Capitolo 50- A past to forget

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⚠️TW: attacchi di panico, flashback, gioco d'azzardo, violenz

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Resterò da sola a combattere 
le mie battaglie.
-Tananai

Ero poggiata con la schiena contro il muro, le ginocchia al petto, e nelle scarpe stavo stringendo le dita. 

Erano tutti scesi a vedere se quella benedetta cantina fosse aperta.
Il solo pensiero mi levava l'ossigeno. 

Chi l'ha aperta?
Quando?
E come hanno trovato le chiavi?

Sentivo le guance in fiamme, la gola secca, iniziavo a distinguere poco i colori ma per fortuna, ero ancora in quel maledetto corridoio.
La stanza non si era trasformata nella cantina.
Sarei riuscita a riprendermi, non era detto che diventasse un attacco di panico. 

Mi presi la mano e iniziai a pizzicarmi con forza la pelle del dorso. 

Forte
Più forte. 

Non funzionava. 

Non riuscivo ad alzarmi, ero sola, la musica alta e se avessi urlato non mi avrebbe sentita nessuno. 

Chiusi le mani in due pugni, con forza, spinsi finchè le unghie non mi entrarono nella carne. 

Eve, rimani qui.
Eve, respira.

Ma il battito era accelerato e il mio respiro continuava a spezzarsi. 

L'attesa che tornassero si stava facendo sempre più lunga e ingestibile. 

Ma la speranza che la botola fosse chiusa, mi faceva rimanere ancora lucida. 

Sudavo freddo, non sapevo nemmeno se avevo caldo oppure no. 

La gola mi si chiuse in una morsa.

Continuavo a fare pressione con le unghie, talmente tanto, che la concentrazione sul dolore nelle mani, mi sembrava mi stesse facendo rimanere dov'ero. 

La paura, di tornare in quel posto, la paura che il mio attacco di panico prendeva il sopravvento e che tornavo la bambina di cinque anni che si nascondeva tra gli scatoloni, mi faceva venire da vomitare. 

Avevo lo stomaco sottosopra. Da un momento all'altro avrei vomitato. 

Cercavo di combattere contro i ricordi e cercavo di pensare che avrei visto Wendy salire e dirmi che era ancora chiusa. 

Così non fu. 

La vidi salire le scale con gli occhi lucidi e lo sguardo impaurito. 

Impaurita da quello che sapeva, mi stava per accadere. 

Scuotevo lievemente la testa. 

Non dirmelo. 
Non dirmelo, ti prego.
Ti prego.

Solcito: Luce nelle tenebre Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora