-Due caffè, grazie- Chiede James al cameriere che passa vicino al nostro tavolo -Quindi, vuoi iniziare a dirmi cosa è successo? Sempre se ti va-
-Non sai quanto mi dispiace doverti assilare con questa storia-
-Ti ho proposto io di parlarne, non è un problema per me, è un piacere- Inizio a parlargli di tutto, partendo dal giorno in cui sono arrivata per poi arrivare fino ad adesso, parlo per circa una mezzoretta intera senza fermarmi un secondo. Le lacrime spingono per uscire, mi fermo e guardo il soffitto per non incrociare lo sguardo di Jim, non voglio che mi veda in queste condizioni -Tutto bene?- Mi chiede posando il caffè nel tavolino
-Si si, scusami, ma mi è entrato un ciglio nell'occhio e adesso mi brucia- Mento spudoratamente
-hey, guardami Alice- Mi dice prendendo la mia mano stretta nella sua -Piangere è normale, non posso sicuramente capire il dolore che provi, la delusione...Ma sei qui per sfogarti e io non sono venuto a giudicare-
-Il problema è che da l'altra sera non capisco più niente... tutte le cose che mi ha detto, che abbiamo fatto, non valevano niente per lui?-
-Purtroppo non posso risponderti a questa domanda...Ma credo che quello che il signor Holmes ti ha detto prima dell'altra sera lo pensi davvero- Dice Jim guardandomi fissa, io sprofondo nei suoi occhioni color nocciola -Credo che chiunque lo possa pensare di una ragazza come te-
-Grazie Jim, ma non sei obbligato a farmi complimenti-
-Io penso davvero che sei una ragazza meravigliosa, per quel poco che ti conosco- Dice poi si alza e mi porge il braccio -Posso accompagnarla a fare una passeggiata nel parco?- Sorrido e afferro il suo braccio come risposta, ride pure lui e andiamo a passeggiare tra gli scoiattoli ad Hyde Park,un posto meraviglioso, ma con un argomento di cui parlare orribile.
-Si è fatto vivo nuovamente dopo la discussione dell'altra sera?-
-Si, mi ha telefonato, ma gli ho riattaccato e ho bloccato il suo contatto- Rispondo seria e James si mette a ridere come un bambino, è proprio carino quando sorride...Hey hey hey no, non cominciate nuovamente, non ho intenzione di spiegarvi i mille motivi per cui non può accadere niente tra di noi, mi stupisce anche il sol pensiero che voi possiate dubitare di questo!
-O mio dio... non ci posso credere!- Dice ridendo
-Ho detto qualcosa di divertente?- chiedo confusa
-Bhe ci sei andata giù pesante con lui!-
-Ehm devo ricordarti quello che ha fatto?-
-Bhe è solo che non so se lo avrei fatto- dice tornando serio -Se ti interessa anche solo la sua amicizia, dovresti provare ad andargli incontro... Dopo tutto siete colleghi-
-In effetti hai ragione...Ma sicuramente non proverà mai più a richiamarmi è troppo orgoglioso...-
-Hai presente quell'uomo che dice di chiamarsi John Watson? Non è tuo zio per caso? E, sempre per caso, non abita insieme a Sherlock?- Inizia Jim
-Potrei chiedergli di venire da lui per un te! Oddio sei un cazzo di genio Jim! Dio mio grazie!- Dico e lo abbraccio forte -Sei la mia salvezza!-
-Oh ne sono lusingato Alice- Risponde ridicchiando James -Se vuoi ti posso accompagnare a casa, così lo chiamiamo insieme-
-Dio Grazie, non avevo proprio voglia di prendere la Metro!- Detto questo andiamo in macchina e compongo il numero di John mentre Jim guida per le strade di Londra.
-Pronto?-
-Zio JJ sono io, Alice!-
-Certo qualche volta potresti chiamare! Hai litigato con Sherlock mica con me!-
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Solo Un Coinquilino
Fanfiction"Bhe, si ok, l'ho scelto io di venire a vivere a Londra da John, un amico stretto dei miei, ma avevo bisogno di libertà e questa mi pareva l'unica soluzione data la mia scarsa quantità di soldi in banca. Ma di certo non ho scelto di venire a vivere...