Giorno 2

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Quella mattina Manuel si svegliò con due braccia strette in vita e il petto dell'altro ragazzo contro la sua schiena.

Gli ci volle qualche minuto prima di realizzare ciò che stava accadendo: uno sconosciuto, anzi un mangiabaguette lo stava abbracciando, ma proprio non se la sentiva di scostarsi da quel calore che era stranamente piuttosto piacevole.

Decise dunque di provare a riaddormentarsi per fingere di non essersi accorto della presa dell'altro, ma gli scappò uno starnuto che fece scuotere il giovane dietro di lui, svegliandolo.

Balestra aprì gli occhi di scatto e, non appena vide la posizione in cui si trovava, fu ancora più rapido ad allontanarsi dal padrone di casa.

"Scusami io... lo facevo con il mio ex. Non-non capiterà più, prometto. Non so cosa è successo..." mormorò Simone con le guance arrossate e il timore di essere sembrato uno che allunga le mani.

Ferro si limitò ad annuire, nonostante l'altro ragazzo vedesse solamente la sua schiena.
Successivamente si alzò per andare in bagno a farsi una doccia: aveva il profumo del francese addosso.

Balestra, dopo aver visto la figura dell'altro sparire verso la stanza, si alzò per andare in cucina a preparare la colazione mentre si malediva mentalmente per ciò che aveva incosciamente fatto.

Durante la notte gli era parso davvero così naturale abbracciare un ragazzo che aveva conosciuto solo poche ore prima?

Scosse la testa dandosi dello stupido mentre afferrava la caffettiera per preparare il caffè.

"Simone, buongiorno faccio io tranquillo" sorrise Anita, sbadigliando poco dopo.

Il ragazzo le sorrise e le augurò il buongiorno.

Un quarto d'ora più tardi lui e i due padroni di casa Ferro erano attorno al tavolo a fare colazione.

- ♡ -

Manuel ricordati di andare a prendere Simone a scuola... ti invio l'indirizzo.
Ciao ❤️❤️❤️

Manuel lesse il messaggio della madre (e il seguente in cui allegava l'indirizzo della scuola internazionale frequentata da Simone) con aria confusa, visto che non conosceva l'esistenza di quella struttura.

Sbuffò all'idea di dover allungare il tragitto verso casa per andare a prendere il ragazzo: la sua giornata scolastica era stata uno schifo e, dopo il particolare risveglio di quella mattina non aveva alcuna voglia di averci a che fare.

Digitò velocemente sulla tastiera un

Ok ciao 🖤🖤

e mise via il telefono: la campanella di fine intervallo suonò in quel preciso istante.

Due ore più tardi il riccio era in sella alla sua moto alla volta dell'istituto frequentato dal francese.

La scuola era piuttosto affollata motivo per cui riuscì a individuare solo dopo parecchi minuti un giacchetto di jeans in mezzo a tutti quei ragazzi.

Attese che l'altro si accorse di lui, ma ciò non accadde.
Aguzzò la vista e si accorse che il giovane era fermo sul posto e stava chiacchierando con un ragazzo.

Fu abbastanza tentato di lasciarlo lì con il suo nuovo amico visto che i due sembravano così affiatati, ma la sua curiosità - o forse il suo lato masochista - lo costrinse a non allontanarsi nemmeno di un millimetro per poter osservare la scena.

Ciò che vide gli fece ribollire il sangue: Simone si era avvicinato all'altro ragazzo, abbracciandolo così come aveva fatto con lui quella mattina mentre muoveva la testa come in cerca di qualcosa... o forse qualcuno?

Per un attimo i loro occhi si incrociarono, ma Ferro fu rapido ad abbassare lo sguardo sulle sue mani strette a pugno.

Pochi minuti dopo il francese gli si avvicinò, salutandolo allegramente.

Va com'è felice lo stronzo mo' che s'è trovato er fidanzatino pensò il più basso, alzando di poco il mento come cenno di saluto.

Attese che Balestra salisse dietro a lui e poi partì: le mani dell'altro a stringerlo per tenersi.

"Com'è andata la tua giornata?" domandò il corvino.

Il ragazzo con il bomber verde decise di non aprir bocca, fingendo di non averlo sentito.

"Manuel?" provò l'altro, pizzicandolo leggermente sui fianchi.

Il guidatore, però, continuò a ignorarlo e a quel punto Simone smise di rivolgergli la parola.

I due entrarono in casa in silenzio, una ventina di minuti più tardi.

Manuel si diresse subito in camera sua a prendere qualche libro che appoggiò sul tavolo della cucina.
Dopodichè si sedette sulla sedia e si dedicò allo svolgimento dei compiti.

Balestra osservò la scena e abbassò poi lo sguardo sperando che l'altro non notasse i suoi occhi lucidi.
Andò verso la camera da letto del suo ospitante e si sedette alla sua scrivania mentre sbatteva le palpebre per evitare di piangere.

Forse è omofobo? È per l'abbraccio di stamattina che fa così? furono le domande che affollarono la sua mente mentre fissava il quaderno di matematica.

Una lacrima gli rigò la guancia e si morse il labbro inferiore per smascherare i singhiozzi dovuti al pianto: il soggiorno linguistico non se l'era immaginato così...

Séjour linguistique | SimuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora