Bramosia

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Quando Perla si convinse che Alexander non mentiva quando le aveva detto che sarebbe rimasto con lei, si sedette sul bordo del letto e lui la seguì, ma rimanendo in piedi. Lui stava aprendo la bocca per parlare, quando si sentì qualcuno bussare. Perla chiese chi fosse e si rese conto della voce che fosse la signorina Davis, la quale stava portando delle bende e del liquido verde, che era il disinfettante, per le ferite.

Per riflesso, Alexander si voltò a guardare le ferite di Perla con più attenzione: il taglio sulla tempia era lungo un paio di centimetri, mentre le guance erano rosse e gonfie. Il sangue sulla fronte aveva già smesso di scendere da un po' di tempo, ma nel mentre le aveva sporcato i capelli, i quali erano una matassa indefinita.
"Ti avrei portato qualcosa da mangiare, tesoro, ma non sapevo se avresti avuto fame dopo ciò che ti è successo." si scusò la signorina Davis, riponendo il vassoio su cui erano posti i bendaggi e la boccetta di disinfettante. "Guarda cosa ha fatto quel farabutto al tuo bellissimo visino..." E le venne quasi da piangere. Andò per toccarle il viso, ma ritrasse la mano all'ultimo per timore di farle male.

Si asciugò gli angoli degli occhi con il fazzoletto bianco che portava al fianco incastrato nella gonna.
"Non c'è problema. Sono sicura che andranno via prima o poi..." si sforzò di dire Perla.
"Ne sono consapevole, ma la festa del Re è solo tra due giorni. Come faremo a coprire gli ematomi?"
"Non preoccuparti. Ci metteremo un po' di cipria in più sopra. Nulla che del trucco non possa risolvere." E Perla sorrise debolmente.
Faceva ridere, o piangere, (Perla non sapeva decidersi quale delle due) sapere che la signorina Davis si preoccupasse di più della sua presenza alla festa di compleanno del padre piuttosto che della sua salute.

"Vuoi che me ne occupi io?" iniziò la signorina Davis indicando il vassoio posto sopra alla sua specchiera.
Perla la ringraziò mentalmente per aver cambiato argomento.
"Oh, no grazie. Ci penserà Alexander. Sempre se non gli dispiaccia..." concluse la principessa con un filo di voce. Lei lo guardò e lui sentì che non le avrebbe potuto negare più nulla, soprattutto se lo avesse guardato in quel modo. Come se lui fosse una risorsa fondamentale per lei. Lentamente si stava davvero sentendo in quel modo.
Lui annuì più volte, come ad intendere che ci avrebbe pensato lui stesso.
"Lo farei con piacere, principessa."
La signorina Davis fece lo stesso sorrisino che aveva mostrato loro qualche ora prima, quello di una persona che ne sa più del diavolo. Il sorriso sornione le rimase sulle sue labbra finché non uscì dalla stanza.

Alexander prese il vassoio dalla specchiera e lo pose sul letto. Si mise davanti a lei, che era seduta sul bordo del letto.
Cominciò con il prendere la boccetta di disinfettante che aveva all'interno un pennellino per ungere le ferite.
"Dimmi se brucia, così nel caso mi fermo immediatamente." la avvertì lui disinfettando la ferita sulla tempia per prima. Lei aveva gli occhi chiusi, il capo leggermente inclinato per ovviare la differenza di altezza tra i due e ogni tanto faceva una smorfia, ma non parlava né si lamentava.

Lui colse l'occasione per guardarla meglio da vicino. La pelle solitamente chiara della ragazza era rosso vivo sulle guance a causa degli schiaffi e più la guardava più aveva voglia di uscire di lì e picchiare quell'uomo. Si vedevano addirittura le dita che l'avevano colpita, come se fossero state dipinte sulla sua pelle. Gli formicolavano le mani per la voglia che aveva di restituirgli gli stessi schiaffi che aveva fatto subire alla principessa. Semmai anche più forti.
Se fossi arrivato anche solo cinque minuti più tardi, forse l'avrei trovata svenuta o peggio...
"Vieni subito qui, stronza! Aspetta solo che ti riacciuffi che stavolta ti uccido. TI UCCIDO, CHIARO?! Non me ne frega niente degli ordini." aveva detto l'uomo e sembrava tremendamente convinto quando l'aveva detto.
Ma Alexander non si permise di pensare al corpo della principessa esanime sul pavimento della biblioteca.
Scosse leggermente la testa per scacciare l'immagine.

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