-Ti prego Greg voglio solo andare a casa!- Dico esasperata con la testa che mi esplode dal dolore -Ho due ferite ancora aperte e non vorrei prendere un'infezione per colpa tua!-
-Finché non mi risponderai sinceramente non posso lasciarti andare- Ammette Lestrade appoggiandosi allo schienale della sedia grigia, poi continua con un tono più preoccupato -Rischi di prendere una denuncia per favoreggiamento e, per quanto ne sappiamo noi, potresti aver occultato le prove del caso -
-Io non ho fatto niente, sono pronta a giurare- Dico rivolgendo la mia attenzione a John e Sherlock, che si trovano al di là del vetro oscurato ansiosi di vedermi uscire
-Non credo che i tuoi amici riusciranno ad aiutarti- Afferma l'agente Donovan spazientita -Siamo tutti stanchi, quindi ti prego ammetti le tue colpe e si sincera-
-Voi non volete la verita- inizio ridendo, ma non per una ragione precisa, è una risatina forzata, finta, di agitazione -Voi volete che dalla mia bocca esca la frase che fa più comodo a voi, bella stronzata, questo interrogatorio- Poi mi butto nuovamente sullo schienale della sedia in ferro, con le mani ammanettate cerco nella tasca del giubbotto che mi aveva portato John le mie sigarette e l'accendino, appena ne porto una alla bocca i due poliziotti scattano
-Alice non puoi fumare durante l'interrogatorio, devi rispondere alle nostre domande, adesso posala sul tavolo- Inizia agitato Lestrade alzandosi un po' dalla sedia
-Sono due ore che mi tenete seduta qua dentro con le manette e senza farmi alzare dalla sedia, qualcosa potrò fare anche io cazzo!- Dico accendendomi la sigaretta tra le labbra e lanciando poi l'accendino sul tavolo -Dato che pensate sia una pazza omicida vi lascio anche una possibile arma che avevo-
-Avanti Alice, ti prego, dicci come è andata, di nuovo dall'inizio- Mi chiede Lestrade sedendosi vicino a me
-Io sono andata a casa di Jim perchè volevamo vederci un film e chiacchierare, poi mi ha iniettato qualcosa nella gamba e mi sono svegliata in quella palestra- Inizio scocciata perchè è almeno la quinta volta che ripeto la stessa cosa, ma vengo interrotta da Lestrade
-Ma per quale ragione malsana sei andata a casa di Moriarty?!- Mi chiede portando le mani al cielo, son sicura di averlo sentito imprecare sotto voce
-Bhe, perchè forse non sapevo che era una criminale assassino?!- Dico buttando fuori un'enorme nuvola di fumo, poi spazientita continuo la mia spiegazione -poi per concludere mi ha obbligato a fare quella sceneggiata per far pensare che fossi io l'assassino per preparare una cosa, ma non mi ha detto niente a riguardo, poi sono arrivati Sherlock e John ed è iniziata l'ultima fase del piano di Moriarty, "la finta finita", così almeno la chiama lui-
-Quindi non è successo nient'altro in quella sala, giusto?- Chiede Sally sospettosa, ma un ghigno si stampa nel suo volto
-Perchè? No no credo di no- Dico balbettando un po', ho paura di quello che può accadere, e se ci avessero visti o fossimo stati ripresi mentre lui stava per entrarni dentro? Bhe nella mia posizione non sarebbe una cosa buona...
-Per il professor Moriarty è stata una cosa abbastanza stupida fare l'ultima fase del suo piano nell'unica stanza della grande palestra con ancora le telecamere funzionanti- Afferma L'agente Donovan, poi si poggia con i gomiti sul tavolo e mi guarda fisso -Come me lo spieghi quel bacio prima che tu andassi via , Alice? Non credo che questa volta eri allo scuro di chi era-
-Bacio?!- Esclama Lestrade alzandosi in piedi sconvolto -Alice dimmi che non è successo davvero-
-Io non, io... non, non... non è come sembra... cioè si, ma...- Balbetto buttando a terra la cicca di sigaretta finita, la porta si spalanca improvvisamente e io ringrazio il cielo che mi ha mandato questo salvatore
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Solo Un Coinquilino
Fanfiction"Bhe, si ok, l'ho scelto io di venire a vivere a Londra da John, un amico stretto dei miei, ma avevo bisogno di libertà e questa mi pareva l'unica soluzione data la mia scarsa quantità di soldi in banca. Ma di certo non ho scelto di venire a vivere...