Giorno 11

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"Ma' ricordate che oggi porto il coso a provare la carbonara e quindi non ci siamo a pranzo, va bene?" urlò Manuel alla madre mentre si accingeva a lasciare l'abitazione per andare a scuola con Simone.

"Sì mi ricordo, divertitevi e fate i bravi" rispose premurosamente la donna.

Balestra le augurò una buona giornata e i due si apprestarono a uscire.

- ♡ -

"Come sei dolce a chiamarmi coso davanti a tua madre" constatò Simone mentre l'altro lo accompagnava a scuola in moto.

"Stavo a scherzà dai, come te dovevo chiamà? L'amore mio?"

"Ti da fastidio?"

"Me fa strano..."

"Mh"

"Eddai che c'hai Simò?"

"Niente"

"Che palle che sei, me dici che cazzo c'hai?" domandò Ferro che stava iniziando a scaldarsi.

"Era solo una scopata per te?"

"Ne dobbiamo per forza parlare ora?"

"E quando allora?"

"Senti: oggi te porto a magnà sta carbonara e ne parliamo, va bene?"

"È così difficile dirmi sì o no?"

"Simò te prego me sto a spazientì"

"D'accordo" dichiarò a denti stretti.
Quel discorso stava facendo venire i nervi anche a lui.

"Dai semo arrivati: te vengo a pijià appena esco. Fatte trovà qua"

"Va bene..." pronunciò Balestra mentre si toglieva il casco per lasciarlo a Manuel.
"Ciao" disse prima di allontanarsi.

"Ao ma te pare il modo?"

"Che c'è?" domandò l'altro voltandosi verso di lui.

"Manco un bacetto me dai?"

"Non sai se è stata una scopata o meno, ma i baci li vuoi eh"

Ferro sbuffò: "E allora vai và che co' sta storia me stai iniziando a far girare i cojoni"

Balestra lo guardò male e si allontanò senza dire una parola.

- ♡ -

Cinque ore più tardi Manuel, ormai calmo e con le idee chiare, attendeva impazientemente l'arrivo dell'altro ragazzo per andare a pranzare.

Il corvino apparve dopo qualche minuto e, senza proferire parola, salì sulla moto.

I due arrivarono al ristorante e si sedettero al tavolo prenotato a nome "Ferro".

"Qua ce sta la carbonara mejore de Roma Simò, è 'na roba spaziale" enunciò con parecchio entusiasmo Manuel.

L'altro annuì solamente.

"La smetti de fa' così? Non sei stato solo una scopata dai, basta"

"E cosa sono allora?"

"Simò dai..." riuscì a proferire Ferro, la cui voce fu interrotta dallo squillo del cellulare di Simone.

"Allô?... oui... 18:30? Oui ça va... D'accord, à bientôt"

"Famme indovinà: tuo padre?" domandò il castano, curioso.

"Maël" rispose l'altro a cui l'idea di vedere che reazione avrebbe suscitato quel nome al ragazzo intrigò molto.

"E che c'aveva?"

"Ma niente... m'ha invitato fuori" mentì spudoratamente.

"E quando ce esci co' sto coglione?"

"Stasera"

"Ah"

"Vabbè dicevamo?" cercò di riportare la conversazione al precedente argomento Balestra che aveva notato come l'altro stesse cercando di mantenere la calma invano.

Proprio in quel momento arrivò il cameriere a servire i due piatti fumanti di carbonara e il discorso finì momentaneamente nel dimenticatoio.

"È buona comunque" disse il francese per cercare di ripristinare la conversazione con l'altro.

" 'o so"

Simone giocherellò un po' con la sua forchetta e poi, puntando gli occhi in quelli di Ferro gli chiese: "Qualcosa non va?"

"Me sto gustando la mia carbonara"

"È per Maël?"

"A me di quel mangiabaguette non me ne può fregar de meno, fidate"

Simone sbuffò: "Manuel?"

Il ragazzo fece un respiro profondo e poi iniziò a parlare: "Simò me rode il culo da morire che nonostante io t'abbia portato a pranzo fori te continui a star sotto a quello stronzo. Me fa venì il nervoso sapè che dopo aver fatto l'amore co' te tu pensi ancora a quello. È per questo che io non so come definirte: il ragazzo mio de certo non sta a pensare a un altro nella mia personale visione delle cose".

"Dobbiamo fare un progetto alle 18 e 30. Nessun appuntamento" quasi sussurrò il corvino guardando il ragazzo di fronte a sè, sentendosi in colpa per l'idea avuta.

"E te dispiace?"

"Maël sa già cos'è successo - e iniziò ad arrossire - cioè non nei minimi dettagli, ma..."

"Hai detto al mangiabaguette che abbiamo fatto l'amore?"

"Si bhe... cioè se n'era accorto. Sai, la camminata... e il succhiotto dietro al collo..."

"Ah si vero... ricordavo di avertene fatti 3 infatti"

"Manu!"

"Piantala di scandalizzarte sempre amò, non sei poi così un santo a letto"

"Siamo in pubblico. Stai zitto cretino!" lo rimproverò il francese mentre gli dava un leggero calcio a una gamba.

"Va bene amò non parlo più" ridacchiò Ferro.

Oddio mi ha chiamato amore... due volte si ritrovò a pensare Simone con aria sognante.

"Ao ma te sei incantato?" gli domandò Manuel vedendolo in quella condizione.

"Nono pensavo a un ragazzo" sorrise Simone.

"Ah si?"

"Esatto"

"E cosa pensavi di 'sto ragazzo?" gli chiese abbozzando un sorriso.

"Je voudrais passer ma entière vie avec lui"

"Glie puoi chiede al ragazzo dei tuoi sogni de passà quarche volta così me traduce quando parli?"

"Impossibile: lui non sa il francese" disse Balestra sorridendo come un ebete.

A quel punto Manuel ricambiò il suo sorriso e gli prese una mano che prontamente l'altro gli strinse, facendo intrecciare le loro dita.

Quelle due mani unite sul tavolo avevano tutta l'aria di essere la loro promessa d'amore.

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