Il ballo

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Il sole stava iniziando a tramontare e i Rinnegati stavano tornando lentamente nelle loro case, pronti a spargerele notizie e i pettegolezzi più importanti che erano riuscitia cogliere durante quella interminabile giornata. 

Ero inpiedi dietro una delle colonne del portico della casa diBrianne. 

Non che mi stessi nascondendo, solo che avevobisogno di una piccola pausa dalla calca e dalle domandeincessanti. 

Guardai Dara che intrecciava una corona dimargherite con una mamma e la sua bambina. Erano sedute in una pozza di sole arancione e le loro espressionierano serene, rilassate, felici. Dopo quello che era riuscitaa fare durante la giornata, dopo i consensi e le alleanzeche mi aveva fatto guadagnare, al sentimento di amoreche provavo, adesso si era aggiunta anche l'adorazionepiù totale. 

Un movimento sulla sinistra mi indusse a voltarmi:Chantal e Braulio erano poco distanti da loro e stavanodiscutendo piuttosto animatamente. 

Mi sembrò che Braulio la spuntasse, perché con un sorrisone sulla faccia si avvicinò a Dara e le disse qualcosa che la fece ridere. 

Spostai l'attenzione nuovamente su Chantal che, conun'espressione cupa, setacciava il giardino per l'ennesimavolta alla mia ricerca. 

Stella mi raggiunse e seguì la linea del mio sguardo, per capire su cosa fossi concentrato. 

«Ti sei comportato come una lepre cacciata dalla volpeper tutto il pomeriggio», osservò lapidaria. 

Aveva ragione: non che mi fossi platealmente messo acorrere lontano da lei ogni volta che si avvicinava, mal'avevo evitata con cura per tutto il tempo, cercando di fare in modo che lei e Dara non si trovassero vicine ancorauna volta. 

«Puoi biasimarmi?», le chiesi con un sospiro. 

«Certo che no, ma Dara sta tramando qualcosa, non socosa sia ma è abbastanza evidente, se hai imparato a conoscerla un pochino», mi disse seria. 

«Lo so, stava per dirmelo stamattina, ma siamo stati interrotti», poi proseguii raccontandole della sua mossa geniale per costringere i Kiboko a giurarmi fedeltà. 

Stella emise un lungo fischio, lo faceva sempre quandole parole non bastavano per descrivere il suo sbalordimento. 

«Già», conclusi. 

Nel frattempo Dara aveva chiamato a raccolta i Rinnegati rimasti e tutti i Kiboko, che avevano formato un semicerchio attorno a lei e Braulio, nascondendoli alla vista. 

Io e la mia gemella uscimmo dal nostro nascondiglio eli raggiungemmo. 

In quel momento Braulio iniziò a cantare una ballata d'amore spagnola che sapevo gli aveva insegnato Carmen tanto tempo prima.Raggiunsi Dara e le presi la mano, intrecciando le ditaalle sue e accarezzandone il dorso con il pollice. Era cosìpresa dall'esibizione che sembrò quasi non accorgersi diquel contatto e delle piccole scariche di Potere che scorrevano tra di noi. 

Le sbirciai il profilo morbido e ancora una volta mimeravigliai della sua bellezza e della sensualità che riusciva a esprimere con la sua semplicità. 

In quel momento mi sembrò dolorosamente distante, come se in realtà non fosse lì con me, con la sua mano stretta nella mia, ma altrove,in un luogo dove non potevo raggiungerla. 

Un brivido freddo mi scivolò lungo la spina dorsale facendomi sentire a disagio. 

Stella mi lanciò un'occhiata preoccupata, sapeva benequanto me che il significato di quel brivido era: guai in arrivo. 

Braulio terminò la sua interpretazione e Dara lasciò lamia mano per applaudire con entusiasmo. Tornai in me,mi stampai il mio miglior sorriso in faccia e diedi una pacca sulla spalla dell'Arcobaleno, facendogli i miei complimenti. 

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