Sono rimasta sveglia tutta la notte a guardare mio padre dormire e ho smesso di piangere. È una splendida giornata di sole ma ,per molti che come me dovranno andare alla mietitura, sará una giornata terribilmente triste e nuovolosa nonostante il sole splenda alto nel cielo azzurro. Ho indossato il mio vestito migliore, quello blu lungo fino al ginocchio con un fiocco bianco legato in vita dietro la schiena. La capitale pretende anche questo, pretende che i tributi si vestano di tutto punto quando si presentano al cospetto della strega dalle parrucche multicolore che li chiama per andare ad uccidere dei loro coetanei o per essere uccisi a loro volta. Quando mio padre si sveglia io sono accanto a lui e nonostante la tristezza mia stia assalendo e facendo sprofondare nell'abbiso della paura gli rivolgo un sorriso allegro. Mio padre è un uomo di poche parole che da quando mia madre è morta non fa altro che piangere la sera prima di addormentarsi. Siamo solo lui ed io , ci facciamo forza l'uno con l'altra, se dovessi essere veramente scelta dalla sorte avversa per i giochi lotterei con tutte le mie forze per tornare da lui. Non posso abbandonarlo, è solo e senza di me sono sicura che si tiglierebbe la vita. Lo saluto e rimango con lui fino a quando il suono della sirena ci costringe a dirigerci verso la piazza. Mi dirigo nel settore femminile e lascio che i pacificatori mi prelievino una goccia di sangue. La piazza a gremita di ragazzi, ragazze e genitori che si stringono agli amici per paura di non riuscire a sopportare il fatto che il loro figlio o la loro figlia vengano scelti per andare a morire in un'arena creata dagli strateghi. Faccio dei respiri profondi per calmarmi e quando credevo di esserci riuscita vedo salire sul palco Finnick Odair che saluta il pubblico lanciando dei baci con la mano. È odioso... Cerco di distogliere lo sguardo dalla sua persona quando i nostri occhi s'incontrano per un breve istante e rimango folgorata da quel colore così bello, così vicino a quello delle acque del distretto 4. «Signore e signori benvenuti alla settantesima edizione degli Hunger Games! Un ragazzo ed una ragazza del distretto verranno scelti dal destino per partecipare ai giochi ma prima, come sempre, il filmato!» esclama con voce euforica e squillante quel fenomeno da baraccone dai capelli azzurri. Mentre le immagini della ribellione si succedo sullo schermo io chiudo gli occhi e comuncio a pregare . Non voglio essere scelta. Voglio rimanere qui nel mio distretto con mio padre, voglio fare i nodi delle reti da pesca e andare a cercare le vongole. Inizio a tremare e sento lo gola stringersi. Sto trattenendo a fatica le lacrime, ho paura. Tutto intorno a me sembra essere diventato silenzioso e l'unico rumore che riesco a percepire è quello del mio cuore che martella nelle orecchie. D'un tratto il pagliaccio dai capelli blu parla «Il tributo femmina del distretto 4 è... Annie Cresta». Il mio cuore, che un secondo prima batteva all'impazzata nel mio petto, si ferma per un secondo. Apro gli occhi e noto che la folla delle ragazze del distretto si è divisa per farmi passare. Comincio a muovere dei passi lenti ed incerti verso il palco e salgo i gradini di legno che scrcchiolano sotto le suole delle mie scarpe. Guardo fisso davanti a me e vedo mio padre piangere disperato sul braccio del suo migliore amico. Vinceró per lui... Io devo tornare indietro. Mi volto verso destra e vedo che un ragazzo è salito sul palco. È lo sciagurato che partirà con me negli Hunger Games... La donna dai capelli blu ci prende per mano e alza le nostre braccia«Annie Cresta e Oliver Red sono i tributi del distretto 4!». Un secondo dopo dei pacificatori irrompono sul palco e trascinano via me il mio compagno di sventura. Al contrario di quanto mi aspettavo le lacrime non mi bagnano il volto ma rimangono intrappilate nei miei occhi. Che cosa accadrà adesso? Dove mi porteranno? Percorriamo un tratto di strada fino ad arrivare dentro al municipio. La mia strada è quella di Oliver si divide e uj pacificatore mi scorta in una stanza chiudendola a chiave. Sospiro e mi siedo nella sedia che si trova in quella specie di sgabuzzino senza finestre. Cosa dovrei fare qui? La porta si apre poco dopo e fa entrare la persona che non mi sarei mai aspettata di vedere lì:Finnick Odair. «Perchè sei qui? Dov'è mio padre?» gli dico con un tono alterato. Il ragazzo scuote il capo e appoggiandosi con le spalle al muro mi risponde«È scoppiato a piangere e non ce l'ha fatta a venire a salutarti. Mi dispiace tanto... Sono qui per augurarti buona fortuna e per chiederti anche scusa...». Augurarmi buona fortuna e chiedermi scusa? Cosa è successo a Finnick Odair? Non riesco ancora a credere a ció che mi ha appena detto. Mi alzo in piedi e lo guardo fisso negli occhi«Cosa vuoi da me? Perchè mi chiedi scusa e mi auguri buona fortuna? Potrai incantare i cittadini di tutta Panem con quella faccia d'angelo ma non me. Tu non sei un mio parente nè tantomeno un mio amico, non avevi diritto a varcare la soglia di quella stanza». Forse ho usato un tono di voce troppo alto perchè pochi secondi dopo dei pacificatori entrano nella stanza ed ordinano a Finnick di uscire. Il vincitore mi rivolge un ultimo sguardo e poi , quasi con un sussurro, mi dice«Volevo solo esserti di conforto». La porta si richiude con un sordo tonfo alle sue spalle.
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Il mondo di Annie Cresta
FanfictionAnnie Cresta venne scelta dal destino per partecipare ai settantesimi Hunger Games .La sua vita cambió per sempre in quell'arena, cosa è veramente accaduto dentro di lei? Cosa pensava mentre combatteva per rimanere in vita? Questa ff parla degli Hu...