-Dottore, oggi non mi sento bene. Non voglio uscire. – Disse Ai quella mattina.
-Sicura?- Domandò Agasa- Mi sembri sana.
-Mi fa male la testa e ho un forte mal di gola.- Ai tossì da dietro la mascherina.
Il dottore la guardò titubante, non era da Ai fingere di star male. Era colpa di Shinichi, poco ma sicuro.
-Va bene. Puoi restare a casa.
Ai salì in camera sua e prese subito i fogli.
"E' diventata una specie di droga per me, ma di certo non posso lasciare Shiho che soffre così."
Si era quasi dimenticata che Shiho era lei e che quei personaggi erano reali, appunto.
-Il Diario della Cenerentola alla ciliegia-
-Permesso?
Shiho alzò lo sguardo: era notte fonda. Cercò di darsi un tono e di non far vedere che aveva pianto.
-Sì. Potete entrare.
Con suo stupore, vide Ran entrare timidamente, ora asciutta e con i capelli legati.
-Si sieda- Shiho le fece cenno di sedersi sull'unica sedia, accanto alla finestra.
La ragazza annuì e le sorrise. Un sorriso che riuscì a tranquillizzarla un po'. Ma solo un po'
-C'è una luna piena stasera. E' molto bella, non trovi.
La ramata guardò fuori dalla finestra e non poté fare a meno di pensare che non osservava più il cielo come lo vedeva da bambina.
-Sì, ha ragione. E' molto bella.
Poi si rese conto che stava parlando con una ragazza che, molto probabilmente, doveva avercela con lei.
-Mi scuso per quello che le ho causato!- Disse improvvisamente.
Ran le sorrise:
-Non preoccuparti... Non è stata colpa tua... Shinichi se la prende un po' troppo quando... beh... beve un bicchiere di troppo...
Shiho la guardò stupefatta:
-Era ubriaco?
L'altra abbassò lo sguardo, triste.
-Ultimamente succede spesso. E' depresso. Il suo lavoro non va bene.
Shiho cercò di non sembrare troppo interessata e preoccupata, ma, in qualche modo, si tradì.
-Che lavoro fa? E per di più che generi di problemi gli può causare?
Si mise una mano sulla bocca, terrorizzata e scioccata. Ran la guardò leggermente titubante, ogni traccia del sorriso rassicurante che aveva prima era sparito.
-Fa il detective, ma non lo fa con dedizione, anzi, come se fosse una scocciatura. Lo fa per essere pagato. Ma a quanto pare, non funziona. Anche se teoricamente, il successo dei genitori...- La castana si alzò, capendo di aver raccontato troppo- Volevo solo comunicarti che è tutto a posto. Arrivederci.
Shiho rimase a guardare la ragazza allontanarsi, poi si stese sul letto e realizzò tutto quello che era successo: aveva ritrovato Shinichi, ma lui era cambiato e l'aveva completamente rimossa dalla mente e si fidanza con un'altra, per di più vuole comprare casa sua, poi Vermouth che di certo sapeva qualcosa, il lavoro di Shinichi fallito e lui che affoga i dispiaceri nell'alcol.
Ripensò a quello che le aveva detto tanto tempo prima, che voleva aiutare a portare giustizia. E invece ora...
Scoppiò in singhiozzi, sapendo che aveva fallito. Si ripeteva che era una perdente, debole. E la sua testa scoppiava, le sue voi divennero logorroiche e sembravano non volerla abbandonare più: come per darle il tormento eterno. Cercò di pensare a qualcosa di bello, ma cosa c'era di bello? L'unica cosa che riusciva a fare era sentire quelle voci e immaginarsi tutti i suoi nemici. I volti di Vermouth, di Shinichi, compariva anche Ran. Si sentiva sperduta, come se stesse cercando di fare un salto nel vuoto; cercare qualcosa che non esiste. Cercava il volto di Akemi, le sue braccia calde e confortanti, il suo sorriso, e quello dei suoi genitori. Poi la vide, sorrideva e la salutava con la mano. No, non andartene! Cercava di dire Shiho, ma la sua voce non emetteva alcun suono, e le lacrime stavano offuscando la vista della sorella.
Poi cadde a terra. Si accorse di essersi addormentata, e che quello era solo un sogno. Un incubo, per precisare. La ragazza si accorse di avere il volto bagnato, il respiro affannato e gli occhi gonfi: aveva pianto.
Toc-toc.
Alzò lo sguardo e sussurrò:
-Chi è?
Si aprì la porta, senza risposta e si ritrovò davanti Shinichi.
-Pensavo che fossi completamente impazzita. Ma ti rendi conto di che ore sono? Sono le quattro del mattino! C'è gente che vuole riposare, ti senti dal piano di sotto!
-Mi... mi scusi...- Farfugliò lei.
-Hai pianto, cosa c'è che non va?- Gli domandò inaspettatamente lui.
"Non va che ti sia dimenticato di me, che mia sorella non ci sia più e che tu eri l'unica speranza ad andare avanti! Non capisco cosa ho fatto per meritarmi questo! Non va che tutto mi sia stato tolto e che tu non mi capisca! Guardami! Riconoscimi!"
-Va tutto bene.- Disse evasiva, cercando di non urlargli in faccia quello che aveva appena pensato.
-Come no. Senti, facciamo così, scendi e vai a sederti sul divano, io torno subito. E se non vuoi farlo di tua spontanea volontà, te lo ordino.
Lei si alzò tremante e scese nel soggiorno, aspettando qualcosa che non sapeva. Si accorse di essere ancora vestita da cameriera e che doveva essere un vero e proprio disastro. Osservò il cielo, che stava già facendo sparire le stelle. Si ricordava quando da piccola, era convinta che andassero a riposare per il duro lavoro di tenere in alto i sogni dei bambini, invece erano sempre li, nascoste, ma sempre li.
-Tieni.
La Miyano girò la testa di scatto. Fissò Shinichi e la tazza che le porgeva. Sentì un profumo dolce, che le fece venire in mente tanti ricordi. Un odore di ciliegie. Il suo frutto preferito.
"Una volta le avevamo mangiate assieme, quando eravamo bambini"
-E' una tisana alle ciliegie, non è veleno. Puoi berlo. Ho visto su quell'albero i frutti maturi e li ho raccolti, oggi.
Lei prese la tazza.
-Sei andato in cucina a prepararmela?- Domandò lei, dimenticandosi di usare la terza persona.
-Sì, perché non si può?
-Beh, diciamo che è un po' strano, quello è il lavoro di una domestica, e non di un "reale", per di più ospite.
Shinichi si sedette sulla poltrona del salottino e si lasciò sfuggire un gemito.
-Tutto bene?- Domandò Shiho.
-Sì... Sai, quando bevo poi ho mal di testa.
-Oh, credo che con le mie urla lo abbia alimentato.
-Fa niente. A proposito, perché piangevi?
Shiho si fece piccola piccola. Desiderava che quel momento non finisse mai. E che non si arrivasse mai a quel punto, anzi, era convinta che se lo fosse scordato.
-Piangevo perché... perché mia sorella è morta. E ho gli incubi.
Shinichi rimase ad osservarla, quasi come se stesse ripensando a tutto quello che aveva fatto; dall'andare da Shiho quando piangeva in poi.
-Se lo avessi saputo, non te lo avrei chiesto, scusa.
-No, figurati. E poi... non lo dico molto spesso ad alta voce, perché accettarlo mi fa male.
-Non ti sfoghi con nessuno?- Le domandò stupito.
-No.- Shiho bevve un sorso della tisana.
-Beh... ecco... ora tranquillizzati, ok?
Lei annuì, e continuò a gustare la tisana, per lei la migliore che avesse mai bevuto, fino a che il sonno non ebbe la meglio su di lei.
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Il diario della Cenerentola alla ciliegia (fanfiction ShinxShiho)
FanfictionQuesta è la mia prima storia e ho tentennato molto prima di pubblicarla. Cioè, più che altro è una fanfiction. Sono stati alcuni miei amici di Google+ a convincermi... Ecco. Spero che vi possa piacere, siccome questa storia l'ho scritta un anno fa...