Un dolore lancinante mi invade la tempia e sento pulsare il sopracciglio, le palpebre, per quanto ci provi non ne vogliono sapere di alzarsi. Sento una mano stretta alla mia senza forze per ricambiare, un calore mi invade quando con il pollice mi accarezza il dorso della mano. Inizio ad aprire gli occhi pian piano e a spostarmi di fianco per vedere chi c'è qua con me.
-Alice! Dio mio che sollievo, tutto bene?- Mi dice Sherlock stringendo ancora più forte la mia mano, ridacchio un po' per la sua faccia che è un misto tra il preoccupato e il felice. E' strano vederlo... come dire... provare emozioni umane e non sembrare un robot. -Ti fa male qualcosa? La testa? Le gambe? Oh santo dio, è tutta colpa mia...-
-Sherlock non...- Un dolore acuto mi trafigge lo sterno facendomi smettere di parlare per lasciar spazio ad un urlo di dolore, tossicchio un po' per la fitta tenendomi le costole e poi riparto -Non è colpa tua, non potevi sapere cosa sarebbe accaduto-
-Ahhh, ma sono stato io a mandarti ad aprire la porta! Lo dovevo prevedere- Poi si mette le mani alle tempie disperato -Stupido stupido stupido Schizofrenico del cazzo- Mi metto a sedere dolorante e tolgo le mani di Sherlock dalla sua faccia.
-Lo Sherlock che conosco io non farebbe mai così- Dico poggiando le mie mani nel suo collo intirizzito -Poi non lo penso davvero, non l'ho mai pensato-
-Cosa?- Chiede tenendo bassa la testa, con gli occhi puntati nel pavimento -Cosa non pensi?-
-Che sei un insopportabile e odiabile Schizofrenico, Iperattivo e Sociopatico- Dico spostando la mia mano sulla sua guancia per costringerlo a guardarmi -Dai lo sai che per te...- Inizio, ma non finisco la frase, oh no che non la finisco, mi sto troppo facendo trasportare dalle emozioni di questo momento. No no no, lasciamo perdere, mai più devo pensare queste cose. Mi ritraggo di impulso da lui e i suoi occhi si ancorano ai miei, mentre la sua mano sinistra scivola nella mia coscia
-Cosa stavi dicendo, Alice?-
-Oh ehm io... niente Sherlock, non ti preoccupare- Dico provando a scendere dal letto, velocemente Sherlock viene da me per aiutarmi a stare in piedi, ma riesco anche senza il suo aiuto -Ce la faccio da sola Sherlock, non ti preoccupare, adesso è meglio che vada da John- Invento per far cessare quell'atmosfera che si era creata inconsapevolmente.
-Alice- Dice stringendomi la mano, mi giro e lui mi porta stretta a sé -Grazie di essere speciale- Contina stringendomi con tutte le sue forze. Io ricambio e lo stesso calore di pochi minuti fa mi invade nuovamente. È strano, questo Sherlock, non il sociopatico e Schizofrenico che sono abituata a vedere tutti i giorni, non sapevo avesse una parte dolce e affettiva... L'abbraccio finisce e ci allontaniamo subito.
-Allora- Inizio avvicinandomi alla porta -Al mio Sociopatico preferito andrebbe una sigaretta?-
-Come mi hai chiamato, ragazzina?!- Esclama -Ridillo se hai il coraggio!- Inizia a ricorrermi e io scappo in salotto dove John e occupato al computer, ma inciampo il una pila di libri e casco a terra producendo un rumore incredibilea
-Sherlock! Alice! Cosa vi è venuto in testa?!- Urla John
-A lei sicuramente una porta in faccia, non è vero ragazzina?- Afferma Sherlock abbassandosi per arrivare alla mia altezza
-Ah ah ah, quanto divertente, da morire- Affermo tirandogli una spallata
-A proposito di morti- Inizia Watson, che intanto si è calmato -Sherlock, Lestrade e Molly ti stanno aspettando all'Obitorio-
-Perfetto- Inizia Sherlock mentre si mette il suo lungo cappotto nero e la sciarpa -Vieni con me, Ragazzina?-
-Ovvio, Mr. Sociopatia- Dico avvicinandomi a lui

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Solo Un Coinquilino
Fanfiction"Bhe, si ok, l'ho scelto io di venire a vivere a Londra da John, un amico stretto dei miei, ma avevo bisogno di libertà e questa mi pareva l'unica soluzione data la mia scarsa quantità di soldi in banca. Ma di certo non ho scelto di venire a vivere...