5. La parata dei tributi

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Sono passate due ore da quando sono entrata in questo centro estetico e finalmente Angy e Mike mi dicono che hanno finito. «Aspetta qui l'arrivo di Eva. Deve farti provare il vestito per la parata! È strepitoso, scommetto che ti piacerà un sacco» dice Mike uscendo dalla sala con Angy. Questi tizi sono veramente strani. Eva deve essere la mia stilista... Chissà che abito orribile mi farà indossare. Mi alzo dal lettino e mi guardo bene intorno. Alle pareti sono appese delle foto di tutti i tributi del distretto 4 che hanno partecipato agli Hunger Games fino ad ora. Hanno tutti dei vestiti che lasciano scoperto gran parte del corpo e al solo pensiero che dovró indossare un abito del genere arrossisco. «Annie, piacere di conoscerti. Io sono Eva, la tua stilista» dice una vocina alle mie spalle. Mi volto e vedo una donnina dai capelli lunghi e blu . È piuttosto bassa e la sua corporatura è snella. «Il piacere è il mio. Dimmi che non indosseró un abito come quello» le dico indicando una foto che ritrae il tributo femmina di tre anni fa. Era in intimo e una stella marina era infilata nella sua acconciatura. Eva ride e scuote il capo rassicurandomi che non indosseró un costume simile. «Per te ho qualcosa di molto più bello e speciale. Sarai una sirena, una regina del mare» mi dice aprendo la scatola celeste che ha in mano. Rimango meravigliata dall'abito che vi è contenuto. È un lungo vestito di colore blu oceano che si lega dietro il collo e lascia scoperta la pancia . La schiena è completamente scoperta e la gonna è corta davanti e lunga dietro. Lo indosso e con meraviglia noto che aderisce perfettamente al mio corpo. «Ti piace?» mi chiede Eva sorridente. Annuisco e l'abbraccio «Grazie mille, è un vestito strepitoso». «Non è finito qui il lavoro cara» mi dice porgendomi dei sandali in stile greco che si allacciando arrampicandosi sul polpaccio. Li indosso poi lei comincia a spruzzarmi sul corpo dei brillantini azzurri e mi fa infilare due bracciali d'oro giallo come quelli che portavano gli antichi romani. «Per quanto riguarda l'abito abbiamo finito... Adesso tocca al trucco e all'acconciatura. Ho deciso di occuparmene io personalmente» mi dice facendomi sedere su di una sedia scomodissima. Per finire il trucco e l'acconciatura ci abbiamo impiegato un'altra ora ma ne è valsa la pena. Sulla bocca ho un rossetto rosso fuoco e sotto agli occhi, sugli zigomi, ho tre brillantini azzurri . Gli occhi sono ricoperti da un'ombretto celeste con sfumature blu. I miei capelli non hanno un'acconciatura elaborata ma credo che sia comunque molto fine. Eva mi ha allisciato i capelli e li ha raccolti in una coda di cavallo dove ha applicato delle striscie azzurre. «Sei divina» mi dice accompagnandomi fuori dal salone. Arriviamo nel tunnel da dove pertiranno i carri e noto che ci sono già parecchi dei tributi. Sorridente mi dirigo verso il mio gruppo e vedo Kitty che saltella alla mia vista«Oh Santo Cielo Annie! Sei bella da mozzare il fiato. Non è stupenda Oliver?» dice. Il tributo annuisce e mi fa l'occhiolino«Sei semplicemente fantastica... Credo di non essere l'unico a pensarlo, gli altri tributi di stanno spogliando con lo sguardo». Le mie guance cominciano a prendere fuoco e cerco di balbettare una risposta ma qualcuno rompe il silenzio gridando «Non se ne parla proprio! Non puoi uscire lì fuori così!». Mi guardo intorno cercando di scoprire chi puó aver detto questa cosa e vedo con sorpresa che si tratta di Odair. «Finnick! Cosa diamine ti prende?» interviene Kitty. Lui scuote il capo e indicandomi dice«Sembra una ... Lasciamo perdere. Lei non uscirà da qui in queste condizioni. Ci siamo intesi?». La rabbia a quel punto si impossessa di me ed urlo contro di lui «Si puó sapere che cosa vuoi? Sei sempre in mezzo a criticare ogni singola cosa che faccio o dico. Mi stai seriamente dando sui nervi!». Sento gli occhi di ogni tributo, mentore e stilista addosso a me. Kitty tenta di calmarmi e cerca di dividermi da Finnick che , con il suo solito viso da schiffi, mi guarda con aria sorpresa. «Qual è il mio problema? Tu cara Annie fai parte di questa squadra e , con i tuoi comportamenti stupidi ed infantili, ci stai danneggiando! Se pensi veramente che io ti lasci uscire da qui in queste condizioni ti sbagli». «Quali condizioni Finnick Odair? Voglio proprio sentirtelo dire» gli dico con aria di sfida e acidità. Lui stringe i pugni ma alla fine parla«Sembri una prostituta». L'ha detto, era quello che stavo aspettando. Automaticamente gli tiro un sonoro schiaffo e Oliver è costretto a prendermi di peso e portarmi via da lì perchè avrei continuato a schiaffeggiarlo se non addirittura a fargli altro. «Annie! Ma che diamine di prende?» mi dice Oliver cercando di calmarmi. «Ti rendi conto anche tu di quello che mi ha detto vero?» gli rispondo salendo sul carro. Oliver sospira e sale a sua volta sul carro. «Dovresti calmarti. Così non andremo tanto lontano» mi dice abbassando il tono di voce. Non gli rispondo , sono troppo triste, troppo arrabbiata. «Attenzione tributi. Il primo carro partirà tra 5...4...3...2...1» dice una voce metallica. Le porte del tunnel si spalancano e i carri cominciano a muoversi. Appena usciamo allo scoperto la folla in delirio comincia ad acclamarci ad indicarci e gridare i nostri nomi. Mantengo lo sguardo fisso verso il balcone dove c'è affacciato il Presidente Snow. Tutti i tributi, compresi me ed Oliver, lo salutano con la mano poi i carri si fermano davanti a lui. Lo guardo fisso negli occhi cercando di non far trapelare dal mio viso ció che provo nei suoi confronti, nei confronti dei giochi e di Capitol City. «Benvenuti tributi. Questa è la settantesima edizione degli Hunger Games . Andate e possa la fortuna essere sempre a vostro favore» ci dice sorridente. Vorrei tanto salire sul quel balcone e spaccargli la faccia. Te la do io la fortuna, razza di imbecille frustrato che non sei altro. Il nostro carro torna indietro ed io abbasso lo sguardo e cerco di non reagire. Scendiamo dal carro e Kitty si avvicina a noi sorridente. «Siete stati divini! Andiamo a cena adesso, sarete affamati» ci dice . Ci avviamo verso l'ascensore e solo lì mi accorgo che Finnick non è con noi. Dov'è finito? A farsi coccolare da qualche oca capitolina? Suppongo di si ma me ne frego. Arriviamo nel nostro appartamento e rimango sconvolta dalla grandezza si questo. È tutto di colore blu , azzurro e bianco per riprendere ovviamente i colori del nostro distretto, il distretto 4 ... Il distretto del mare. Me ne vado in camera mia e mi cambio togliendomi di dosso tutto quel trucco . Ripongo gli abiti nella scatola e mi infilo un pantalone bianco e una camicia celestina a mezze maniche. Sono stanchissima e non ho nemmeno fame ma devo mangiare, devo mettermi in forze per i giochi. Mi sdraio sul letto e attendo che mi vengano a chiamare quando sento dei rumori provenire dal balcone e , un po' per curiosità e un po' per paura, mi alzo e vado a controllare.

Il mondo di Annie CrestaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora