CAPITOLO 6

3 2 0
                                    

Alte Nationalgalerie

Berlino

6

Il galà stava giungendo al termine. Erano quasi le due di notte e la sala in cui gli ospiti avevano chiacchierato e bevuto fino a quel momento si stava piano piano svuotando. I quadri impressionisti oggetto dell'evento erano già stati prelevati dal personale di sicurezza che adesso stava ripercorrendo i corridoi del Museo per riporli nelle rispettive sale. La sorveglianza si era perciò spostata verso l'uscita al primo piano, là dove le telecamere stavano inquadrando e monitorando i circa cento invitati che lentamente stavano lasciando la Alte Nationalgalerie. La doppia scalinata che conduceva all'esterno era gremita di persone, molte delle quali si erano fermate sotto la grande statua equestre di Federico Guglielmo IV continuando a parlottare sotto la luce splendente di una luna quasi del tutto piena.

L'aria era frizzantina e umida a causa di una leggera brezza proveniente dal vicino fiume Sprea e la stessa statua di bronzo appariva come rivestita di una patina di vapore. In giro non c'era nessuno. Se non fosse stato per il monotono e basso chiacchiericcio degli ospiti del galà, quella parte dell'isola dei Musei sarebbe stata avvolta dal totale silenzio, rotto soltanto dal ritmico sciabordio delle piccole onde del fiume che s'infrangevano sugli argini.

Le luci del Museo si erano spente facendo piombare le sale nell'oscurità. Solo una piccola luce brillava al primo piano, là dove Bernard Blanchard stava attendendo in silenzio l'arrivo del Direttore. Ottenuto l'invito grazie al tempestivo intervento di Margot, per tutta la sera non aveva fatto altro che mescolarsi agli invitati cercando di farsi notare il meno possibile, aspettando la chiusura per esaminare in tutta calma il quadro di Böcklin.

Si guardò intorno, ma ancora non si vedeva nessuno. Era stata un'idea sempre di Margot quella di sfruttare il galà. Il fatto che l'esposizione privata si sarebbe protratta ben oltre l'orario di chiusura le aveva fornito l'occasione perfetta per non destare sospetti e lui non poteva che concordare.

Come poi avesse fatto a convincere il Direttore ad autorizzare quel particolare strappo alla regola, non ne aveva davvero idea, ma conoscendo le risorse della Horus non se ne meravigliava poi più di tanto. Ciò che lui sapeva era solo che, se le opere di Böcklin rappresentavano una delle attrazioni più importanti del Museo di Berlino, ciò si doveva soprattutto a quella copia dell'Isola dei Morti, non solo per il suo forte legame con la figura di Hitler, ma anche per il profondo simbolismo insito nell'immagine stessa.

Si tastò la tasca dei pantaloni là dove teneva lo scanner a raggi X portatile e i guanti. Gli era stato detto che doveva esaminare il quadro in ogni singolo aspetto perché forse poteva contenere dei simboli nascosti o dei riferimenti di qualche sorta e quel piccolo strumento potente era l'ultimo ritrovato in materia. Lui non aveva posto domande, non era il suo compito. Ciò che doveva fare era solo eseguire gli ordini e gli era stato garantito che avrebbe avuto tutto il tempo necessario. Le telecamere sarebbero state spente e nessuno al di fuori di quelle mura avrebbe mai detto una parola sulla sua presenza, nessun accenno nei registri e anonimato più totale.

Dei passi leggeri lo distolsero dai suoi pensieri. Si voltò e vide una figura sbucare dal buio e avvinarsi.

«Monsieur Blanchard» disse l'uomo tendendogli la mano «sono Armad Leroux. Mi segua per favore.»

Aveva il volto tirato e nervoso e si vedeva chiaramente che non era felice di quella collaborazione.

Bernard lo seguì in silenzio attraverso un lungo corridoio fino a che non entrarono in un'ampia sala. Il Direttore accese le luci e gli indicò con una mano il quadro di Böcklin. Lui si avvicinò osservando quella strana e inquietante immagine che ritraeva un isolotto racchiuso da alte scogliere con al centro una fila di cipressi e delle strutture bianche di origine templare intervallate da misteriose camere sepolcrali.

 Lui si avvicinò osservando quella strana e inquietante immagine che ritraeva un isolotto racchiuso da alte scogliere con al centro una fila di cipressi e delle strutture bianche di origine templare intervallate da misteriose camere sepolcrali

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Era stato realizzato nel 1883, come diceva la targhetta espositiva posta sotto, un olio su tela di circa centocinquanta centimetri per ottanta. Lui non era mai stato un grande amante dell'arte, ma doveva ammettere che quel dipinto era davvero inquietante. Forse ciò era dovuto ai colori scuri, o all'atmosfera tetra o allo stesso specchio d'acqua innaturalmente immobile quasi come una lastra tombale, non avrebbe saputo dirlo con certezza. Sta di fatto che quel dipinto emanava qualcosa di sinistro, esattamente come quella piccola imbarcazione ferma vicino alla riva con a bordo una misteriosa figura ammantata di bianco posta dietro un feretro ornato di festoni.

«Mi hanno detto di lasciarle tutto il tempo di cui ha bisogno» la voce di Leroux era carica di tensione «mi auguro che sappia quello che fa.»

Bernard si voltò a annuì. Il Direttore uscì dalla sala espositiva a passo rapido lasciandolo solo, immerso nel silenzio. Lui si mise i guanti e tirò fuori il rilevatore. Per prima cosa avrebbe dato un'occhiata alla tela visto che era là sotto che di solito venivano nascosti i messaggi in codice o qualunque altra informazione che dovesse rimanere segreta. Lo strato d'olio, in quel caso, avrebbe facilitato molto la copertura di eventuali segni che non dovevano essere visibili a occhio nudo, quindi, se avesse avuto fortuna, avrebbe potuto risolvere la faccenda nel giro di poco tempo. Se poi non avesse trovato nulla, avrebbe tolto il quadro dal supporto a muro e verificato sul retro, dietro la cornice.

Diede uno sguardo all'orologio. Segnava le due e mezza di notte. In quel momento la luce che illuminava la sala si spense di colpo e lui si trovò all'improvviso avvolto dalla più totale oscurità.

L'ISOLA DEI MORTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora