Giorno 5

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"Buongiorno" esclamò Simone quando Manuel entrò in cucina il giorno seguente.

Egli era di ottimo umore in quanto la sera prima era finalmente riuscito ad addormentarsi senza particolari problemi, a differenza di ciò che era accaduto le notti precedenti.

L'altro ragazzo - che a quanto pareva sembrava aver dormito, anche se probabilmente non abbastanza - sbadigliò assonnato e successivamente domandò scocciato: "Come mai tutto 'sto entusiasmo oggi?"

"Ho un cadeau per te - rispose il francese e, dopo avergli porto un caffè, riprese a parlare cercando di non ridacchiare per ciò che stava per dire - è un caffè della pace"

Ferro restò fermo qualche minuto a osservare scettico la tazzina nelle mani di Simone, poi puntò lo sguardo nei suoi occhi e in tono duro mugugnò: "Nun me và 'r caffè... dallo a mi' madre così almeno sembra che fai qualcosa in 'sta casa oltre a infastidirmi". Dopodichè afferrò una nastrina e, senza degnare di uno sguardo il ragazzo ancora in piedi con la tazzina fumante in mano, si sedette al tavolo e iniziò ad addentare la sua brioche.

Di fronte a quelle parole a Balestra vennero gli occhi lucidi: non aveva alcuna intenzione di piangere in quel momento, ma d'altronde si sa che le parole fanno male e che spesso le emozioni non possono essere controllate.

Ad aggravare la situazione già difficile per il ragazzo, fu l'arrivo di Anita che lo costrinse a fingere uno sbadiglio per cercare di smascherare il suo malessere.

"Buongiorno ragazzi - sorrise a entrambi la donna e, rivolgendosi poi a Simone domandò scherzosamente indicando la tazzina - è per me quello?"

Il ragazzo, grato a sè stesso di essere riuscito a non destare sospetti, si fece forza per sembrare allegro e annuendo porse la tazzina all'adulta.

"Non dovevi Simone, grazie" dichiarò Anita afferrando la bevanda e ricambiando il sorriso del giovane.

Successivamente entrambi si sedettero e iniziarono a fare colazione mentre Manuel si ingozzava con l'ultimo pezzo di brioche in modo da poter allontanarsi da quel tavolo e, di conseguenza, scappare da quella casa.

Lo stesso pensiero si palesò nella mente di Balestra che, stufo del caratteraccio dell'altro, si ripromise di smetterla di stare male per lui mentre inzuppava un biscotto nel suo caffè e vedeva il castano uscire dall'abitazione, sbattendo la porta.

"Manuel!" gli gridò la madre rimproverandolo, ma il giovane stava già correndo verso la sua moto.

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