Capitolo 10- nicknames to avoid

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Le nostre anime inquiete, torneranno quelle di due sconosciuti

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Le nostre anime inquiete,
torneranno quelle di due sconosciuti.
-Franco126.

La biondina mi guardava con lo sguardo accigliato e Ryan non sembrò nemmeno notarmi.
Tirai un sospiro di sollievo e ammonii Wendy con lo sguardo, che nel frattempo sembrava divertita.

Non potevo scappare, e di certo non gli avrei chiesto cosa ci facesse lì; quindi decisi di fingere e chiedere un ginseng al barista.
«certo bambolina, subito, per Wendy invece?» disse Troy, il barista.

Era un uomo di mezza età e considerando che passavo più tempo al bar che al college ormai avevamo fatto quasi amicizia.

Ryan si girò inspiegabilmente di scatto verso Troy ma riprese subito la conversazione con i suoi amici.
Sta facendo finta di non vedermi?

«per me un caffè» disse Wendy sorridente.
Mi guardò per un secondo come per dirmi -ma non ti ha vista?-
Alzai le spalle, e lei capii che avevo risposto: - non lo so, sembra mi stia ignorando-
Parlavamo spesso a gesti e sguardi, e a volte riuscivamo a fare discorsi interi.

Mentre aspettavamo la nostra ordinazione cercammo di ascoltare la conversazione di Ryan e i suoi amici. Cercando di non farci sgamare.

«dai cavolo, dobbiamo muoverci!» disse uno di loro.

Erano tre e non li guardai abbastanza per descrivere come fossero fatti.

«fate come volete, non mi cambia niente, voi decidete e io vengo» rispose Ryan.
La voce profonda mi fece vibrare il petto.
-ma di che parlano?- Mi chiese Wendy con gli occhi.
Alzai le spalle.

«ecco a te bambolina, Wendy, il tuo caffè» disse Troy dandoci le nostre tazzine.
Ryan si girò di nuovo di scatto e finalmente subito dopo impiantò le iridi verdi nei miei occhi.
Feci per salutarlo ma distolse lo sguardo e continuò la conversazione.
Non mi ha nemmeno salutata.

«va bene, allora dobbiamo solo scegliere tra Spagna e Francia» disse uno di loro
«Francia! Ryan portami a disneyland» disse la biondina saltellando davanti a Ryan.
Lui non la degnò di uno sguardo e lei si ricompose assumendo una posizione autoritaria, come se lui le avesse dato qualche attenzione.
«come vi pare» rispose.

«allora Evelyn, come sta tua madre?» mi chiese Troy distraendoci dalla conversazione che stavamo palesemente origliando.

«bene bene, è a lavoro adesso, sta sempre in forma, non la batte nessuno. E invece tua figlia?» chiesi
«è all'asilo, guarda quanto è cresciuta, ieri ha perfino fatto i primi passi» disse Troy girando lo schermo del telefono nella mia direzione, per darmi modo di vedere il video della sua bambina che muoveva i primi passi.
Risi, facendo un verso buffo quando notai la dolcezza di quella bimba.
Troy ritrasse il telefono orgoglioso.

Diedi un occhiata veloce ai ragazzi e mi accorsi che i due stavano praticamente parlando da soli, cercando di attirare l'attenzione di Ryan che aveva lo sguardo puntato su di me.

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