CAPITOLO 20

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«Ministro» fece l'uomo non appena l'ebbe riconosciuto. «Prego si accomodi, da questa parte» e gli indicò una delle tante poltrone posizionate nell'immenso atrio del castello. «Cosa la porta qui da noi a Rheinsberg? Non aspettavamo visite ufficiali...»

Wagner abbozzò un sorriso. «Un amico» gli rispose rimanendo sul vago e accomodandosi. Intanto voltò la testa a destra e a sinistra giusto per dare una rapida occhiata allo stile architettonico degli interni del castello. Aveva sentito molto parlare del Rococò Federiciano, ma, a dire la verità, ogni volta che ne era venuto in contatto non lo aveva mai trovato particolarmente accattivante con tutte le eccessive decorazioni spesso in oro e i continui rilievi su colonne e soffitti. Troppo ridondante e pesante per i suoi gusti e in effetti anche ciò che stava osservando non faceva altro che confermare le sue sensazioni e dimostrare quanto avesse ragione. L'intero salone emanava quasi un senso di soffocamento, con il soffitto interamente affrescato, riccioli d'oro intorno ai muri e arazzi dai colori sgargianti appesi alle pareti quasi a riempire ogni spazio vuoto. Le uniche note positive in quell'ambiente stucchevole erano forse il pavimento di legno intarsiato e i lampadari a forma di braccia che pendevano dall'alto come tante decorazioni festive. In generale, comunque, ogni cosa era del tutto lontana dalla sobria e dura freddezza delle pietre del suo castello.

«Le piace?» riprese l'uomo a disagio per quell'inaspettato intervento. «Abbiamo cercato di riportare il castello ai fasti di Federico II.»

Wagner poggiò la schiena. «Un gran bel lavoro, complimenti, ma se devo essere sincero preferisco la sobrietà della pietra grezza.»

L'uomo deglutì a fatica e si affrettò a cambiare argomento. «Diceva di essere qui per un amico, giusto? Come posso aiutarla?»

«In effetti sto portando avanti una ricerca un po' particolare e sono qui su richiesta di Ernst Dönitz. Cerco la Sentinella

«Non conosco nessun Dönitz» fece l'uomo con una pronta risposta «ma so che il vecchio curatore della biblioteca del castello ama farsi chiamare con quello strano appellativo. Mi sono sempre chiesto come mai» sorrise in modo piuttosto nervoso, ma quando vide il volto impassibile del Ministro si affrettò ad aggiungere in maniera alquanto nervosa. «Vado subito a cercarlo. Di solito si trova nei cunicoli sotterranei dove passa gran parte delle sue giornate a catalogare i vecchi volumi che poi esponiamo nella sale. Non ci metterò molto.»

«Attenderò qui, grazie» gli ripose Wagner con aria sbrigativa.

Dieci minuti più tardi l'uomo fece ritorno. Aveva il fiatone e la faccia paonazza segno evidente che aveva fatto tutto molto di corsa. «Come previsto è nell'archivio. Ha detto che, se vuole, lo può raggiungere di sotto.»

Wagner si alzò. «Mi faccia strada.»

L'uomo lo precedette fino in fondo al salone indicandogli poi una lunga scala di pietra che scendeva ai piani seminterrati del castello. «La troverà all'imbocco del corridoio» gli spiegò riferendosi alla Sentinella. «Mi ha detto che l'avrebbe atteso lì» alzò le spalle come a dire che non intuiva i motivi di tutta quella segretezza.

Karl annuì e senza attendere oltre imboccò la scalinata che, con una lunga curva a destra, s'inoltrava nelle viscere di Rheinsberg.

***

La Sentinella attendeva in fondo, seminascosta dal buio. Quando Karl la raggiunse gli fece un cenno e lui la seguì in silenzio lungo uno stretto passaggio fiocamente illuminato dalla luce di vecchie torce alimentate a corrente. L'osservò incuriosito, notando che si trattava di un signore abbastanza in là con l'età, dai radi capelli argentati e dalle spalle leggermente ricurve come se avesse passato troppo tempo chino sui libri. In silenzio proseguì notando con soddisfazione quanto l'aria di quei sotterranei fosse fresca e pulita nonostante non avesse visto sfiati di alcun genere. Con tutta probabilità il sistema di aereazione doveva essere stato rinnovato da poco perché in effetti non dava affatto l'idea di trovarsi diversi metri sottoterra.

Il vecchio continuò a camminare a passo lento, poi svoltò a destra e di nuovo a sinistra come seguendo un filo invisibile. Il silenzio era pesante e Karl poteva quasi udire il respiro affannoso della Sentinella unito al lieve ticchettio delle suole delle sue scarpe sulla pietra.

Dopo quasi cinque minuti l'uomo si fermò di fronte a una vecchia porta di legno su cui spiccava, al centro, una grossa maniglia circolare di ottone scuro.

Sempre senza dire una parola si voltò verso di lui fissandolo negli occhi.

Karl si sentì per la prima volta quasi a disagio.

«Ernst Dönitz è un mio vecchio e caro amico» disse finalmente l'uomo con voce bassa e gutturale «un fratello da tanti anni. Un giorno mi disse che, se qualcuno fosse venuto a chiedere di me, avrebbe voluto dire che gli era successo qualcosa di grave. È così?»

«È morto» si limitò a rispondere Karl senza aggiungere altri dettagli.

La Sentinella annuì chiudendo un attimo gli occhi e pregando per l'anima di Dönitz. Poi tornò a fissare Wagner. «Io so chi è lei, ministro, ma quello che non so è come mai si trova qui.»

Karl improvvisò. «Conoscevo Ernst da tempo e lui sapeva della mia passione per la storia. Ricordo di avergli parlato di una mia idea che avrei voluto presentare al Governo e lui ne fu entusiasta. Mi raccontò dell'Isola dei Morti, di suo padre, della loggia massonica e di aver messo il dipinto al sicuro. E aggiunse che al momento opportuno io sarei dovuto venire qui a chiedere di lei.»

«Come è morto?»

«Un tentativo di rapina a quanto mi è stato detto. Ho visto il suo messaggio troppo tardi e non sono arrivato in tempo. A quel punto sono venuto direttamente qui.»

L'uomo rimase assorto nei propri pensieri, poi a un tratto gli tese la mano sussurrandogli con un filo di voce. «Da dove provenite?»

Karl l'afferrò usando la stretta massonica che aveva individuato la sera prima sulla base di ciò che il suo uomo gli aveva riferito e si affrettò a rispondere «da occidente, dove siamo stati in cerca dei misteri.»

La Sentinella annuì.

«Pregherò per il mio amico, Ministro e spero che lei arrivi a trovare ciò per cui è venuto.»

Lui lo guardò perplesso. «Perché non è qui?»

«Non lo so. Ernst non me lo ha mai detto.»

«Ma allora cosa facciamo qua sotto?»

«Le risposte sono là dentro» fece la Sentinella indicando la porta di legno «ma non posso aiutarla oltre se non citando le parole che Dönitz ha voluto che imparassi a memoria. Mi disse che sarebbero servite per tracciare la via.»

A quel punto gli mise una mano sulla spalla e recitò con voce risoluta una specie di poesia.

Se riuscirai a mantenere la calma quando tutti intorno a te

la perdono, e te ne fanno una colpa,

se riuscirai ad avere fiducia in te quando tutti ne dubitano,

ma anche a tener conto del dubbio,

se riuscirai ad aspettare senza stancarti di aspettare,

se riuscirai a sopportare di sentire le verità che hai detto

distorta dai furfanti per ingannare gli sciocchi,

Tua sarà la Terra e tutto ciò che è in essa!

Wagner represse una smorfia di disappunto. «E che cosa diavolo dovrebbe significare?» gli domandò cercando di reprimere una calma che sentiva di non avere più.

L'uomo alzò le spalle. «Come le ho già detto, non lo so. Dietro quella porta si trova il più antico nucleo della biblioteca del castello. Entri e cerchi, la strada è già tracciata per chi sa dove guardare.» Quindi si voltò allontanandosi piano lungo il corridoio, sparendo poco dopo dietro una curva e lasciando Wagner, solo, alle prese con un antico quanto criptico enigma.  

L'ISOLA DEI MORTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora