Capitolo 18- the ultimate test

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TW: linguaggio volgare⚠️

Nessuno ti tratta come ti tratto, perché ti disegno su un foglio A4, io non ho nulla però lo divido con te, le senti le urla che ho in testa?-Izi

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Nessuno ti tratta come ti tratto,
perché ti disegno su un foglio A4,
io non ho nulla però lo divido con te,
le senti le urla che ho in testa?
-Izi

Mi alzai dal letto, cercando di togliere la testolina di Lydia appoggiata al mio braccio. Era ancora presto per la scuola e non volevo svegliarla prima del dovuto.

Mi diressi in bagno e sorrisi quando vidi il cerotto viola ancora attaccato al sopracciglio. Decisi di lasciarmelo almeno finché non fosse uscita di casa, se me lo fossi tolto non me lo avrebbe mai perdonato.
Mi lavai velocemente e mi diressi in cucina.

Cucinai i suoi pancake preferiti, li adagiai sul vassoio con una bicchiere di latte e andai a svegliarla dolcemente.

Lydia mugolò più di una volta, ma saltò seduta sul letto quando le dissi che avevo i pancake pronti.
Discutemmo un paio di minuti, perché voleva mangiare sul mio letto e non glielo avrei mai permesso.

Alla fine la guardai assonnata mentre gustava i pancake seduta sullo sgabello della penisola in cucina.
La feci scendere e lei corse in cameretta per vestirsi per la scuola.

La aspettai in salone, sperando che si sbrigasse.
Il mio orologio biologico mi costringeva ad essere sempre puntuale, il suo beh...funzionava male. Riusciva ad essere sempre in ritardo.

«Lydia! Dai forza!» dissi sbuffando. Era ancora in cameretta e speravo che uscisse presto.
«Ecco!» Mi rispose urlando.
Mi appoggiai sulla penisola e aspettai.

Il telefono mi vibrò in tasca

 Il telefono mi vibrò in tasca

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Sbuffai.
Sapeva che se non ero io a chiamarla lei non doveva contattatemi, ma ci provava ogni volta.

Scorsi le chat e notai quella di Evelyn, tra le ultime con cui avevo parlato.
Dovevo mettere in atto il mio piano per farmi perdonare, così le scrissi un messaggio.

 Dovevo mettere in atto il mio piano per farmi perdonare, così le scrissi un messaggio

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