Capitolo 38

21 4 2
                                    


Galleggiano le ossa?

& se sì, ma a quelle ossa manca la carne & perfino le ossa vengono sparpagliate & si perdono l'una per l'altra, quale identità può mai rimanere. Cerco di non pensarci mai.

- Joyce Carol Oates



Aileen si era scagliata  su quel volto in un modo che James aveva trovato intenso. C'era persino qualcosa di artistico nel contrasto tra la sua fisionomia delicata e la violenza dei suoi gesti. Chi era davvero Aileen? Forse nemmeno lei lo sapeva.

Lui ora sì però. Era stato come un fulmine che gli aveva colpito il cervello, come avere le bende sugli occhi per una vita e poi avere qualcuno che le prende e te le toglie.

Non c'era stato nessun uomo ad avergli perforato il cranio con un attizzatoio.

Era stata lei.

Lo aveva realizzato quando l'aveva vista continuare ad accanirsi sul volto di Hester anche se ormai era poltiglia.

Era stata Aileen a presentarsi a casa di sua sorella perché voleva la droga, lei a cambiarlo per sempre senza alcun senso. Il senso di Aileen era distruggere tutto ciò che aveva intorno senza risparmiare nessuno, nella sua testa nessuno meritava davvero di salvarsi. Si salvava solo lei, sempre, in ogni situazione. Suo padre era uno psichiatra, quindi lei doveva essere NORMALE.

Sarebbe sempre risultata così agli occhi degli altri e lei lo sapeva.

L'aveva vista tagliare il corpo di Hester a pezzi, quando la psicologa aveva smesso di emettere gemiti piagnucolosi di gola. Gli occhi della donna erano rimasti sbarrati anche quando erano diventati simili a sferette di burro tagliate in due da cui fuoriusciva liquido rosso. Aileen aveva calato l'accetta anche lì, sui globi oculari, così Hester non avrebbe potuto vedere.

Aveva smesso di stare in silenzio, a quel punto.

Tutti urlavano, quando stavano per morire.

Il lato crudeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora