Capitolo 58- Powered toothbrush🌶️

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TW: scene di sesso/linguaggio volgare/linguaggio esplicito

Ha gli occhi rari, di chi sa guardare e far crollare un cuore

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Ha gli occhi rari, di chi sa guardare
e far crollare un cuore.
Uno sguardo che ha dentro
tutta la bellezza di Berlino
mentre cade.

La accarezzai piano, i fianchi, il ventre, la spalla.

Era sotto di me, era lì per me, e non mi sembrava vero.

Questa volta era diverso, diverso da tutte le volte che lo avevo fatto, ma anche dall'ultima volta con Eve a Tenerife.

Eravamo uniti. Una cosa sola.

È questo che significa star facendo l'amore?

Aveva un'espressione di piacere, le gambe le tremavano e alzava il bacino ad ogni mia spinta.

Era un quadro, avrei voluto immortalarla e disegnarla.
Le forme sinuose, i seni perfetti, continuavo ad accarezzarla come se non mi rendessi conto che l'avevo davvero tra le mani.

Mi aveva detto di avere delle brutte cicatrici e per tutto il tempo cercai di non ispezionarle il corpo con gli occhi.

Sebbene volessi vederla muoversi, non volevo essere invadente.

La volta prima non le avevo viste, come non avevo visto quel neo sulla clavicola e l'altro poco sopra l'ombelico, pensai che fossero piccoli dettagli che completavano la sua bellezza.

Le guardai il volto, ma rischiai di venire all'istante quando incrociò i suoi occhi nei miei.
Eravamo sudati, stanchi, eppure non ne avevamo mai abbastanza.

Sentivo Eve bagnarsi intorno al mio cazzo, continuava a lubrificarlo e questo mi permetteva di entrare e uscire più fluidamente.

La sentivo contrarsi intorno al mio membro.
Lì dentro sarei morto, non sarei mai più voluto uscire.

Mi alzai di scatto quando sentii l'orgasmo attraversarmi la punta del pene.

Mi guardò perplessa.
«non ti preoccupare, non abbiamo ancora finito Solcito» dissi con un sorrisino.
Lei sorrise a sua volta.

Aveva i capelli scompigliati e le guance rosse.
In quel momento, poteva tranquillamente essere proclamata come ottava meraviglia del mondo.

La presi per la vita e la tirai seduta su di me.
Di nuovo, come l'ultima volta, acchiappò con quelle manine soffici il mio membro e se lo adagiò dentro di lei prima di ricominciare a fare piccoli movimenti avanti e indietro.

Avevo la testa sul suo petto, sentivo il battito accelerato e anche se non li vedevo sapevo che aveva le dita dei piedi allargate.
Lo faceva sempre quando si avvicinava all'orgasmo.

La strinsi forte, talmente tanto che credevo di spezzarla da un momento all'altro talmente era piccola.
Avevamo i respiri affannati e la voglia di lei non si era minimamente affievolita.

Solcito: Luce nelle tenebre Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora