8. Il bacio proibito

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Finnick punta gli occhi nei miei e mi fa segno di sedermi accanto a lui. «No, seguimi. Non posso parlarti qui. È una faccenda troppo... Insomma non voglio che qualcuno senta ció che devo dirti» gli dico imbarazzata. Sto lottando con me stessa, non ho mai parlato con qualcuno così. «Va bene. Andiamo» mi dice prendendomi per mano e conducendomi sul terrazzo. Quando la sua mano s'incontra con la mia sento un tremore interno e improvvisamente non riesco più a capire ció che provo per lui. Lo amo? Lotterei per rivederlo? Per riabbracciarlo? Ci siamo fermati ed io non riesco a staccare gli occhi dal blu dei suoi. Tutto intorno a me sembra essersi fermato e rimaniamo solamente lui ed io. Mi deve aver detto qualcosa ma io non l'ho sentito. «Allora?» mi domanda sorridendo. «Oh...emm... Si, scusami . Ero assorta nei miei pensieri. Se ti ho portato qui è perchè devo parlarti di una cosa molto importante» gli dico guardandomi le scarpe. «Sono qui per ascoltarti» mi dice. Forza Annie, diglielo. «Tu mi hai scombussolato l'esistenza. Mi hai fatto capire tante cose, mi hai fatto tirare fuori gli artigli e ti ringrazio... Ma non ti ho disturbato per dirti semplicemente grazie. Ieri sera tu mi hai detto che provi qualcosa per me ed io ti ho risposto che avevo bisogno di tempo per capire i miei sentimenti... Posso dirti che , nonostante siano ancora piuttosto confusi, sento di amarti. Ogni volta che ti vedo non capisco più niente e mi sto rendendo conto che ho bisogno di te» dico tutto d'un fiato. Adesso è tutto nelle sue mani. Puó cacciarmi riducendo il mio cuore in tanti piccoli piccoli pezzi o accoglierlo e prendersene cura. Finnick è qui davanti a me ma non dice niente e questo mi spaventa. Proprio quando credo di aver perso ogni speranza lui fa un passo verso di me e mi prende il viso tra le mani. Chiudo gli occhi e sento le sue labbra sulle mie. Non me lo sarei mai aspettata. Finnick Odair mi ha baciata. Santo cielo... Quando si stacca da me ridacchia«Ce l'hai fatta a capirlo. Ti amo Annie». Mi ama. D'un tratto perdo quello strato di timidezza che mi ha coperto fino ad ora e lo abbraccio stretto. «Ti amo anch'io Finn» gli dico. Sentiamo qualcuno richiudere la porta dell'appartamento seguito dal rumore dei tacchi sul pavimento. È Kitty. Non possiamo farci vedere cosí. Ci stacchiamo l'uno dall'altra ed io me ne vado lasciando il vincitore solo sul terrazzo. Rientrando dentro l'appartamento mi ritrovo faccia a faccia con Kitty che è visibilmente preoccupata«Cosa succede?» le domando. «Mi hanno detto che hai avuto un malore e mi sono precipitata qui per vedere come stavi. Va tutto bene?» mi domanda allarmata. Non potrebbe andare meglio. Finnick Odari mi ha appena baciata! «Si... Tranquilla, sto bene. Torno ad allenarmi. Ci vediamo oggi pomeriggio» mi limito a risponderle uscendo dall'appartamento. In palestra i tributi sono ancora intenti ad allenarsi e ignorano il mio ritorno. «Hey, Annie!» mi sento chiamare. Mi volto e vedo Tayler che impugna una lancia in mano«Ciao Tayler» gli dico. «Ti andrebbe di allenarti con la lancia?» mi domanda indicando quella che impugna nella mano destra. Non so con cosa allenarmi, quindi accetto. Afferro la lancia che è appggiata ad un espositore e mi posiziono nella postazione di lancio. Respiro e tengo salda la presa sulla lancia. Immagina che sia Snow, immagina che sia Snow , mi ripeto. D'un tratto tiro indietro il braccio destro e scaglio ,con tutta la forza che ho nel corpo , la lancia che si conficca nel petto del manichino che ho a 10 metri di distanza. E se fosse stato un tributo? L'avrei sicuramente ucciso con un colpo del genere. «Accipicchia Annie! Sei molto brava con le armi da lancio!» si complimenta Tayler. Si, sono brava ad uccidere, vorrei rispondergli ma sfoggio un semplice e mesto sorriso «Me la cavo» rispondo, dirigendomi verso la zona della lotta.
C'è un uomo capitolino sul ring che mi chiede«Vuoi allenarti?». Annuisco e salgo. D'altronde potrei ritrovarmi disarmata ed essere costretta a difendermi con il solo uso del corpo. «Certo» rispondo all'uomo. «Quanto ne sai della lotta?» mi domanda. Non ne so praticamente nulla e con un po' di vergogna glielo dico«Sinceramente non ne so niente». L'allenatore sorride e mi dice«avanti sferrami un pugno». Alzo un sopracciglio poi faccio ció che mi ha detto: gli sferro un pugno. Quando il mio braccio è a metà strada lui lo afferra e lo rigira provocandomi un dolore atroce. «Devi essere svelta, soprattutto se chi hai davanti è un maschio» mi dice lasciando la presa. Dolorande ci riprovo ma lui mi blocca di nuovo e questa volta mi fa finire a terra. Mi rialzo e lui ridacchia«Prova a buttarmi a terra, voglio vedere cosa sai fare». Mi sta prendendo in giro? Ci sta riuscendo alla grande. Corro verso di lui con entrambe le braccia tese e lo spingo a terra lui, preso di sorpresa, cade ed io mi trovo finalmente su di lui . «Colpiscimi» dice sfidandomi. Le mani cominciano a tremarmi, è come se adesso fossi nell'arena e questo fosse un tributo . È terribile allenarsi con delle persone vere. «Colpiscimi!» urla di nuovo l'uomo ed io con una lacrima che mi riga il volto lo colpisco. L'ho colpito troppo forte , me lo sento. Percepisco uno strano liquido sulle nocche e riapro gli occhi terrorizzata da ció che potrei aver fatto. C'è del sangue sulle mie mani , c'è del sangue a terra e sulla bocca dell'allenatore. Mi alzo e strillo disperata. «Mio Dio che cosa ho fatto...» dico tremante. Oliver, Tayler e la ragazza del distretto 3 si avvicinano a me e cercano di tranquillizzarmi«Non è successo nulla. Lo fa per mestiere, non è la prima volta che gli accade una cosa simile» dice Oliver . L'uomo si rialza «Era questo che volevo portarti a fare. Tranquilla, sto bene» dice per poi andarsene dalla sala allenamenti. Credevo di averlo ucciso. Sento il sangue ancora sulle mie mani e corro il bagno per lavarlo via. Guardo quel liquido rosso finire nello scarico del lavandino e ho di nuovo quella strana sensazione. No, devo trattenermi. Sii forte Annie. Esco dal bagno e sento uno stratega dire«Per oggi basta. Ci vediamo per la sessione di valutazione singola domani pomeriggio». Grazie a Dio per oggi abbiamo finito. Salgo in ascensore e la ragazza del 3 viene con me. «Ciao. Mi chiamo Sandy» dice sorridente la ragazzina. Avrà circa quattordici anni. Ha degli enormi occhi castani ed i capelli neri a caschetto. «Ciao, io sono Annie» le rispondo accennando un sorriso. «Bhe io sono arrivata , ci vediamo domani!» mi dice uscendo dall'ascensore saltellando. Come fa ad essere così felice e spensierata? Quando arrivo all'appartamento del 4 trovo Finnick ad attendermi . Sorride ma venendomi incontro cambia espressione «Annie... Di chi è quel sangue che hai nel petto?» mi chiede perplesso. Sangue? Mi guardo il petto e vedo che ho delle chiazzette di sangue. Sono quelle dell'allenatore. Scuoto il capo«Non sono di nessun tributo. Sono dell'allenatore di lotta libera. Gli ho tirato un pugno troppo forte». Lui ride e mi abbraccia «Mi sono perso questa scena». Tra le sue braccia mi sento protetta, è come se niente e nessuno possa farmi del male .... Nemmeno Snow ed i suoi maledetto Hunger Games.

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