Casa

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Casa



Una delle prime cose che Manuel ha saputo su Simone è che vive insieme a suo padre e sua nonna. È stato naturale quindi, quando si sono ritrovati a decidere dove avrebbero vissuto, proporgli di trasferirsi a casa sua.

E Simone ha accettato subito, con un grande sorriso sulle labbra.

Così, di ritorno dal viaggio di nozze, entrambi si recano nell'appartamento di Manuel. In valigia Simone ha ancora qualche cambio pulito, quanto basta per poter rimandare al giorno successivo la visita a casa sua per prendere le sue cose.

Manuel gira la chiave nella serratura quattro volte, prima di aprirla ed entrare nell'appartamento seguito da Simone.

Lascia le chiavi nel portaoggetti sul mobile del corridoio, dicendo: "Domani ti faccio una copia delle chiavi."

"Non c'è fretta" replica Simone, ma in realtà è solo una frase fatta.

A dire il vero, ha un po' di fretta.

Fretta di sentirsi a casa tra le cose di Manuel, per essere precisi. E avere le chiavi sarebbe il primo passo.

"Cucina abitabile" dice Manuel compiendo qualche passo in avanti e mostrando a Simone cose c'è alla fine del corridoio.

È un ambiente abbastanza spazioso, con una cucina e un piccolo salotto in un'unica stanza, divisi solo da un muretto.

Poi Manuel indica la prima porta presente nel corridoio, accanto alla porta di ingresso e dice: "Lì c'è il bagno", e poi indicando la porta accanto aggiunge: "E lì la camera da letto."

Simone non risponde. Annuisce con un cenno, si guarda intorno, cerca di imprimere nella mente ogni dettaglio di quella casa.

Ogni dettaglio della vita di Manuel.

"È piccola, lo so" dice Manuel affondando le mani nelle tasche dei jeans, quasi come se si stesse scusando per non aver regalato a suo marito una reggia.

"Mi piace" dice Simone sorridendo.

E basta quello a far sorridere Manuel a sua volta. "Davvero?"

"Sì, un sacco."

Ed è la verità.

Casa di Manuel è piccola, vero. Ma Simone già la sente un po' casa sua - casa loro - e questo basta.

"Ho liberato metà armadio prima di partire" dice Manuel, mentre guida Simone verso la camera da letto. Gli mostra la stanza - un letto matrimoniale, due comodini, un grande armadio sulla parete opposta, e una cassettiera accanto alla porta - e apre le ante dell'armadio per mostrargli dove può lasciare le sue cose.

"Il comodino è ancora un disastro, però. Non sapevo quale liberare, ho scoperto da che lato dormi solo una settimana fa..." aggiunge un attimo dopo.

"Manuel, tranquillo. Va benissimo" risponde Simone sorridendo.

Manuel sta facendo di tutto per farlo sentire a suo agio. Simone lo apprezza, ma vorrebbe che non si sentisse così sotto pressione. Preferirebbe che fosse tutto più naturale.

In quella situazione, però, nulla è naturale. Ne è consapevole.

Manuel sospira, poi risponde: "Sei la prima persona che viene a stare qui. Sono un po' nervoso."

Simone aggrotta la fronte un po' confuso, ma non riesce a evitare di sorridere mentre chiede: "Ah, sì? Nessun ex?"

Manuel si stringe nelle spalle. "Non sono mai durati abbastanza. Al massimo ci passavano una notte, niente di più. Nessuno di loro è mai arrivato anche solo a lasciare il proprio spazzolino in bagno."

A eterna vistaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora