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-Elena, cristo santo muoviti- urlò mia sorella da dietro la porta del bagno.
-Un attimo, cazzo!- urlai a mia volta.
La sentii sbuffare e poi andarsene.

-Elena, devo andare a scuola anche io, brutta piccola stronza!- tornò ad urlare Cassidy.
-Arrivo, arrivo!- mi sbrigai.
Avevo il ciclo e stavo morendo dal dolori, e in più non trovavo assorbenti.
-Mi dici che cosa stai facendo lì da 15 minuti fra poco??-
-Dioo! niente, lasciami stare un secondo!-

'Trovati!' pensai non appena vidi un paio di assorbenti poggiati sullo scaffale di fianco a me.

Appena finii aprii la porta e mia sorella entrò infuriata.
Risi e poi tornai in camera mia a prendere lo zaino.
-Papà?- bussai alla porta della sua camera. Era sdraiato sul letto che dormiva, accanto a lui, appoggiata al comodino, una bottiglia di alcol.
Sospirai e poi una mano raggiunse la mia spalla.
-Vieni, andiamo- disse Cassidy.
Sapeva quanto male mi facesse vederlo così, infatti cercava sempre di impedirmi di parlargli oppure anche solo guardarlo.

Raggiungemmo la porta di ingresso e mia sorella la chiuse uscendo insieme a me.
Lei era più grande di me di 3 anni, aveva i capelli mossi e biondi cenere, vestiva perlopiù con top e pantaloni lunghi, un po' come me.
Mi fece cenno con la testa di seguirla e così io feci. Dovettimo andare a piedi fino a scuola, che non era molto vicina, ma ormai eravamo abituate:
Papà beveva sempre e quindi non ci portava mai ovviamente, mentre mamma, beh mamma era in ospedale, la sua vita era appesa a delle macchine, solo a quelle.

-Hey, Cass!- una ragazza salutò mia sorella, non la conoscevo neanche di vista. Aveva la pelle color nocciola e dei lineamenti veramente belli, i capelli ricci e neri erano invece raccolti in una coda.
-Oh ciao, tu devi essere Elena!- salutò anche me. La guardai e poi annuì.
-Piacere!- tese la mano verso di me. Non gliela scossi, rimasi immobile a guardarla. Dopo poco la ritrasse a sé e io me ne andai nel mio solito angolino, sotto un albero vicino all'entrata della scuola.

Presi il mio nokia e scrissi al mio migliore amico, Tobia.

-Dove sei?-
-Girati dietro-

Feci come da lui richiesto e lo vidi salutarmi con la mano. Anche io lo salutai e poi lui mi fece cenno di avvicinarmi. Prima di fare qualsiasi mossa controllai con chi fosse.
Tre ragazzi con stili tutti diversi fra loro. Due erano uguali ma solo di faccia.
Uno dei due aveva i capelli neri con un ciuffo lungo davanti agli occhi mentre l'altro aveva un cappello bianco con una scritta blu e i dreads racchiusi in una coda alta.
Il primo vestiva di nero soprattutto, mentre l'altro aveva jeans enormi per lui azzurri e una maglia nera anch'essa enorme. Accanto a Tobia c'era un ragazzo biondo con anche lui un cappello bianco che vestiva con jeans e maglietta.

Al secondo richiamo di Tobia mi alzai
e mi avvicinai a lui.

-Ciao el- mi abbracciò. Ricambiai e gli sorrisi, poi guardai i tre ragazzi che ci stavano fissando.
-Oh giusto, Elena loro sono Gustav, Bill e Tom, io e Tom siamo compagni di banco- spiegò indicando ognuno man mano che me li presentava.
-Ciao- dissero in coro.
Li guardai uno ad uno.
Da quel che avevo capito Tom era quello con i dreads, Gustav il biondino e Bill quello col ciuffo.
-Ciao- mormorai anche io dopo un po'.
Sorrisero e mi guardarono.
Stettimo insieme un po' prima di entrare.

-La biondina è carina- rise il dreaddone.
Lo guardai male senza farmi notare e continuai ad ascoltare la conversazione fra lui e Bill.
-È vero- aggiunse quest'ultimo. Risero insieme e poi Tom riaprì bocca.
-Per me è una di quelle che hanno la famiglia perfetta- continuò a ridere.
Mi girai dietro e lo guardai.
Lui mi notò e chiuse subito bocca.
Iniziai a camminare molto infuriata e lui lo notò. Strabuzzò gli occhi non appena mi vide davanti a sé.

-Quando le cose non le sai, taci, coglione-
dissi tirandogli uno schiaffo.
Aprì la bocca stupito e si toccò la guancia rossa grazie al mio schiaffo.
-Ma che cazzo di problemi hai?- urlò
-Che cazzo di problemi hai tu a parlare di cose che non conosci per niente- urlai a mia volta. Mi guardò incazzandosi ma io mi levai di lì prima che qualche professore arrivasse.
-Minchiona- urlò alle mie spalle. Mi voltai ancora una volta lentamente e lo mandai a fanculo, poi tornai a camminare velocemente verso la classe.

-Cos'è successo con Tom??- mi chiese Tobia incontrandomi alla porta della mia classe. Alzai gli occhi al cielo e entrai senza dare spiegazioni.
-Elena!!- bisbigliò prima che richiudessi la porta.

Feci la lezione e uscii subito nel corridoio, dove ovviamente incontrai Tobia con il dreaddone e gli altri due.

Sbuffai e prima che mi vedessero girai e cambiai direzione.

-Elena!- urlò Tobia. Mi fermai un istante ma poi ripresi subito a camminare.
Sicuramente voleva parlare del coglione del suo amico.

-Fermati!- continuò correndomi dietro.
Mi girai e lo guardai arrivare davanti a me riprendendo fiato.
-Finalmente- disse respirando affannosamente.
-Dimmi-
-Niente, ci vediamo sempre dopo le lezioni- mi guardò stranito.
-Se è per quel coglione non ho la minima voglia di parlarne- gli diedi un ultimatum indicando con il mio sguardo il dreaddone.
Lui rise e scosse la testa mettendomi una mano sulla spalla.
-Lascialo perdere, el-
-Non ti preoccupare, lo avrei fatto anche senza che tu me lo dicessi-
-Mi ha detto quello che è successo comunque- continuò dopo un po' che ci incamminammo nel corridoio.
-Eccerto- sussurrai.

Lui mi guardò e poi riprese.

-Lo so che sembra uno stronzo, ma alla fine è simpatico se vuole- provò.
Alzai le sopracciglia e poi mi misi a ridere rumorosamente.
-Immagino, deve sicuramente essere mr simpatia- dissi ridendo ancora di più.
Mi guardò inizialmente male, poi si mise a ridere anche lui.
-Ti dico che è davvero simpatico!-
-Okay- dissi infine. Ottenni il silenzio e uno sguardo confuso sul volto del mio amico.
-Ci credi?- chiese. Scoppiai di nuovo a ridere.
-Assolutamente!- risposi ironica facendolo ridere.
-Che stronza-
-Uhh!- emisi un rumoroso suono stupita.
Ridemmo ancora e poi lui tornò in classe e io idem.

-Non credevo che potessi ridere- commentò qualcuno dietro di me.
Mi girai e guardai il ragazzo di fronte a me. Bill, credo?
-Scusami per stamattina, mi scuso sia per me che per mio fratello- sorrise.
Lo guardai e non emisi un suono, poi mi rassegnai.
-Va bene, ma dì a tuo fratello di farsi i cazzi suoi-
Lui annuì e poi se ne andò in classe, e così feci anche io.

*Fine capitolo I*
1113 parole
Ciaoo, intanto il primo capitolo vi è piaciuto??

Provocarmi non fa bene- Tom KaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora