Non l'avevo mai visto piangere, e ora lo stava facendo per un dolore che non era suo, come se gli appartenesse.
D'un tratto il telefono gli squilla, lo estrane dalla tasca dei jeans, e guarda lo schermo asciugandosi le lacrime, si alza e si allontana da me, camminando verso il tavolo, avvicina il telefono all'orecchio e risponde.
<non posso parlare ora>. Sussura piano al telefono come se volesse farsi sentire.
Allontana il volto dal cellulare e rifiuta la chiamata.
Cammina verso di me senza guardarmi negli occhi e si siede alla mia destra.
<chi era?>. Chiedo fredda e dubbiosa.
<tuo fratello>. Risponde senza posare gli occhi sul mio viso.
<Miles>. Lo chiamo autoritaria. E i suoi occhi saettano nei miei.
<si?>.
<chi era?>. Chiedo ferramente.
Miles sblocca il suo cellulare e me lo porge, la rubrica è aperta, e tra le ultime chiama c'è segnato il nome di mio fratello: 'Toby".
E subito dopo: "Thea". Con cinque chiamate perse.
Gli restituisco il cellulare.
<perché mio fratello ti ha chiamato?>.
<Thea e andata a cercarmi in camera sua, poiché come hai visto, non ho risposto a nessuna delle sue chiamate>.
Sembra così sincero, eppure sento che c'è qualcosa che mi sfugge.
<ho visto>. Rispondo, filtrando ogni tipo di gelosia che mi sta provocando in questo momento.
Il mio corpo si è trasformato in un blocco di marmo.
Ogni muscolo di Miles sembra in tensione.
Entrambi abbiamo qualcosa che ci turba.
E probabilmente pensiamo alla stessa persona.*
Ore dopo mi sveglio, sul divano, con i muscoli intorpiditi, e mi guardo intorno, cercando l'unica cosa che non c'è.....
Miles è andato via.
<Miles?>. Lo chiamo con voce strozzata, sperando che sia in casa, ma non ricevo risposta, e capisco che non è cosi.
Mi alzo dirigendomi verso il mio armadio, cercando dei vestiti.
Opto per una mini-gonna di jeans, e una camicia rossa che lascia desiderare.
Mi infilo i vestiti, metto le mie converse nere, prendo la borsa e il cellulare e mi dirigo alla porta.
Apro la rubrica.
Primo numero nelle chiamate recenti.
''Michael''.
Chiamo. Avvicino il telefono all'orecchio e apro la porta dirigendomi alle scale.
Dopo numerosi squilli, dall'altro capo del telefono sento la segreteria.
<buona sera il numero da lei chiamato è momentaneamente irraggiungibile, la prego di lasciare un messaggio subito dopo il BIP e verrà ricontattato il prima possibile, grazie e buona serata>.
<ciao Michael, sono io Eleadora, senti potresti richiamarmi, ho bisogno del tuo aiuto devo parlarti, per favore, sto andando al solito posto, raggiungimi lì>. Allontano il telefono, e lo infilo in borsa, mentre esco dai dormitori.
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KAIROS
Literatura FemininaEleadora una ragazza di diciotto anni, della Florida, è costretta a trasferirsi in California, per frequentare il primo anno del college, dei suoi sogni. Ha un legame profondo con suo fratello maggiore, alla quale è legata strettamente fin da picco...