"Fai buon viaggio e fatti sentire - gli baciò la testa - e sappi che sei sempre il benvenuto da noi"
"Grazie - sussurrò con gli occhi lucidi Simone, abbracciando Anita - grazie di tutto, davvero. Mi mancherai tantissimo"
"Ma' dobbiamo andare ora che sennò famo tardi e poi chi lo sente ancora Lombardi" li interruppe Manuel.
La donna sciolse dunque Balestra dall'abbraccio e gli accarezzò la guancia, sorridendogli commossa. Si era affezionata così tanto a quel ragazzo in quelle due settimane ed era certa che la sua mancanza si sarebbe fatta sentire ancora di più una volta andato.
Simone la salutò per un'ultima volta con la promessa di farsi sentire e di inviare loro dei prodotti francesi per ringraziarli dell'ospitalità, dopodichè sparì dietro la porta che venne chiusa da Manuel.
I due salirono in moto e si diressero verso l'aereoporto.
Durante il tragitto il francese si spalmò sulla schiena dell'altro e il guidatore, come se non fosse già abbastanza vicino a lui, poggiò una mano sulla sua coscia come a volerlo avvicinare a sè.
Una volta giunti al parcheggio dell'aereoporto i ragazzi si presero del tempo per scambiarsi qualche bacio, dopodichè si decisero a entrare.
"Ah Manuel stranamente in orario vedo... ma dimmi un po' Simone: come stai? Dev'essere stato difficile passare due settimane con questo buffone..."
"Sono stato bene in realtà, molto" disse Balestra mentre intrecciava la sua mano a quella dell'altro, gesto che Lombardi nemmeno vide.
"Ah sorprendente. Sei sicuro di stare bene ragazzo?"
"Assolutamente" annunciò sorridendo.
"D'accordo, allora segno la tua presenza. Devo andare ora, vogliate scusarmi" annunciò il professore prima di allontanarsi.
"Arrivederci" lo salutarono all'unisono i due ragazzi.
"Ma dici che se n'è accorto?" domandò Simone speranzoso.
"Macchè quello nun s'accorge mai di niente" disse Ferro, ridacchiando.
Una decina di minuti più tardi erano arrivati tutti gli studenti ed era dunque giunto il momento dell'addio.
"Avete 5 minuti per salutarvi, fate presto" esclamò Lombardi agli studenti.
"E così alla fine l'ora è arrivata" annunciò Ferro malinconico.
"Già" sussurrò l'altro.
"Allora ciao amò... vorrei tanto baciarte ancora, ma non so..." e venne interrotto dalle labbra del francese che si posarono sulle sue.
"Mi mancherai da morire mamour. Ti aspetto in Francia" gli ammiccò prima di lasciargli un ultimo bacio a stampo.
"No ao che vor dì "t'aspetto in Francia"?"
"Vuol dire quello che hai capito... e poi sennò come faccio a presentarti ai miei? Ora scappo, ciao mamour" esclamò il giovane prima di posare un bacio sulla fronte del suo fidanzato e allontanarsi con gli altri ragazzi.
Manuel rimase lì imbambolato di fronte a quella rivelazione.
A ridestarlo dai suoi pensieri fu però Lombardi: "Emh Ferro? Il tuo amichetto se n'è andato, puoi tornare a casa ora".
"Mh? Sese ora vado" biascicò il giovane ancora intontito.
"Dai su - e gli battè una mano sulla spalla - nonostante io credo tu sia la persona meno adatta a una relazione sono sicuro che con Simone andrà bene"
"Eh?" domandò allarmato Ferro.
"Mi sono capito io - ridacchiò - ora vai"
- ♡ -
Lungo il tragitto verso casa Manuel continuava a pensare alle parole di Lombardi e a quelle di Balestra.
Possibile che il vecchio Lombardi stesse parlando proprio di loro?
Ma la cosa che maggiormente lo allarmava era di incontrare i genitori del suo ragazzo e soprattutto di farlo nella terra dei mangiabaguette.
Pura follia.
Svoltò verso l'ultima curva prima di arrivare a casa e si mise a sbuffare perchè in cuor suo sapeva, nonostante non l'avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura, che per Simone sarebbe andato ovunque... anche dai mangiabaguette.
STAI LEGGENDO
Séjour linguistique | Simuel
Fanfiction"E mò io che cazzo glie rispondo a questo?" sbuffò Manuel che fissava spazientito l'email dallo schermo del suo cellulare. Quest'idea dell'étudiant d'échange non gli piaceva affatto... AU Simuel