CAPITOLO 18

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Fisso la sua schiena ampia mentre decido di stringermi a lui, non appena le mie dita aderiscono al suo addome, lo avverto contrarsi come se questo flebile tocco gli avesse procurato dolore.

D'istinto mi viene da ritrarmi, ma lui mi afferra entrambi i polsi con un'unica mano e li riposiziona dov'erano.

<devi tenerti forte Ele>. La sua voce è molto calma, ma sorgo un leggero filo di preoccupazione.

<meglio se ci fermiamo è rischioso camminare con questa pioggia>.

Annuisco e mi stringo ancora di più a lui quasi ad abbracciarlo.

Appena in lontananza Dylan avvista una tettoia della fermata degli autobus inizia a rallentare e ci fermiamo lì, mi aiuta a scendere dalla moto e fa lo stesso.

<aspettiamo che si calmi un po' e ripartiamo>.

Annuisco nuovamente e mi appoggio al muro, mi tocco i capelli e noto che sono zuppi di pioggia.

<non avevo mai notato che i tuoi capelli fossero cosi lunghi>. Dice Dylan guardandomi sottocchio mentre si infila una sigaretta tra le labbra.

<beh ora lo sai>.

<lo terrò a mente>.

Mi rivolge un sorriso malizioso e si accende la
sigaretta.

<fumare fa male, non lo sai?>. Gli chiedo, mentre mi strofino le mani sulle braccia tendando di riscaldarmi per il freddo.

<chi fuma sa che fa male>.

<e perché lo fai?>.

<ci sono molte cose che fanno male...eppure.. succedono>.

Si sfila la giacca e me la porge sorridendomi. Gli sorrido e accetto volentieri sto gelando, mi infilo la sua giacca e il suo profumo di erba bagnata e sigarette mi invade le narici e mi fa sentire bene.

<tipo cosa?>. Gli chiedo quasi per scherzo.

<tipo non poterti avere completamente per me>.

In questo momento, il mondo sembra svanire, lasciando tra noi solo la corrente elettrica del desiderio, un'attrazione magnetica che ci avvicina sempre di più.

<non rassegnarti>.

<non è il mio genere tranquilla>.

Cammina verso di me e si avvicina dolcemente al mio orecchio.

<se ti voglio, sarai mia>. Sussurra piano mozzandomi il fiato, si allontana e resta per qualche secondo che sembra infinito a guardarmi negli occhi.

Quando mi guarda negli occhi la mia anima si accende, creando un fuoco alimentato solo dall'intensità della nostra connessione.

Poi distoglie lo sguardo da me e si allontana, camminando verso la moto e lanciandomi il casco. Ha quasi smesso di piovere per fortuna.

Ci sistemiamo nuovamente sulla moto e la  accende, sgasando rabbiosamente un paio di volte, e partiamo.

Quando arriviamo davanti ai dormitori, scendo il più in fretta possibile per paura che ci sia mio fratello, sfilo il casco e lo poggio sul sellino.

Faccio per levarmi anche la giacca e restituirgliela, ma lui me lo impedisce.

<tienila principessa>.

<grazie Dylan>.

Lui mi fa l'occhiolino e parte molto velocemente.
Entro e salgo le scale fino alla mia stanza, apro la porta e la richiudo subito dopo, finalmente un attimo di silenzio mi tranquillizza che però viene spezzato subito dal campanello, apro senza pensarci due volte e la figura di Miles mi appare davanti. I suoi occhi saettano sulla giacca e li socchiude in due fessure bruciati.

KAIROSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora