"Fidati del tuo istinto, Perla."

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Il grande lampadario stava cadendo rovinosamente sul pavimento e la folla, alla vista del pericolo imminente, si schiacciò contro il muro ulteriormente per non essere schiacciata sotto di esso.
Le urla provenienti dagli ospiti avvertirono anche il Re e la Regina che alzarono lo sguardo e si resero conto che stavano per essere schiacciati.
Perla si alzò di scatto dalla sedia, rovesciando a terra il contenuto della sua coppa, e urlò ai suoi genitori di spostarsi di lì. Fece per avvicinarsi, ma Alexander la trattenne per una mano. Perla provò a divincolarsi, ma la presa sul suo polso era ferrea.

Mancava pochissimo che il lampadario rovinasse a terra, al centro della sala, ma i  sovrani fecero in tempo ad allontanarsi correndo. La mano del Re stritolava quella della moglie mentre la strattonava fuori pericolo. Le guardie furono subito da loro per metterli al sicuro.
Il lampadario, infine, cadde e si distrusse, si frantumarono anche le candele che vi erano sopra. Il frastuono fu incredibile e tutti alzarono le mani per proteggersi il capo.
Le decorazioni che andavano attraverso la sala si strapparono, cadendo sopra agli ospiti, che rimasero a bocca aperta. I pezzi volanti di metallo volarono da tutte le parti e mancò pochissimo che ferissero le persone più vicine.

Cadde un silenzio totale in cui tutti cercarono di metabolizzare cosa fosse successo. Anche i musicisti riposero i loro strumenti e si alzarono in piedi osservando il disastro davanti ai loro occhi. La Regina si teneva stretta al marito con gli occhi strabuzzati dal terrore.
Gli ospiti si guardavano tra loro con aria confusa. Perla rimase immobile a guardare i resti di metallo sul pavimento a bocca aperta e alternò lo sguardo, prima guardando quelli e poi il soffitto dove fino a qualche istante prima si trovava il lampadario. Il foro da cui pendeva la catena che teneva in sospensione il lampadario era enorme: ipotizzava che la catena fosse stata spezzata per aver ottenuto un risultato del genere. D'altronde la lumiera non aveva mai avuto problemi del genere prima d'ora.
Perla, poi, si ritrovò a ringraziare che le candele non fossero accese, altrimenti si sarebbe appiccato un incendio.
Alexander, ugualmente sconvolto, ma terrorizzato da ciò che il suo sesto senso diceva che sarebbe successo, le teneva ancora la mano, temendo che da un momento all'altro Perla partisse a correre per raggiungere i genitori.

Il Re si schiarì la voce e parlò con voce incerta: "È nel mio interesse scusarmi immensamente per l'accaduto. Mi auguro che nessuno di voi sia ferito."
Nessuno rispose alle parole del sovrano, ma allo stesso tempo nessuno disse di essere rimasto ferito, quindi il Re si sentì leggermente sollevato.
Non si trattenne, però, dall'imprecare sottovoce: sembrava che Daerius avesse ideato un piano con i controfiocchi per rovinare la sua festa.
I camerieri cominciarono immediatamente a sistemare e riordinare, ma ormai lo spirito di festa e gioia era passato. Nessuno aveva più voglia di danzare e festeggiare.
Il silenzio generale rimase, anche se alcuni sussurravano e bisbigliavano tra loro.
Lentamente Alexander lasciò andare la mano di Perla, reputando che la principessa non avrebbe più fatto nulla di rischioso, vedendo che i genitori stavano bene. Perla sembrò calmarsi e tirare un sospiro di sollievo.
"Stai bene?" le chiese Alexander, analizzando il suo volto.
Lei lo guardò negli occhi, ma non rispose: non si aspettava che qualcosa del genere potesse accadere.
"Tieni, bevi questo." le offrì Alexander, porgendole la sua coppa. "Si tratta solo di acqua. Non preoccuparti, non l'ho nemmeno toccata." continuò lui. Perla lo ringraziò e se la portò alle labbra.

La Regina fu scortata fuori dalla sala per riprendersi dalla sua dama di compagnia, mentre il Re dava ordini per liberare la pista da ballo nel più breve tempo possibile.
Numerosi uomini si presentarono dal Re per capire se stesse bene, a cui il sovrano rispose velocemente e senza darci peso: il suo unico fine era quello di sbarazzarsi di quel disastro.
Un uomo sembrò avvicinarsi un po' troppo al Re, mentre lo salutava, e addirittura si arrischiò di abbracciarlo. Lo teneva con il braccio sinistro, mentre il braccio destro era tenuto contro il petto. Il sovrano concluse che si trattava di un comportamento strano: nessuno più si salutava in quel modo. Da fuori era un semplice abbraccio tra il Re e un uomo che si era preoccupato per la sua incolumità. Il Re, tuttavia, si accorse solo dopo di star abbracciando un uomo con un completo scuro con una stretta molto forte, troppo forte. Tentò di allontanarsi da lui, ma la presa era come l'acciaio.
"È un onore conoscerla finalmente. Spero che l'incidente non abbia rovinato la festa. Che ne dice di fare un giochetto, Maestà?" gli chiese l'uomo all'orecchio, facendo in modo di non farsi sentire da nessuno. Il Re capì subito che si trattava di qualcuno che si era imbucato alla sua festa, qualcuno di Dreatiros.
"Va' al diavolo! Andate al diavolo tutti! Passa il messaggio anche a mio cugino Daerius." gli vomitò addosso il Re, pur mantenendo il tono di voce basso.
"Uhm, non è l'atteggiamento giusto, Magnus." gli sussurrò l'uomo con un ghigno.
Ma poi continuò: "Senti. In sala ho uomini dappertutto. Potrei catturare tua figlia in un batter d'occhio." Il Re si dimenò sotto la sua stretta. "Tuttavia, a tutto il suo tempo. Non siamo venuti qui per le principesse. Ho i miei modi per attirare Perla dove la vuole il mio Re."
"Perla non cadrà nei tuoi tranelli!" rispose il Re, guardando in direzione della figlia che stava parlando con la sua guardia. Sperò che, se lei non fosse stata capace di scappare da questi pazzi, Alexander l'avrebbe messa in salvo.

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