Capitolo 69- The truth will out

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Ma te lo dico subito, Tu non venire qui se poi cerchi solo un brivido, lasci solo un livido-Mahmood

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Ma te lo dico subito,
Tu non venire qui se poi
cerchi solo un brivido,
lasci solo un livido
-Mahmood

Alzai gli occhi al cielo, quando per la millesima volta vidi la maestra di Lydia passare la mano smaltata sul mio ginocchio.

Lo spostai bruscamente.

«Quindi tutto a posto? Posso andare?» chiesi sbuffando.

La maestra Esther batté le palpebre più volte, fece un sorriso tutt'altro che sensuale e si protese verso di me, lasciando volutamente che la scollatura sul seno si mostrasse all'altezza dei miei occhi.

Girai la testa di lato.

«Sì beh...Lydia è meravigliosa, intelligente e ben educata, d'altronde, con un fratello così bello non potevamo aspettarci altro no?» appoggiò di nuovo la mano sul mio ginocchio.

Mi alzai di scatto.

«Perfetto signora Esther, grazie mille è sempre un piacere parlare con lei, ora devo andare» chiusi la conversazione allungando una mano nella sua direzione.

Lei la prese e la strinse.
Sembrava non volerne sapere di lasciarmi andare.

Era una donna di mezza età, particolare, molto carina direi.
Come mi aveva detto almeno un centinaio di volte, non era sposata o, meglio, era divorziata.
Aveva lunghi capelli castani e alcune rughe iniziavano a farsi strada sul suo viso.
Era una bella donna.
Ma ormai non mi interessava più perdere tempo così.

«Potremo beh...se non ha niente da fare...» lasciò volutamente la frase in sospeso.
«La mia ragazza mi sta aspettando a casa, ma grazie comunque»

Esther ritrasse la mano come se si fosse appena scottata.
«O-oh, beh sì certo, allora grazie e a-arrivederci» muoveva e rimuoveva i fogli sulla scrivania in maniera sconnessa.

La salutai e mi affrettai a uscire dall'istituto.

Non era vero che Evelyn mi stava aspettando a casa, ma era l'unico modo per mettere in chiaro le cose.

Tornai a casa di malavoglia, e passai il resto del pomeriggio con Lydia.
Tornando a casa mi ero fermato a prenderle un peluche e qualche dolcetto, ogni tanto meritava di essere viziata.
Mi strinse forte una gamba quando mi vide tornare con le mani dietro la schiena, sapeva che nascondevo un regalino per lei.

Giocammo con il peluche e misi su un bel trentino con i pupazzi che aveva in camera.
Jenna non c'era, doveva fare dei giri con le sue compagne di ballo, quindi ero più che felice di passare una giornata da solo con mia sorella.

Se ci fosse stata anche Evelyn, mi sarei sentito il ragazzo di felice e completo del mondo.
Invece era tornata a casa a studiare, effettivamente le avevo scritto ma non mi rispondeva da un po', ormai era l'ora di cena, pensai che da un momento all'altro si fosse staccata dai libri e mi avrebbe risposto.

Solcito: Luce nelle tenebre Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora