CAPITOLO 15

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Amburgo

Centro di Ricerca D.E.S.Y.

15

Karl Wagner rientrò nell'ECR con la mente avvolta da un sacco di pensieri. Se da una parte quella breve telefonata l'aveva messo di buon umore, dall'altra lo aveva agitato. Il vecchio Dönitz non aveva rivelato dove si trovasse l'altra copia del quadro, ma, quasi fosse una sua ultima sfida, aveva fornito solo degli indizi costringendolo a concentrarsi su quella strana frase, sulla sentinella e su Rheinsberg, qualunque cosa volessero dire, nella speranza di trovare il collegamento mancante.

Altro tempo perso.

«Ci siamo, ministro» la voce della dottoressa Dietrich lo riportò alla realtà. Si voltò verso di lei con i pugni stretti e gettò il suo sguardo sul monitor centrale, là dove un enorme fascio luminoso simile a un serpente si andava sempre più assottigliando su se stesso fino a diventare un raggio laser sottilissimo come una capocchia di spillo.

«Adesso che si è formato» fece ancora Karen con una voce che lasciava trapelare tutto il suo orgoglio «passerà alla velocità della luce attraverso una serie di macchinari fino ad arrivare qui, all'ECR, per incanalarsi in quel tubo che vede laggiù e colpire, alla fine della sua corsa, il quadro posizionato all'interno di un'apposita camera oscura.»

Wagner annuì seguendo con gli occhi il percorso virtuale del raggio laser. Il risultato dell'analisi MA-XRF sarebbe poi stato visibile nel giro di pochi secondi sullo schermo LCD posizionato sopra la camera oscura.

«Ecco» intervenne di nuovo Karen «adesso è il momento in cui il laser sta attraversando la tela. Ancora un istante e potremo scoprire se là sotto c'è veramente qualcosa.»

Wagner strinse di nuovo i pugni, consapevole che quella era per lui la prova decisiva. Sentì i battiti del cuore accelerare e un sudore freddo imperlargli la fronte. Si alzò, puntando i suoi occhi di ghiaccio sul monitor ad alta risoluzione.

All'inizio non apparve nulla, poi, come per magia, iniziò a emergere dalla nebbia indistinta dei pixel un'immagine, dapprima sfocata, poi sempre più nitida. Si trovava al margine destro inferiore del dipinto e rappresentava la lettera R  su sfondo di pietra.

 Si trovava al margine destro inferiore del dipinto e rappresentava la lettera R  su sfondo di pietra

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Karen si voltò verso Wagner con aria soddisfatta. «Qualcosa abbiamo trovato. Era quello che sperava?»

Lui annuì senza sbilanciarsi troppo. «È possibile averne una stampa?» le domandò smorzando sul nascere qualsiasi altra domanda.

«Certo, mi dia solo un momento.» Karen digitò alcuni comandi su una tastiera e un ronzio alla sua destra segnalò a Karl l'uscita di un foglio. «Ecco, direttamente dal nostro software collegato al MA-XRF.»

Lui lo afferrò, lo ripiegò i due parti e se lo mise in tasca, poi si alzò e le tese la mano. «È stato decisamente istruttivo, dottoressa Dietrich. Terrò a mente ciò che mi ha detto a proposito delle sovvenzioni, ne stia pur certa.»

Lei annuì con un sorriso.

«Le chiedo un'ultima cosa, però. Le sarei veramente grato se potesse mettermi a disposizione uno di quei gingilli portatili di cui mi parlava prima, giusto dovesse servirmi per fare delle ulteriori rilevazioni senza necessariamente tornare qui da lei... se intende quello che sto dicendo.»

«Certamente, mi faccia solo fare solo una telefonata, per accertarmi che ce ne sia almeno uno disponibile» si alzò e afferrato il telefono compose un numero.

Karl approfittò di quel momento per controllare su Google Maps la distanza tra Amburgo e Rheinsberg, poi tornò a rivolgere la sua attenzione alla dottoressa.

«Ne abbiamo a disposizione un paio» fece lei. «Ho appena chiesto a un nostro tecnico di venire qui con uno di essi.»

Karl la ringraziò ancora e non appena entrato in possesso del laser portatile e dopo una breve spiegazione sul suo funzionamento, si fece accompagnare alla porta. «Conosco la strada dottoressa» le disse stringendole di nuovo la mano «non si disturbi oltre. Faccia piuttosto impacchettare il quadro e si premuri di recapitarlo al pilota dell'elicottero. Con estrema attenzione.»

«Certamente.»

Lui annuì e le voltò le spalle dirigendosi a passo rapido verso l'ascensore.

Una volta fuori prese il telefono e compose un numero.

«Tutto a posto?» domandò camminando verso l'uscita del campus.

L'uomo all'altro capo della linea gli spiegò in breve cosa era successo, i motivi per cui aveva ucciso il compare e dove si trovava in quel momento. Karl non commentò limitandosi solo a dire «mandami la posizione e aspettami lì. Domani mattina presto sarò da te» poi chiuse la comunicazione.

Una volta fuori del complesso del DESY chiamò un taxi e si fece portare al più vicino Hotel. Avrebbe trascorso la notte facendo le ricerche necessarie e l'indomani, noleggiata una macchina, avrebbe raggiunto il suo uomo. A quel punto si rilassò sul sedile, la mente già rivolta al passo successivo: Rheinsberg e l'enigma della sentinella.

L'ISOLA DEI MORTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora