L'alba era vicina, il cielo si illuminava lentamente e latemperatura era scesa ancora.
Rabbrividii piano mentrefumavo sovrappensiero; accanto a me il posacenere erapieno, e alcuni mozziconi cadendo per terra avevano formato delle strane geometrie rotolanti.
Non riuscivo asmettere di pensare a quello che era successo poche oreprima, agli scontri che c'erano stati e a come ero stato vilmente attaccato.Sul fianco sinistro una ferita profonda stava finendo dirimarginarsi, in un paio d'ore sarebbe guarita completamente.Avrei dovuto fare una doccia e cambiarmi, ero sporcodi sangue secco e indossavo solo un paio di vecchi jeans, ilmio vestiario di emergenza che tenevo nascosto in untronco cavo ai margini del bosco.
Si alzò un filo di vento, rabbrividii di nuovo e mi accesi un'altra sigaretta.
La mia gemella comparve alle mie spalle con una bacinella di acqua bollente, degli asciugamani puliti e un accappatoio, posò tutto accanto a sé e mi si sedette di fronte.
«Ti saresti dovuto lasciar curare con la saliva, a quest'ora staresti decisamente meglio».
Il suo tono esprimevaun lieve disappunto.
«Non era necessario Stella, sto benissimo».
Ero stato brusco senza volerlo, le tirai piano i capelliper scusarmi.
«Sapevo che ti avrei trovato qui. Vieni sempre sul tettoquando qualcosa ti sconvolge».
Mi sorrise e le sorrisi di rimando, poi immerse un lembo dell'asciugamano dentro l'acqua e iniziò a lavarmi viail sangue dalla ferita e dal corpo. La lasciai fare, il suo volto era preoccupato e il suo sguardo serio e pensieroso, unriflesso del mio.Le scostai i capelli dal viso e vidi che si era medicata iltaglio che le andava dalla spalla al collo fermandosi appena sotto l'orecchio.
Mi irrigidii dalla rabbia e inspirai bruscamente.
Stella mi guardò per un istante e scosse piano latesta, con fare noncurante, ma vedevo la stessa rabbia chebruciava dentro di me, ardere in lei, mentre tamponavagentilmente i contorni lacerati del punto in cui mi avevano afferrato.
«È stata una vigliaccata quello che ti hannofatto. Attaccarti in branco e alle spalle mentre facevi dascudo agli Erba Alta e ai loro figli... Zaine dovrà iniziare atemermi, lo giuro su...».
«Zitta, non lo dire, non giurare. Lo abbiamo sempresaputo che questo momento sarebbe arrivato prima o poi,essere chi siamo non ci ha mai facilitato le cose, ed è ovvioche eliminare me e poi te sia il mezzo più veloce per prendere il potere».
Le alzai il viso e la fissai duramente negli occhi. Nonera il momento per le vendette personali e i colpi di testa.Stella sostenne il mio sguardo e contrasse la mascellatalmente forte da farmi sentire il rumore dei denti chesfregavano, poi cedette e chiuse gli occhi in segno di resa.
L'acqua del catino era rossa e io ero abbastanza pulito,mi passò l'accappatoio e prese una sigaretta dal mio pacchetto. La accese con mani tremanti e ne fumò metà con lo sguardo perso nel nulla, prima di iniziare a parlare.
«Dobbiamo decidere come affrontare la cosa. Sai beneche la situazione non si calmerà, ma continuerà a peggiorare, a meno che non si trovi un qualche tipo di accordoper riportare l'equilibrio tra le parti. Qui rischiamo unavera e propria insurrezione, e la nonna lo sa perfettamente. Ci sta mettendo alla prova, e se falliremo il risultato sarà...», la sua voce si spense e il suo sguardo si fissò nelmio.
«La guerra», finii io per lei.
Stella fece un brusco cenno di assenso con la testa e sialzò in piedi iniziando a camminare avanti e indietro.Sorrisi, quella scena mi era dolorosamente familiare.Era in piena "fase da stratega", quella che da ragazzinici metteva in un mare di guai quando architettava qualchediavoleria, e la stessa che ce ne tirava fuori quando arrivava il momento di raccontare balle per scampare le punizioni.
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Feline
FantasyVol I In Germania, nascosta fra le fronde delle foreste più fitte, riparata dai corsi d'acqua più insidiosi, e soprattutto protetta dalla magia, la Tenuta è la comunità segreta che l'anziana Isolde ha costituito anni fa. Qui, organizzati in clan, al...