CAPITOLO 8

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<che succede Eleadora?> dice Miles appena vede che mi allontano da lui.

<devo vomitare>.

<cazzo, vieni con me>.
Miles mi prende per mano e mi invita a camminare, ma non c'è l'ha faccio proprio, cosi mi prende in braccio.

Sono spaventata, odio l'idea che qualcuno mi prenda in braccio.

Miles mi porta fino alla sua stanza e una volta arrivati fuori la sua porta mi fa scendere, mi metto in piedi appoggiata al muro, apre la porta e mi aiuta ad entrare insieme a lui, lancia le chiavi sul tavolo e mi accompagna in bagno.

<ecco, qui puoi vomitare se devi>. Dice Miles, passandomi una mano dietro la schiena accarezzandomi con gentilezza.

D'un tratto mi accascio a terra vicino al water e butto fuori tutto l'alcol che avevo ingerito, Miles si affretta a raggiungermi e mi aiuta tenendomi i capelli, racchiusi ancora in una coda.

<sei un'irresponsabile>. Dice Miles, guardandomi come se gli facessi pena.

Smetto di vomitare dopo pochi minuti e lui mi offre un bicchiere d'acqua che accetto volentieri, mi siedo sul suo divano e inizio a guardarmi in giro, la stanza è ben illuminata, ha una bellissima cucina nera e bianca, come il salone e il bagno poi ci dovrebbe essere la camera da letto che non ho ancora visto.

<hai bisogno di qualcos'altro?>.

<no, grazie, sono apposto, mi gira molto la testa ora>.

Mi porto una mano alla testa, non riesco neanche a pensare a qualcosa di sensato se non bere, bere, bere...
<quanto hai bevuto per esserti ridotta cosi?>.

<qualcosina niente di più>.

<bugiarda>.

<mi hai beccato>. Dico e alzo le mani in alto.

<non chiamo tuo fratello solo perché sarà impegnato a uccidere quel ragazzo, altrimenti ammazzerebbe anche te>. Precisa Miles.

<a mio fratello non deve interessare quello che faccio>.

<te l'ho mai detto che siete uguali?>.
Miles ci ride su ma io sono piuttosto seria.

<fottiti Miles.> dico e accavallo le gambe senza fare caso a come sono vestita.

<scusami?>.

In questo momento Miles mi sta mangiando con gli occhi, in quelle pupille color miele sembra ardere del fuoco.

Mi accorgo a cosa si riferisce e mi ricompongo.
<se lo fai ancora giuro che dimenticherò il tuo cognome>. Dice Miles, guardandomi maliziosamente.

Mi alzo e vado verso di lui, che se ne stava appoggiato sul piano della cucina, gli metto una mano sulla spalla e lo accarezzo, lui con gli occhi segue tutti i miei movimenti, poi scosto la mano e mi metto difronte a lui.

<Miles..>.

<si piccola?>.

<mi sento molto accaldata, ho bisogno di andare in camera mia e farmi una doccia>.

<non se ne parla nemmeno, vieni con me>.

Miles mi prende per mano e mi accompagna nella sua camera da letto, anche essa nera e bianca.

<arredamento molto originale>. Dico ironicamente.

<vatti a mettere a letto invece di commentare il mio arredamento>.

Cosi mi siedo sul letto, sistemo le coperte e mi ci infilo sotto, sono cosi calde e morbide che mi ricordano lo zucchero filato e mi viene voglia di mangiarle, Miles mi sorride e fa per andarsene.

<dove vai?>.

<io dormo sul divano mini Cooper>. Risponde Miles, sorpreso dalla mia domanda e ridacchiando un po'.

<io non voglio dormire qua, voglio il mio letto>.

<non è il caso che tu stia da sola, se ci fosse tuo fratello in casa ti accompagnerei da lui ma non è cosi>.

Miles sembra volere un gran bene a mio fratello, per difenderlo cosi tanto, nonostante se sue scelte siano sbagliate e poco responsabili.

<d'accordo allora dormo qui, ma fammi compagnia>.
Miles ride.

<oh, mini Cooper, se tuo fratello sa che dormo nel tuo stesso letto, mi uccide>. Dice Miles continuando a ridere.

<deve saperlo per forza?>. Chiedo facendogli gli occhi dolci.
Ho bisogno di calore umano? Rassicurazione? Affetto? Mi sentirei troppo patetica se lo dicessi ad alta voce, quindi preferisco non farlo.

<come vuoi tu>. Dice Miles arrendendosi, cosi si avvicina al letto, si sfila la maglietta, alza le coperte e si infila nel letto, di fronte alla visione del suo corpo e di tutto l'alcol che mi scorre nelle vene, la mia capacità di parlare, pensare o respirare si annulla.

<che hai, mini Cooper?>. La voce calda di Miles mi induce a sollevare lo sguardo su di lui, mi osserva conscio e fiero del mio imbarazzo, il solito spocchioso.

<mi volevi nel letto assieme a te o sbaglio?>.

Con un sorriso si avvicina, attento a non toccarmi, come se lo divertisse tutto ciò, ma non volesse mancarmi di rispetto, si sistema con le mani dietro la nuca e si appoggia alla spalliera del letto.

Ho sempre pensato, che non mi sarei mai sentita a mio agio nel letto con un ragazzo, ma per qualche strana ragione con lui il mio corpo è perfettamente rilassato, avrei voluto abbracciarlo di nuovo ma non è il caso, sono certa che a rendermi cosi priva di barriere sia l'effetto dell'alcol.

<perché hai bevuto cosi tanto?>.

<mi andava?>.

<sono serio Eleadora, come mai? tutti noi abbiamo un motivo per farlo>.

<è solo un modo per alleggerire un po' la mente>.

<da cos'è che cerchi di liberarti?>.

<mio padre>.

Non ho mai parlato con nessuno di mio padre, per me è da sempre un argomento intoccabile, ma a quanto pare l'alcol mi fa dimenticare anche questo.

<tuo padre?>. Chiede Miles curioso.

<si, mio padre per me è sempre stato un pericolo, qualcosa da cui tenermi alla larga il più possibile, non ho mai voluto avere a che fare con lui e mai lo vorrò, io non voglio più saperne di lui, quell'uomo mi ha rovinato un'infanzia, gli porto rancore dal profondo del mio cuore, anche se non riesco ad odiarlo veramente>. Dico e qualcosa dentro di me sembra spezzarsi, all'improvviso, scoppio a piangere. Faccio per asciugarmi le lacrime ma Miles mi anticipa, si avvicina a me e mi passa una mano sul volto.

<lacrime sprecate per un'uomo che non le merita, nessuno merita le tue lacrime>. Dice Miles, accarezzandomi ancora una volta il volto.

<lo so Miles, solo che mi ha tolto tutto>.

<non meriti uomini come lui nella tua vita, non li hai mai meritati, avvolte però bisogna mettere il proprio passato alle spalle per riuscire a vivere quello che ti offre il presente>.

<grazie Miles>.

Tiro su col naso e finalmente smetto di piangere, lui mi sorride pieno di compassione, mi sento libera ora che ne ho parlato un po' con lui, come se il dolore che provassi si fosse diviso in due e lui ne avesse assorbito la metà.

Stordita e sopraffatta da mille emozioni, soffermo lo sguardo sulle sue labbra.

Avverto un formicolio nella pancia all'idea di coprirle con le mie e di sentire i nostri sapori fondersi.

KAIROSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora