Capitolo 43- if you love, do you let go?

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Vorrei sapere che si prova se resti -Ariete

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Vorrei sapere che si prova se resti
-Ariete

Una mano fredda appoggiata sulla schiena mi fece distrarre dai pensieri.
Guardai prima Daniel davanti a me e poi l'entrata del ristornate.

«Non ti preoccupare, ho già pagato, torniamo a casa» disse con un sorriso.
Posai il telefono in borsa e tirai fuori il portafoglio per dargli la metà di quello che avevamo speso, ma Daniel appoggiò la mano sulla mia, incitandomi a rimettere giù i soldi.
Lo guardai confusa.

«Non ti preoccupare Eve, sono io che ho voluto portarti a cena, il cinema lo pagherai tu» disse facendomi l'occhiolino.
Sorrisi.
«Grazie Daniel»

«Tutto bene? Ho capito che era Ryan...che voleva?» mi chiese scrutandomi.
«No niente...» risposi pensierosa, mentre camminavamo riflettevo sulle parole di Ryan.

Ci fermammo sotto a un lampione il vento fresco delle notti estive ci coccolò.
«Va bene» rispose chiudendo gli occhi in due fessure e posizionandosi di fronte a me.

Una treccia mi volò sul viso.
Daniel avvicinò piano una mano alla mia guancia e me la sistemò dietro l'orecchio.
Lasciò la sua mano lì, con il palmo sul mio viso.
«Sei bellissima Eve» disse con un sussurro.
Deglutii.

«Daniel...io, devo dirti una cosa» abbassai lo sguardo.
Daniel inclinò la testa di lato, aspettando che continuassi.
«Io ehm...non voglio illuderti, dovrei mettere le cose in chiaro da subito...io ti voglio bene Daniel e ti ringrazio per tutto, però...»
«Lo so» mi parlò sopra.
«Mi dispiace davvero, davvero tanto...», mi bloccai un secondo, lo guardai confusa. «Cosa sai?» chiesi accigliata.

«Lo so da come ti ho vista guardare Ryan, il tuo cuore appartiene a lui e io non posso competere, ma fatti dire una cosa Eve...» disse avvicinandosi al
mio viso, eravamo a qualche centimetro.

Sentivo il bisogno istintivo di allontanarmi, ma rimasi lì ad aspettare che continuasse il discorso.
«Se dai il tuo cuore, a chi non ce l'ha, come pretendi che se ne preda cura? Lui è vuoto, ti ritornerà indietro solo il marcio, e non te lo meriti. E adesso non mi ascolterai, e non mi importa se correrai tra le sue braccia stasera. Ma sono sicuro che prima o poi lo capirai, prima o poi, ti spegnerà la luce che hai, e non mi importa quanto ci metterà a fare una cazzata, la farà ed in quel momento, posso assicurarti che sarai mia, in un modo o nell'altro» disse serio.
Non staccò le iridi marroni dai miei occhi.

Del suo discorso, mi era arrivata solo una piccola parte, perchè lo guardavo e riuscivo solo a notare che quegli occhi così vicini al mio viso non erano
verdi smeraldo. Che quella mano sulla mia guancia non mi trasmetteva sicurezza, non riuscivo a non pensare, che davanti non avevo uno stronzo che sembrava fosse fatto di ghiaccio, ma che dentro era ancora il bambino impaurito.

Una cosa del suo discorso mi era arrivata.
Lui è vuoto.
Forse sì, ma voglio buttarmi con lui.
Mi prendo le responsabilità di tutti i rischi.

Solcito: Luce nelle tenebre Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora