🔥Me too, Asshole🔥

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-Alice? Dove vai vestita così elegante?- Mi chiede sherlock con una tazza di tè in mano

-Oh ecco, vado fuori per delle commissioni- Dico in risposta a Sherlock, bhe non posso dirgli da chi vado o cosa vado fare dopo quello che mi ha detto qualche giorno fa... Poi inizio a rivolgermi a John, che si trova ai fornelli per preparare la cena -Non mi aspettate per cena, prendo qualcosa fuori-

-Alice, sicura che vai a fare delle commissioni?- Mi chiede guardandomi con disapprovazione John -Perchè quel vestito mi fa intendere di no...-

-John non rompere!- Dico prendendo la mia borsetta -Non posso più nemmeno vestirmi come mi pare adesso?!- Va bene, forse John si merita una spiegazione, ma se glie lo dico sicuramente si farà sfuggire qualcosa a Sherlock... Poi se sapesse con chi, ecco, attaccherebbe nuovamente con il discorso "ti ha trattata male, perchè ti piace ancora!" Che ha portato avanti per almeno quattro mesi pieni. Esco di casa senza salutare i due e fermo un taxi a pochi metri dalla porta di casa, gli leggo l'indirizzo e il tassista mi porta al nuovo appartamento di Jim, vicino ad Hyde Park, una bella zona devo dire. Salgo le scale del palazzo fino ad arrivare ad una porta con il numero trenta tre in ferro sopra di essa. Esito prima di bussare...sarà la cosa giusta? Senza che riesca a fermarla la mia mano batte sulla porta verde foresta, faccio qualche passo indietro e poco dopo la porta si spalanca

-Ciao Alice- Inizia lui appoggiato all'uscio -Speravo che saresti venuta-

-Bugiardo, non lo speravi- Dico avvicinandomi -Lo sapevi- Mentre si sposta per farmi entrare noto che è molto elegante, una bella camicia bianca fa intravedere il suo corpo, dio che braccia, i primi bottoni sono sganciati, oddio che collo, i pantaloni sono scuri, neri, niente cravatta, sta molto meglio senza.

-Mettiti pure seduta- Mi dice chiudendo la porta, io guardo il salone e lo scruto per bene, ad un certo punto vedo tre file da otto telefoni l'una sul tavolino davanti al sofà, molto strano...

-A cosa ti servono tutti quei telefoni? Fai la collezione?- Chiedo posando la borsa nel bordo della sedia per poi sedermi

-Essere l'unico consulente criminale al mondo è piuttosto impegnativo- Dice versando del vino nei nostri due calici, poi continua tirando un grande sorso del vino rosso e roteando gli occhi al cielo e facendo delle smorfie -Molto più di un consulente detective- Posa il bicchiere e si siede davanti a me -Se usassi un solo telefono per tutte le consulenze sarei già morto da anni, tesoro- Parliamo per una mezzoretta circa di quanto sia complicato inventare nuove tipologie di omicidi o colpi e di quanto invece sia facile risolvere un caso in confronto, avendo già tutte le prove prese dalla polizia. Bhe non sono proprio d'accordo, ma lascio correre, direi che non siamo, quando si parla di omicidi, nella stessa visione della storia... Dopo un po' si sente un timer squillare e lui si precipita hai fornelli, apre il forno e tira fuori due grandi pizze Margherita, sembrano molto buone, filanti, direi.

-Il nostro consulente di cucina internazionale cosa ci propone oggi?- Chiedo ridendo

-Pizza, un piatto italiano adatto al tipo di cena che andiamo ad affrontare- Continua portando la pizza in tavola

-Una cena di scuse?- Chiedo ancora più sorridente

-La chiamerei di Spiegazione, più che altro- Dice iniziando a tagliare la sua pizza -Io non mi sbaglio mai, giovane- Inizia, poi fa una pausa per dare più enfasi al discorso, classico suo modo di fare teatrale -Noto solo quando una persona ha un pensiero differente dal mio e le spiego il perchè delle mie azioni-

-Non cambi mai vero?- Dico mangiando una fetta, poi dopo una breve pausa continuo -Cosa mi dovevi dire? Mi hai chiamato per questo no?-

-non è stata colpa mia- Inizia appoggiandosi allo schienale a braccia consette, poi nota la mia faccia sul filo di incazzarsi incredibilmente -O meglio lo è, ma era l'unica scelta possibile-

Solo Un CoinquilinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora