Giorno 12

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"Domani devi fà la valigia amò, 'o sai vè?" domandò Manuel al ragazzo che stringeva tra le braccia mentre stava comodamente sdraiato sul suo letto.

Simone gli scoccò un bacio veloce e, successivamente, cercando di imitare il suo dialetto romano rispose: "Lo so, ora statte zitto".

"Ah è così che parli ora? - chiese il castano prendendogli il mento - Il francesino si è convertito?" ridacchiò osservandolo con un sopracciglio alzato.

"Oublie ça" gli soffiò sulle labbra l'altro.

"Che?"

"Scordatelo, mamour" rise, alzando gli occhi al cielo.

"Mamma mia amò, sta r moscia che c'hai - quasi gemette spostando la sua mano dal mento al collo dell'altro per avvicinarlo ancora di più a sé per baciarlo - me manda ai matti".

Balestra arrossì e sorrise. Dopodichè salì a cavalcioni sul bacino dell'altro e allungò le mani verso la sua testa per scompigliargli i capelli.

Ferro mise le mani sui fianchi del ragazzo sopra di lui e, dopo essersi morso il labbro con aria dubbiosa, domandò: "Che faremo poi?"

Il corvino lo guardò con aria interrogativa.

"Finisce così la nostra - e fece una pausa - relazione?"

"Tu cosa vuoi?"

"Te lo sto a chiede io francesì"

"Non sono pronto a lasciarti - confessò allora Simone guardando l'altro negli occhi - e non penso sarò mai pronto. Sarà difficile, ma ce la faremo.
Potresti venire in Francia magari..."

"Manco pe' sogno amò, manco er bidet c'avete" commentò con aria disgustata il suo ragazzo.

"Ma piantala - ridacchiò il giovane tirandogli un buffetto - e poi come faccio a presentarti ai miei?" enunciò unendo le loro mani.

Manuel sorrise e, sciogliendo le loro dita intrecciate, mise le sue tra i passanti dei jeans di Simone e lo spostò dal suo bacino. "So che te sei mosso 'n po' perchè era un discorso importante ed eri agitato, ma diciamo che il mio cuore non è l'unica parte di me a essersi emozionata".

"Sei davvero pessimo... e perverso" commentò Balestra scuotendo la testa divertito.

"Oh ha fatto tutto lui, che c'entro io? Damme un bacio piuttosto" reclamò il ragazzo.

Simone si spostò sul corpo dell'altro facendo in modo che il suo sedere si posizionasse esattamente sul bacino dell'altro e, solo a quel punto, si abbassò verso le labbra dell'altro per baciarlo.

"Te bacerei tutto il giorno - commentò il castano - però sei proprio stronzo eh"

"Ma chi? Io?" domandò il francese con aria innocente.

"Se proprio te co' sta faccia da finto angioletto che ti ritrovi" disse Manuel tirandogli una leggera pacca sul sedere.

Simone rise e gli mordicchiò il labbro.

La tristezza del loro venturo addio venne, almeno temporaneamente, spazzata via.

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