CAPITOLO 7

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Appena Chloe se ne andata, non posso fare a meno di sperare per lei che non le sarebbe accaduto nulla di brutto.

Ho bisogno di un po' di relax, cosi prendo uno dei miei amati romanzi e mi sdraio sul letto, intenta a leggerlo.

Dopo aver letto per due ore consecutive, decido che è ora di chiamare Chloe per avere sue notizie e cosi faccio.

Non risponde, cosi la chiamo ancora.
<pro..n..to?>. È la voce di Chloe, mi risponde ansimando.

<Chloe.. puoi dirmi che stai bene e richiamarmi dopo?>. Ho capito di star disturbando.

<posso assicurarti, che sotto di me si sta a meraviglia>. Sento dal altro capo del telefono..quel ragazzo, ancora lui.

Chiudo la chiamata, non voglio sentire la voce di quello spocchioso già normalmente, figurati se avrei voluto sentirlo mentre faceva quello, pff sono due idioti.

Si apre la porta della mia stanza, la sento dalla camera da letto, mi alzo di scatto e corro a vedere di chi si tratta, ed era Dylan.

Rimane fisso a guardarmi, ha il labbro spaccato e gli esce del sangue dalla tempia destra, ha uno sguardo agghiacciante, sembra che ha il diavolo negli occhi.

<il numero della stanza di Delia>. Dice Dylan, con un tono di una freddezza disarmante.

<Dylan non dovr->. Non mi lascia finire.

<dimmelo Eleadora>.

<324>. Rivolgo lo sguardo verso il basso, so cosa vuole fare, ma non lo fermo, non ne ho il diritto.
Dylan esce dalla porta, chiudendola alle sue spalle.

Io rimango lì a fissare la porta, questa situazione è terribile...dopo pochi minuti la porta sii riapre, ma stavolta è Tobias.

<sorellina, come te la passi?>.
Entra sorridendomi.

<James, un ragazzo più basso di te, dai capelli biondi e gli occhi azzurri, lo conosci?>. Chiedo, so quanto mio fratello è informato delle persone in quella scuola.

<che cazzo ti ha fatto quel coglione di merda?!>. Avanza verso di me in un batter d'occhio spaventato e arrabbiato.

<a me niente, ma ha portato a letto la ragazza di Dylan, ora loro stanno litigando e... in sincerità sono parecchio dispiaciuta>. Gli confesso ma lui rimane impietrito al suono delle mie parole, come se avesse visto un fantasma.

<tu stanne fuori>.

<sono miei amici, non posso>.
Nel mentre mi siedo su una delle sedie, in cucina.

<non devi frequentare quella gente>.

<risparmia la paternale>.
E mi volto dal lato opposto a lui.

Tobias sbuffa scocciato e si siede anche lui.

<mi costringi tu a farti da babysitter, se non sai scegliere neanche le persone giuste da frequentare>.

<ho un ex alcolizzato come fratello, cosa pretendevi?>.

Sono sempre state poche le volte che discutevo con mio fratello, ma quando succedeva, crollava il mondo per me.

KAIROSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora