare a contare fino a dieci prima di dare fiato alla bocca, glielo diceva sempre anche Winifred.

Si alzò e andò a sedersi accanto a lui, dandogli una spallata amichevole per consolarlo.

"Come stai?"

Fergus finì di bere la zuppa e si mise a fissare le fiamme guizzanti del fuocherello davanti a loro.

"Meglio, credo"

"Scusami se sono stata brusca è che non sopporto il fatto che tu non mi parli. Puoi farlo, sono tua amica. Ammetto di non essere stata proprio la migliore delle amiche possibile ma sono qua e tu puoi contare su di me"

"E' molto bello quello che stai dicendo e so che sei seria ma so anche che mi stai dicendo queste cose tanto romantiche per obbligarmi a parlare"

Corha strabuzzò gli occhi e poi si mise a ridere.

"Maledizione, mi conosci davvero troppo bene!"

Anche Fergus si mise a ridere ma l'ilarità subito svanì, riassorbita dai tristi pensieri che non gli davano pace. Forse parlarne gli sarebbe servito, dopotutto.

Il Bastone del Verbo - Libro Primo (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora