Bagno chimico.

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Parcheggiai il mio Free 50 a fanculo, che non era esattamente mio, ma in effetti lo avevo sgraffignato a mia madre. Poi raggiunsi questo gruppetto di sbandati, di cui ne conoscevo un paio. Tutti riuniti per festeggiare il compleanno di Yuri, mio fratello gemello. Non di sangue, ma di certo mio fratello gemello.

Lo conobbi alle superiori. Ero a lezione di chimica e mi sentii orgasmare in un orecchio. Mi girai ed era Yuri. Non lo conoscevo, ma mi stava gemendo delicatamente nei timpani. Non chiesi nulla, gemetti con lui in classe. Non so se è un modo tradizionale per fare amicizia, ma per noi ha funzionato. Diventammo grandi amici e nel tempo passato insieme ci venne fatto notare, più e più volte, quanto cazzo siamo simili. Vero, siamo due gocce d'acqua. Inoltre le nostre madri hanno lo stesso nome. Ma la coincidenza più strana consiste nelle nostre mentalità, pressoché identiche. Cosa che ci porta a un'inquietante telepatia, che se avessi mai con una donna, diverrebbe mia moglie. Peccato per il cazzo e la barba.

Eravamo compagni di banco e passavamo una quantità di tempo insensata assieme. Lo faremmo ancora, ma il mondo del lavoro e quello dello studio si prendono a pugni in faccia. Merda. Non torneranno tempi come quelli delle superiori. Tutto il santo giorno assieme, poi si stava la sera in chiamata a giocare ai videogiochi. Bei tempi. Zero preoccupazioni, se non per qualche interrogazione, per cui comunque non avrei studiato.

Ma torniamo al compleanno, prima che qualcuno mi dica che divago troppo.
Girammo un po' per le strade, si fumarono qualche sigaretta, ma la festa ci aspettava in spiaggia.
Piazzammo l'unico asciugamano che avevamo con le ultime luci del giorno. In programma c'era una bella sbronza notturna al mare e il resto si sarebbe deciso più avanti, una volta abbandonata la sobrietà. Io la abbandonai presto. Dopotutto mi riempii una bottiglietta da mezzo litro di vodka e qualche intruglio al limone. Più vodka che limone. La sgolai in fretta e la sobrietà venne curata. Una ragazza ecuadoriana, credo un'ex di Yuri, fece lo stesso, ma in una golata unica. Nel frattempo Yuri e Fo avevano finito di girare qualche cannone.

"Vuoi?"
"No, non fumo quella roba."

E giù a tracannare la mia vodka. Come ero fiero di non fumare erba. Li lasciai alla loro DROGA e mi misi un po' più in là a guardare il mare notturno. Mi si avvicinò la ragazza ecuadoriana. Era ubriaca. Molto ubriaca. Sarebbe stata la persona su cui avrei puntato la mia scommessa, se avessimo scommesso su chi avrebbe vomitato. Lei. mille, duemila euro a occhi chiusi. Ma non vomitò, quindi va bene che non scommettemmo.

"Ciao, tu ti chiami Giulio giusto?"
"Sì, esatto."
(non era vero.)
"Senti, Giulio..."
"Dimmi tutto."
"Come va?" rideva confusa. Ma che minchia rideva?
"Insomma. Se andasse peggio andrebbe male. Sono allo scalino sopra."
"Oh! COME TI CAPISCO. Io odio quando va male. A me va molto male..."
"Davvero? Vuoi parlarne?"

Eccola. La domanda sbagliata. Quella che mi avrebbe trattenuto in un lunghissimo discorso con una sconosciuta. Cosa che in realtà ricordo con un po' d'affetto. Anzi, col senno di poi fu un'ottima domanda. Mi sono reso conto che amo sentire gli sproloqui delle vite incasinate degli estranei e amo farli a loro. Così umana come cosa. Così sbronzi.

"Nah... ti annoierei."
"Come vuoi."
"Mia madre deve badare a me e a mio fratello, ma lei è cooosì stronza...
Torno a casa e mi obbliga a fare le cose che non ha fatto, perché lei è troooppo impegnata a ubriacarsi."
"Nascondile l'alcol."
"Dovrei farlo, sì. Ma si spenderebbe lo stipendio in bottiglie e ne seminerebbe la casa."
"Tuo padre non le dice nulla?"
"Mio padre non le dice nulla da quando è crepato."
"Cazzo, la vodka mi ha fatto parlare a sproposito. Mi spiace."
"Quel bastardo ingrato. Così ora COL CAZZO che mena mio fratello."
"Oh beh. Magari però gli sposterà i mobili dall'oltretomba, per continuare a rompere i coglioni anche da morto. Inchiodateli a terra."
"Credi nei fantasmi?"
"Cosa? No, era per dire."
"Ah. Sì, dovrei inchiodare i mobili."

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