It's a Bad Idea Right?

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Ormai è arrivato settembre e il solito freddo Londinese si fa sentire più forte di prima. Sono passati circa tre mesi e qualche giorno da quando sullo schermo del mio portatile grigio è apparsa la scritta "Miss me? 🙂" su quello sfondo luminoso, Sherlock pensa, anzi, sa che è stato Moriarty, lo aveva già avvertito in maniere simili in passato, sempre con la stessa medesima frase... Credo sia stato lui anche io...Dopo il biglietto di quella mattina, era abbastanza ovvio per me, ma non ho detto nulla a Sherlock, non volevo rovinare la giornata, ma a quanto pare è servito a poco. Da quel giorno Sherlock è diventato molto più paranoico del solito, ha iniziato ad uscire poco fuori, anche se in casa c'erano quasi trenta gradi. È inutile dire che tra di noi, ecco, si è bloccato tutto a quella sera, non ne abbiamo più riparlato, ne lui ha mai provato a riavvicinarsi... Alcuni giorni non ci parliamo neanche, non so se ho fatto qualcosa di sbagliato io oppure è il pensiero che Moriarty sia tornato che lo preoccupa, che uomo enigmatico, il signor Holmes.

-Alice- si avvicina John con una pila di giornali in mano -Vai a prendere il caffè a quel bar in fondo allo stradone? Lo abbiamo finito e non possiamo andare a comprarne altro adesso-

-Oh certo- Dico infilando il cappotto blu, poi sposto la mia attenzione sui giornali -Perchè hai tutti questi giornali?-

-Sherlock si è fissato sul voler vedere gli annunci di tutti i giornali dal trentuno di Maggio ad oggi, per vedere se Moriarty ha lasciato dei messaggi in codice- Sospira John posandoli nel tavolino vicino alle poltrone. Sherlock sta letteralmente impazzendo, da quel giorno...

-Lasciamo fare il detective al genio, noi proviamo ad assecondare- Dico aprendo la porta di casa, poi saluto e inizio a camminare per i marciapiedi di Baker Street, noto più volte un taxi nero fare su è giù per la strada... ambiguo...molto ambiguo, sono solo suggestionata dall'umore di Sherlock, si è così per forza, lui pensa che ci sarà un nuovo omicidio, e per questo è sempre agitato, sta facendo preoccupare anche me. Fatto sta che non ci penso più molto e appena arrivo davanti alla caffetteria mi soffermo a guardare al suo interno, sempre casino c'è qua, per prendere tre caffè chissà quanto tempo ci vuole... Con la coda dell'occhio noto la macchina nera che si è fermata a pochi metri dal bar, questo mi fa pensare che le mie paranoie hanno del vero, ma adesso devo concentrarmi nel passare tra la gente ed arrivare alla cassa. Riesco a guadagnarmi i miei due caffè macchiati medi e il mio piccolo iced coffee con panna, lo so è mattina e probabilmente una cosa del genere dopo due ore che ti sei svegliato mi farà vomitare anche l'anima, ma non ho saputo resistere. Prima di uscire dal bar metto la busta di carta contenente i tre caffè bel sigillati nello zaino che porto nelle spalle, poi controllo se l'auto è sempre ferma, si è sempre lì, a qualche metro dalla caffetteria e io devo passarci obbligatoriamente davanti per tornare a casa, a meno che non mi voglia fare una camminata sotto la pioggia di tre ore almeno. Ho visto molti thriller così, forza Alice, sai come fare, devi passare lì davanti con disinvoltura e non farti notare, soprattutto non far pensare a colui che guida l'auto che hai capito che è qui per te. Esco sospirando e mi incammino nel marciapiede che adesso è fottutamente vuoto, come mai e vuoto se prima c'era una marea di gente?! Dio mio tutte le sfighe a me... Lo sorpasso con disinvoltura, guardando lo schermo del mio cellulare, la rubrica aperta, pronta per selezionare il contatto di John e chiamarlo in caso di pericolo.

-Serve un taxi, ragazza?- No no no, quella voce no, non di nuovo, quella voce calda che sa come persuadermi, che già mi ha fatto sciogliere risuona nella mia testa

-No signore, faccio prima a piedi, grazie- Dico continuando a camminare piano, forse se faccio finta di non aver capito chi è mi lascerà in pace, spero, anzi speravo, perchè sento la portiera della macchina sbattere e dei passi seguirmi lentamente per la via. Presa dal panico mi guardo a destra e sinistra, il mio respiro si fa più pesante, l'unico luogo che trovo è una viuzza laterale che potrebbe ripararmi dalla pioggia, sono mezza e credo che passando di lì la strada per l'appartamento sia più breve...

Solo Un CoinquilinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora